mercoledì 30 novembre 2016

Votare NO significa, votare contro la tecnocrazia sovranazionale

di Luciano Lago

Mentre il coro servile dei media di regime ci presenta la contro-riforma costituzionale adottata dal governo Renzi, il denominato DDL Boschi , come ” la più importante razionalizzazione delle istituzioni mai realizzata nel nostro paese”, messa in opera da quella che sarebbe una “classe politica nuova”, giovane e risoluta, i più qualificati giuristi indipendenti ci avvisano che, in realtà, ci troviamo di fronte ad “una delle più grandi mistificazioni politiche e culturali degli ultimi 50 anni di Storia di questa Repubblica”.

Le argomentazioni utilizzate, per motivare e giustificare questa truffa legalizzata, sono riconducibili all’esigenza di far recuperare efficienza al nostro sistema politico, dopo decenni di politica degenerata e corrotta, sotto la direzione direzione di una “nuova classe politica” efficientista e moderna, ove in realtà i “nuovi” sarebbero gli oligarchi del PD (come Renzi e la Boschi ) ineletti ma cooptati al Governo da un Parlamento giudicato incostituzionale (dalla Corte Costituzionale) ed un Presidente del Consiglio nominato da quel personaggio, che risponde al nome di Giorgio Napolitano, autore delle peggiori violazioni della stessa Costituzione e dimostratosi al totale servizio dei potentati finanziari che hanno diretto e dirigono la politica ed il sistema economico italiano.
Si nasconde all’opinione pubblica chi siano i reali “suggeritori” ed ispiratori della riforma costituzionale che possono essere individuati nei centri di potere finanziario che hanno messo la camicia di forza a questo paese condizionando e pilotando le sue scelte in materia di gestione politica e di gestione economica, ad ogni livello.



Dobbiamo chiarire che, per quello che ci riguarda, noi non siamo mai stati fra gli apologeti della Costituzione del ’48 in quanto ben sappiamo che questa fu, in qualche modo, influenzata dalla sconfitta e dalla conseguente perdita di sovranità che ha subito l’Italia nel 1945 con l’occupazione (non” liberazione”) degli anglo americani. Prova ne sia che, a parte la presenza ancora oggi di circa 113 basi militari USA nel nostro paese, risulta che la nostra Costituzione, non per caso, vieti qualsiasi referendum popolare sui trattati internazionali, oltre ad altre limitazioni evidenti alle forme più dirette della sovranità popolare (referendum propositivi), inesistenti in altri paesi. Non siamo quindi mai stati dalla parte dei “giullari di regime” come Roberto Benigni che magnificavano ad ogni piè sospinto la “Costituzione più bella del mondo” salvo poi sconfessarla per adeguarsi alle direttive ricevute. Quando però risulta evidente che interviene una “mano esterna” nell’imposizione della riforma, allora la misura diviene colma e conviene difendere, per quello che vale, quella Costituzione che dovrebbe contenere i principi fondamentali dello Stato italiano.

Non a caso, nei giorni scorsi, è apparso sul “Corriere della Sera” un articolo in cui George Soros, il miliardario di origine ungherese, ebreo e cittadino USA, dispensava buoni consigli a Renzi su come vincere il referendum costituzionale. In questo modo il più famoso di quei moderni banditi internazionali che sono i grandi speculatori finanziari internazionali confermava ciò quello che alcuni di noi sanno bene. I potentati finanziari ed il potere bancario (il vero potere ) sono le entità hanno suggerito la legge di riforma costituzionale e quelle che hanno il vero interesse nella vittoria della controriforma della nostra Costituzione. Per ottenere il loro fine, questi personaggi sono disposti ad utilizzare ogni mezzo, approfittando del loro totale controllo dei principali media (giornali e Tv), scatenando una campagna per il Sì a reti unificate, per convincere e raggirare l’opinione pubblica.

Il pronunciamento a favore di Renzi e della sua riforma da parte di Soros, che fa seguito a quello di Confindustria, dei top manager delle multinazionali, dei principali giornali finanziari come il Financial Times e l’Economist, nonchè dei banchieri italiani ed europei, ci dimostra quale sia la dimensione sociale dello scontro sulla controriforma costituzionale.

