venerdì 12 maggio 2017

ALESSANDRO MELUZZI SULL'IMMIGRAZIONE





“Ci ritroveremo a vivere in città come Lagos, dove c’è la mafia nigeriana e dove se ti vogliono rubare un anello non ti staccano l’anello ma ti staccano il dito. Chiunque di voi sia stato lì sa cosa vuol dire: se ti vogliono rubare un orologio tagliano il braccio con un machete”. Alessandro Meluzzi apre uno squarcio su quello che sarà il nostro futuro al tempo dell’immigrazione di massa.

“Non oso pensare cosa saranno le città italiane inondate da mezzo milione di disperati fuori controllo provenienti da zone ad altissimo tasso di criminalità e da zone in cui il valore della vita umana è pressoché uguale a nulla. Se noi non accettiamo questa sfida e non accettiamo che questa cosa dev’essere arginata, i nostri figli ce ne chiederanno il conto”.

“L’immagine di quello che viene buttato dallo Stato – conclude, evidenziando che il problema non è solo delle finanze pubbliche ma proprio sociologico e antropologico – ci sembrerà nulla in confronto a quello che noi vedremo se non assumeremo lucidamente le responsabilità che una classe politica, giuridica, etica e civile dovrebbe assumere e che non sta assumendo in nome di un buonismo idiota e senza costrutto“.




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