Bisogna essere consapevoli che , contrariamente a quanto affermato dai suoi estensori, la controriforma di Renzi/Boschi contiene proprio il fine ultimo di affossare la prima parte della Costituzione del 1948, quella dei principi generali.
Questa controriforma Renzi/Boschi avalla e consolida di fatto le “pseudo riforme” liberticide imposte dai Trattati Europei che esautorano le politiche economiche nazionali ed hanno reso superflui i principi democratici costituzionali fra i quali in primo luogo l’art. 1 che recita “…..L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
E’ noto che, con il Trattato di Maastricht, adottato nel 1992 ma con particolare accentuazione negli anni successivi, a partire dall’ingresso dell’Italia nell’area della moneta unica, le più importanti istituzioni europee e mondiali (Commissione europea, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale del Commercio, G-8) insieme ai governi più forti e influenti dell’occidente hanno a più riprese auspicato e poi imposto al nostro paese le tanto sbandierate “riforme”, cioè: – le riduzioni delle tutele e del potere di acquisto del lavoro e delle pensioni; – l’esautoramento di ogni autonoma politica economica nazionale; – l’adozione e la ratifica dei successivi e cogenti trattati europei, tanto invasivi quanto scellerati (fiscal compact, six pack accolto questo con l’inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione, ). In tal modo sono state poste le premesse per la distruzione dell’apparato produttivo industriale, pubblico e privato del paese e il conseguente impoverimento generale, come in fatti è avvenuto, ed è stata preclusa al paese l’adozione di sue proprie politiche di sviluppo a tutto vantaggio dei paesi più forti dell’Europa, Germania in testa, che in questi anni hanno goduto, anche grazie a ciò, di un ulteriore vantaggio competitivo.
Tuttavia questo, con tutta evidenza, non era ancora sufficiente per l’oligarchia finanziaria.

Diventava, infatti necessario (come raccomandato da J.P. Morgan Chase Bank, nel maggio 2013 con un sua informativa) mutare la cornice generale della convivenza civile e politica all’interno di ciò che rimane della residua sovranità popolare degli stati europei, specie nei paesi più fragili e periferici, e dunque attuare unsuperamento definitivo delle Costituzioni nazionali ove ancora è presente il riconoscimento dei diritti sociali, ed in particolare della nostra Costituzione che viene vista dai responsabili dell’elite finanziaria come un residuato“ideologico” novecentesco di compromesso tra capitale e lavoro da superare secondo il volere dei ” mercati” dell’oligarchia finanziaria.

I Governi al servizio dei potentati finanziari, che negli ultimi anni si sono succeduti alla guida del paese, hanno tutti attuato politiche controproducenti sul versante dello sviluppo in quanto indirizzate ad attuare il dogma imposto da Bruxelles dell’austerità; con gradazioni diverse tra l’uno e l’altro, si sono dimostrati i più diligenti esecutori dei voleri del grande capitale transnazionale e, così facendo, hanno aggravato la crisi, aumentato le disuguaglianze sociali, con l’effetto di smantellare una buona parte dell’apparato industriale manifatturiero (a vantaggio della Germania) processo tuttora in corso, distruzione di buona parte del risparmio e svalutazione del patrimonio edilizio, aggravando la disoccupazione e la condizione di povetà di un largo strato della popolazione, di sottosviluppo del Mezzogiorno , spingendo l’Italia (e gli altri paesi deboli del sud Europa) in una situazione di crescente “stagnazione”, ossia sempre più nelle retrovie dello sviluppo.
Per effetto dei trattati europei, sono già risultati disapplicatati i principi fondamentali della Costituzione a partire dal principio di uguaglianza, dal riconoscimento e dalla tutela dei diritti sociali e del lavoro, ripudio della guerra, limitazioni di sovranità in condizioni di parità, ecc..I Trattati europei hanno tradotto in economia un programma di impronta neo-liberista ed hanno consolidato di fatto una tecnocrazia oligarchica sul versante politico.

Da notare che la legge Boschi sistematizza i processi di riduzione dei poteri e dei diritti popolari e del lavoro, di centralizzazione del potere, che già erano iniziati negli anni ‘80 del secolo scorso ed hanno trovato la loro piena attuazione nei programmi neo-liberisti di assoluta preminenza dei mercati elaborati dalla oligarchia euopea di Bruxelles. Questo per chiarire quale fosse il disegno sociale ed economico del decisionismo rivendicato oggi dai gerarchetti del PD. Nel mondo attuale dei mercati globalizzati e della speculazione finanziaria dominante si suggerisce che sarebbe indispensabile procedere a un nuovo tipo di sistema politico, più conforme al Consiglio di Amministrazione di una SPA che non ad un governo che si incarichi di rappresentare la volontà popolare.

Se si ripercorre la Storia della Repubblica, si vede che, in contemporanea allo smantellamento di quei vincoli di carattere costituzionale, che ancora permanevano nell’ordinamento italiano, quelli che limitavano mercato e potere d’impresa, fu sulla fine degli anni ‘80 che si diede il via alla piena affermazione del potere della finanza sul bilancio pubblico. Nel 1982 venne decisa la separazione del Tesoro dalla Banca d’Italia, per cui da quel momento l’amministrazione pubblica per i suoi bisogni avrebbe dovuto indebitarsi con le banche e la finanza internazionale a prezzi di mercato, invece che ricorrere alla Banca d’Italia come nei decenni di crescita precedenti. In pratica negli anni 80 si misero in campo tutte le basi delle politiche liberiste contro il lavoro e i diritti sociali, privatizzazioni e svendita del patrimonio pubblico, poi sviluppatesi nei trenta anni successivi.

Ora tocca a Renzi ed ai suoi gerarchetti del PD, eterodiretti, di portare a conclusione tutti i progetti di riforma autoritaria della democrazia nati oltre trenta anni fa, contemporaneamente ed assieme all’affermazione delle politiche economiche e sociali ai danni del lavoro e dei dirittti sociali.

Votare NO nel referendum costituzionale significa, dunque, votare contro la tecnocrazia sovranazionale che, grazie alla presente manomissione della Costituzione potrà appoggiarsi ad una autocrazia nazionale, ancor più vassalla delle oligarchie europee e del capitale transnazionale, che continuerà ad affossare lo sviluppo del paese che sarà ancora di più subalterno ad interessi stranieri .

Votare NO nel referendum significa dare un calcio a questa classe politica al sevizio dell’oligarchia finanziaria ed a un governo ineletto del “fiorentino” e dei suoi degni “compagni di merende”.


http://www.controinformazione.info/la-grande-truffa-del-referendum-costituzionale-voluto-dai-potentati-finanziari/





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Il turco Erdogan getta la maschera e rivela i suoi piani di espansione

di Luciano Lago

L’autunno è quella stagione che fa cadere tutte le foglie dagli alberi ma, in questo autunno del 2016, oltre alle foglie cadono anche le miserabili maschere utilizzate dai personaggi della scena internazinale.
Si era iniziato con la Hillary Clinton, la ex segretaria di Stato USA ed ex candidata alla Casa Bianca, la quale, a seguito delle sue mail desecretate, aveva rivelato il suo vero volto di persona corrotta, finanziata dai monarchi sauditi, oltre che dal trio Wall Street /Goldman Sachs/George Soros, ed era stata chiaramente individuata come responsabile dell’aggressione USA in Libia e della guerra per procura in Siria.

Adesso è la volta del “neo sultano” Recepit Erdogan il quale ha inviato le sue truppe in Siria mascherando l’operazione di intervento militare nel paese confinante come “necessità di combattere contro l’ISIS”, poi in aggiunta con la decisione di contrastare i “terorristi curdi”. Adesso lo stesso Erdogan finalmente afferma, in un discorso pubblico tenuto in data odierna, che le forze del suo paese si trovano in Siria per “mettere fine al Governo del Presidente Bashar al-Assad”.



“Il territorio siriano appartiene ai suoi veri padroni (i turchi). Noi ci troviamo là per stabilire la giustizia (sic!). Siamo entrati (in Siria) per mettere fine al “tiranno” ed al terrificante impero di Al Assad”, ha affermato questo martedì il presidente turco, Recepit Erdogan.
Bene finalmente cadono le maschere ed il comodo specchietto per le allodole dell’ISIS (creato appositamente per questo) ed i responsabili del massacro e della distruzione della Siria dichiarano le loro vere intenzioni.

Dopo il neo sultano ottomano, mancherebbe il terzo elemento, il Presidente Barack Hussein Obama, a confessare perchè ha dato inizio al conflitto per procura ed a quale fine i suoi servizi di intelligence abbiano armato e finanziato i gruppi terroristi che combattono in Siria. Anche Obama si è nascosto dietro la necessità di combattere l’ISIS ma in realtà lo sanno anche i sassi che sono stati gli USA a creare i gruppi terroristi di Al Nusra e dell’ISIS, per avere il pretesto di portare a termine i loro piani di divisione della Siria e dell’Iraq, con il fondamentale aiuto dell’Arabia Saudita, del Qatar e delle altre monarchie petrolifere.

Per quello che riguarda i turchi, dallo scorso Agosto le forze dell’esercito turco stanno portando avanti una operazione, denominata come “Scudo dell’Eufrate”, nel nord della Siria, con il pretesto di combattere il gruppo terrorista dell’ISIS (con cui hanno collaborato fino a ieri) e dei miliziani curdi, questi ultimi nemici di lunga data di Ankara.

Nonostante questo è la prima volta che Erdogan rende pubblico il vero obiettivo delle sue truppe in Siria, fatto che avviene nonostante il recente riavvicinamento della Turchia alla Russia, che, al contrario di Ankara, è intervenuta in Siria dopo averne ricevuto richiesta dal Governo di Damasco.

Lo stesso Erdogan, nel suo discorso, si è posto una serie di interrogativi retorici, affermando che loro (i turchi) “non possono più sopportare di assistere alla carneficina che si sta verificando in Siria”, dove secondo i suoi calcoli ci sono stati circa un milione di morti, visto che neanche l’ONU è voluta intervenire. Il turco rivela quindi, inaspettatamente, di avere un “animo sensibile”, quasi nessuno lo avrebbe detto.

Naturalmente Erdogan si guarda bene di specificare che la Turchia ha consentito il passaggio dal territorio turco alla Siria di un numero calcolato approssimativamente in circa 50.000 miliziani jihadisti inviati a combattere contro le forze dell’esercito siriano, tanto meno di dichiarare che questi miliziani hanno ricevuto assistenza e rifornimento di armi e munizioni dai servizi di intelligence turchi e dalla NATO, visto che proprio in Turchia si trovano i campi di addestramento e le centrali di arruolamento dei miliziani.
“Al principio abbiamo portato pazienza”, ha affermato il turco, “poi non abbiamo più potuto sopportare e ci siamo visti obbligati ad entrare in Siria assieme all’Esercito Libero della Siria”, l’ELS, (una formazione di ribelli appoggiata dalla Turchia e dalla NATO) come informa anche il giornale turco Cumhuriyet.

Queste le affermazioni del premier turco che rendono evidente le finalità di espansione della Turchia a spese della Siria, dove da tempo Erdogan reclamava la appartenenza all’Impero Turco dei territori del nord della Siria inclusa la città di Aleppo.
Alla Turchia sono però arrivati gli avvertimenti di Damasco che ha denunciato la violazione della sua sovranità commessa dalle forze turche che al momento hanno preso il controllo delle località di Jarabulus, Al-Rai e Dabiq. Risulta che attualmente le forze turche si siano concentrate sull’obiettivo di conquistare la citta di Al-Bab, e dirigersi poi verso Manbiy (anche in direzione di Aleppo), che si trova sotto controllo dei reparti curdi.

Tuttavia anche l’Esercito siriano ha iniziato le operazioni per riprendere il controllo della citta di Al-Bab, da dove distano pochi kilometri, e lo scontro con le forze turche appare sempre più probabile.

Erdogan sta sottovalutando, ancora una volta, anche gli avvertimenti ricevuti da Mosca che non ha intenzione di consentire l’ingresso di forze turche oltre 12 Km. dalla frontiera e per questo ha tracciato una “linea rossa” che i turchi non devono marcare.

Si aspetta quindi una prossima reazione anche da parte dei russi che hanno stanziato un possente apparato di forze aereonavali sul territorio siriano e non sembra che Putin abbia intenzione di dare partita vinta al turco Erdogan con cui rimane anzi da regolare un “vecchio conto” dell’aereo russo abbattuto proditoriamente in Siria.

Un vecchio adagio russo dice che “la vendetta è un piatto che va servito freddo” e sembra calzare precisamente con la situazione attuale dei rapporti Mosca-Ankara.

Fonti: Hispan Tv

Al Mayadeen

martedì 29 novembre 2016

"Ho 28 anni, mi licenzio e non voglio lavorare mai più"

"Ho 28 anni, mi licenzio e non voglio lavorare mai più". Un ex dipendente disegna la sua settimana di lavoro full time in un blog

"Ho 28 anni e dico addio al mio lavoro. Anzi, non voglio lavorare mai più". È questo il titolo di un blog apparso sul sito Vox, in cui un giovane programmatore di computer spiega cosa lo ha portato a scegliere di licenziarsi e a rifiutare anche solo il pensiero di un futuro impiego. Nonostante un buon stipendio e un lavoro full time, "Eevee" (questo il nome a firma del post, ndr) è convinto della sua decisione: "Maledizione, il vero sogno è fare poter fare qualcosa che si ami, non diventare l'ingranaggio della macchina di qualcun altro"..

Nel blog, condiviso più di 4000 volte, l'ex dipendente illustra con una metafora cosa significa riempire quasi interamente le giornate con il lavoro. Dice di amare molto i picnic e di volerne fare quanti più possibile, ma, ovviamente, la settimana lavorativa di 40 ore è un ostacolo. Nel primo disegno, lunedì, martedì, mercoledì etc sono giorni assolati e "pieni di possibilità - scrive -. Posso fare un picnic dove voglio, vicino ai fiori, sotto l'ombra dell'albero. Solo il sonno separa un giorno dall'altro, ma è una piccola distanza e non è difficile, la mattina dopo, riprendere da dove ho lasciato".



Ma ecco cosa accade se al quadro si aggiungono le ore da lavorare: improvvisamente fulmini e pioggia arrivano a dividere letteralmente in due la giornata. C'è ancora spazio per il picnic, ma è uno spazio ridotto, da ricavarsi e da godersi appieno prima che le nuvole tornino di nuovo il giorno successivo. "Il picnic deve essere inserito in quello spazietto e tutto il tempo non fai altro che guardare e pensare alla tempesta. Magari ogni tanto ci sono weekend senza lavoro, ma sono meno comuni del brutto tempo".

Dunque, l'ex dipendente arriva ad una conclusione: "Ecco in cosa il lavoro si è trasformato per me: una costante, cupa interruzione". Nonostante la decisione di abbandonare il suo impiego, ribadisce l'amore per la programmazione e spiega che ha moltissime idee che gli circolano per la testa, per videogame e nuovi linguaggi. Ma c'è un problema: "Molti di questi sono grandi sogni e hanno poco in comune con i sogni del mio datore di lavoro. Ho fatto del mio meglio per cercare un punto in comune tra questi due piani, ma alla fine la voglia di prendere uno stipendio ha avuto la meglio. Eppure, ad un certo punto, la tensione è diventata insostenibile e qualcosa o qualcuno andava sacrificato. Ho scelto di sacrificare il lavoro".

Fortunatamente a fargli da "cuscinetto" ha trovato alcuni vecchi progetti da rispolverare e da far fruttare. Non sa ancora cosa accadrà in futuro, con le spese quotidiane e il mutuo da pagare. "Mi sono licenziato solo da una settimana, ho l'impressione che sia stata un lungo weekend di libertà. Sono più felice, dormo meglio, mi lascio interrompere dal mio gatto". Scrive che spera che ognuno riesca a trovare un equilibrio tra lo stipendio e la sopportazione del lavoro: "Il sogno dovrebbe essere quello di fare ciò che ami, non essere l'ingranaggio della macchina di qualcun altro. Spero che tutti, prima o poi, troveremo il modo di arrivare a questo".

Ilaria Betti, L'Huffington Post


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C'ERA UNA VOLTA IL SISTEMA IMMUNITARIO



Nel corso degli anni sono avvenuti molti cambiamenti…
Ci sono state trasformazioni, evoluzioni e scoperte ma anche recessioni e passi indietro.
Ci hanno spesso ipnotizzato con credenze o convinzioni che poi si sono riscontrate infondate, altre colte hanno ingigantito il problema per far si che ognuno potesse abboccare..

L’ennesima ipnosi di massa cui siamo stati sottoposti riguarda la teoria dell’”immunizzazione da vaccino”..

Vi siete mai chiesti come mai fosse sempre pronto il l’antidoto miracoloso sotto forma di vaccini, ancor prima che arrivasse il ceppo influenzale????????????????????
Era già pronto per essere messo in commercio…

Vi hanno mai elencato le controindicazioni di un vaccino anti-influenzale?????
Ebbene, nonostante i possibili danni di tale medicina (perchè comunque è un farmaco a tutti gli effetti) il cittadine viene disinformato sulle eventuali reazione avverse….
Dovete sapere che VOI quando decidete di vaccinarvi date un consenso, e quel consenso comporta anche il diritto all’informazione. Dobbiamo sapere quali sono gli effetti, i vantaggi e gli svantaggi…
VE LI HANNO MAI DETTI? Scommettiamo che vi hanno risposto che avreste avuto solo un piccola “febbricciola”???

Pochi decenni fa ci hanno fatto credere che un’ inoculazione contenente metalli pesanti (veleni pericolosi per il nostro corpo) dovesse sostituirsi a ciò che per millenni era stato il nostro sistema immunitario.
(GUARDATE IL VIDEO partendo dal 4° minuto…)

Da allora le nostre difese immunitarie, sottoposte a vaccinazione hanno alzato bandiera bianca e con loro la nostra salute.

Ci hanno fatto credere che tutto ad un tratto esistevano delle “malattie incurabili” e pandemiche le cui cause non si conoscevano e che senza il vaccino avrebbero ridotto l’umanità all’ estinzione ed assieme ad essa anche il nostro sistema immunitario.
MA OLTRE AI BENEFICI DI TALI VACCINI, VI HANNO MAI ELENCATO I POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI???????
Tutto tace…..

Hanno saputo coinvolgere Università le quali era abbondantemente finanziate dalle solite banche ed industrie farmaceutiche, hanno tirato in ballo professori e medici per portare avanti il piano di promozione della vaccinazione.
Hanno saputo toccare in maniera strategica tasti delicati come la paura: l’industria dal più alto fatturato che sia mai esistita esista.

Ovviamente non vogliamo dire che essi non servono a nulla, ognuno è libero di credere e agire come vuole, ma è una convinzione errata è pensare che questi vaccini siano la soluzione primaria al nostro benessere…

Forse ci vogliono smemorati all’occorrenza, perchè così conviene e quindi:

– hanno “dimenticato” di dirci che nel latte materno da sempre ci sono tutti gli anticorpi e le sostanze nutritive che difendono il bimbo da tutte le malattie. Gli permettono una crescita sana e robusta ricca di tutto quello che serve.
Eh si…Perché doverlo dire? Anzi… In tv invece di promuovere l’allattamento materno, pubblicizziamo le varie marche di latte artificiale pieno di olio di palma!
– Hanno “dimenticato” inoltre di dirci che se non mangiamo cibo adatto alla nostra specie animale nasce la malattia. Dopotutto solo se il terreno è fertile per lo sviluppo di batteri e virus questi si sviluppano.
– Hanno “dimenticato” che la scarsità di condizioni igienico-sanitarie influisce sullo sviluppo delle malattie esantematiche.
– Hanno “dimenticato” di sensibilizzare l’opinione pubblica anche sui rischi e sulle controindicazioni.

Questi grandi “smemorati” nel 2009 NON hanno dimenticato di terrorizzare l’umanità con la cosiddetta influenza A (influenza più debole di un comune raffreddore, ma che secondo loro poteva portarci all’ estinzione di massa).
Ci hanno detto che dovevamo vaccinarci in massa su scala globale. Nonostante il terrorismo mediatico dei Tg la gente non ha abboccato, i vaccini stavano ancora nei magazzini a marcire a Natale, quando improvvisamente… la suina è morta. Non se ne è saputo più nulla. Chissà, forse con le feste sarà finita su un bel piatto di lenticchie.


Questi “smemorati” NON hanno dimenticato di terrorizzarci con l’ epidemia da Ebola nel 2013/2014… Altro virus creato in laboratorio. Eppure mi pare che vi siano stati tanti casi di guarigione GRAZIE AL MIRACOLOSO ANTIDOTO OVVIAMENTE CREATO IN LABORATORIO…Eh si, più miracoloso dell’acqua Santa. Magari questi scienziati avevano un legame stretto con Dio il quale ha passato loro la cura rigenerativa! O forse è più facile pensare che chi ha creato il virus in laboratorio è stato anche capace di eliminarlo??? Ovviamente utilizzandolo sono per chi fa comodo…Tanto che importa se qualcuno ci rimette le penne! Fatto sta che si andava sempre a cercare il morto oltre oceano, in luoghi dimenticati da tutti. Il Video dura 40 minuti ma vi chiediamo vivamente di vederlo! Caricateleo al 4° minuto ed ascoltate attentamente le parole.Troverete un ulteriore passaggio importante anche al minuto 14:30. E’ troppo interessante per passare inosservato! Dobbiamo diffondere perchè la gente deve sapere e non deve dimenticare!

http://renovatio-zak.blogspot.it/2013/10/cera-una-volta-il-sistema-immunitario

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domenica 27 novembre 2016

OSHO UCCISO PERCHE' PERICOLOSO PER IL SISTEMA

Osho venne sottoposto a «una serie di procedimenti illegali», e tenuto in stato di arresto per molti giorni in più rispetto a quella che sarebbe stata la normale procedura, senza che i suoi avvocati fossero avvisati dell’arresto. Venne trasferito in 12 giorni prigioni diverse, «senza motivo e senza una regolare procedura». In un carcere fu registrato col falso nome di David Washington: perché?

Fu tradotto in un penitenziario di contea e non nel carcere federale, dove per giunta rimase 4 notti anziché una, come previsto in genere per i prigionieri in transito. Leggendo la sua biografia, e il libro che alcuni suoi discepoli hanno scritto sulla sua morte, saltano agli occhi poi alcune cose.

Anzitutto la testimonianza di un detenuto in carcere per omicidio, Jonh Wayne Hearu, che al processo dichiarò di essere stato avvicinato per gettare una bomba sulla comunità di Osho.
Furono addirittura insabbiate le testimonianze di alcuni agenti federali, che dichiararono che stavano indagando su un’altra bomba, destinata non alla comunità di Osho ma al carcere nel quale il leader spirituale era stato tradotto. Gli uomini dell’Fbi fecero capire che si trattava di «telefonate partite da centri istituzionali», ma «l’inchiesta su questa vicenda venne insabbiata e il funzionario che stava indagando venne trasferito».


Il giorno dell’arresto, continua Franceschetti, erano pronti centinaia di militari che avevano circondato la comunità di Osho.

Erano «in assetto da guerra e con elicotteri da combattimento».

Il leader spirituale però «fu avvertito della cosa e quel giorno si fece trovare a casa di una sua seguace, dove si consegnò pacificamente».

Per giunta, da giorni, i suoi legali chiedevano notizie circa l’eventuale possibile arresto di Osho «il quale, nell’eventualità, voleva consegnarsi spontanemente».

Le autorità americane rassicuravano gli avvocati, ripetendo che non dovevano temere nulla. Eppure, «l’arresto fu effettuato a sorpresa e con la preparazione di un vero esercito».


Motivo? «A mio parere – dice Franceschetti – avevano preparato una strage, che fu sventata dall’allontanamento di Osho dalla comunità». Probabilmente, «per il governo la cosa migliore sarebbe stato provocare un incidente per poter uccidere Osho direttamente il giorno dell’arresto».

Giornali e televisione, che avevano sempre creato problemi alla comunità dipingendola come un covo di satanisti orgiastici, avrebbero liquidato l’eventuale Discepoli di Osho a Raineeshpurammassacro come l’inevitabile esito di un atto di ribellione da parte di fanatici fondamentalisti, una rivolta «repressa con le armi dall’eroico esercito americano».

Altro fatto inspiegabile: Osho disse di essere stato in carcere per 11 giorni, quando invece i giorni erano stati 12. «In altre parole, per un giorno Osho perse la memoria. Non fu mai chiarito il perché e il come». Resta il fatto che al guru fu riscontrato un avvelenamento da tallioche lo portò alla morte in pochi anni.

«Nei giorni successivi all’arresto, Osho fu trattenuto in carcere più del dovuto perché doveva prepararsi l’avvelenamento da tallio», che avvenne probabilmente «spargendo la sostanza nel letto dove Osho dormì». Era solito dormire su un fianco, e la parte del corpo che risultò agli esami maggiormente contaminata era proprio quella dove Osho aveva dormito. Una morte così sospetta, da mettere in allarme politici e intellettuali anche in Italia, firmatari di una denuncia scritta. Tra questi Lorenzo Strik Lievers, Luigi Manconi, Marco Taradash, Michele Serra, Giorgio Gaber, Lidia Ravera, Giovanna Melandri, Gabriele La Porta. «Il quadro dei fatti è impressionante», scrissero, «e gravissimi sono gli interrogativi che ne escono».

Per cui, «se coloro cui spetta non vorranno o non sapranno dare risposte persuasive, saranno essi a legittimare come fondata la denuncia dei discepoli di Osho». I firmatari chiesero l’apertura di un’inchiesta internazionale, per «far luce su questa pagina oscura», e per sapere «se, ancora una volta nella storia, il “diverso” sia stato prima demonizzato e poi eliminato nell’indifferenza generale».

Perché fu ucciso, Osho Rajneesh?
I suoi allievi accusarono «i fondamentalisti cristiani, che vedono Satana in tutto ciò che non è cristiano». Secondo Franceschetti, erano completamente fuori strada. Tanto per cominciare, «Bush padre, come il figlio e come Reagan (presidente al tempo dell’arresto di Osho) non sono cristiani nel senso “cristiano” del termine». Il cristiano vero «dovrebbe essere tollerante e amorevole verso tutti, e non dovrebbe per nessun motivo uccidere».

Loro? «Sono cristiani nel senso “rosacrociano”; fanno parte cioè di quel ramo dei Rosacroce deviato, l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro», e quando parlano di Dio e di Cristo «intendono questi termini in senso esattamente opposto al senso cristiano: non a caso in nome di Dio scatenano guerre uccidendo milioni di persone».

Bush ha spesso ha ripetuto che “Dio è con lui”. Già, ma «il Dio in nome del quale scatenano la guerra è il loro dio, Horus, non il Dio dei cristiani». Bush quindi «non è un cristiano», mentre Reagan e BushOsho «è più cristiano di molti “cattolici”, in quanto seguiva alla lettera i principi di amore e tolleranza che sono scritti nei 4 Vangeli».

Franceschetti indaga il profilo spirituale del crimine e la sua traduzione politica: «La comprensione e l’interiorizzazione dei principi su cui si basa la filosofia di Osho è idonea a scardinare proprio quei capisaldi su cui la massoneria rosacrociana basa la sua forza: ovvero il concetto della morte e il concetto del denaro».

Di fatto, con i suoi scritti, «Osho incita a non temere la morte, e a viverla come uno stato di passaggio, in cui addirittura si vivrà meglio che nel corpo fisico».

Quanto ai soldi, «nonostante girasse in Rolls Royce, non era attaccato al denaro: da giovane insegnava all’università ma rifiutò una promozione perché, disse, non voleva regalare ancora più soldi allo Stato con le tasse». Non si preoccupò mai del denaro, «perché sosteneva che nell’universo arriva sempre esattamente ciò di cui hai bisogno, nel momento giusto».

Le Rolls Royce?
«Arrivarono perché la sua comunità attirava anche gente ricca, e ciascuno metteva in comune ciò che aveva: gli avvocati gestivano gratis i problemi della comunità, i muratori costruivano, i medici curavano, i docenti di varie discipline insegnavano e, ovviamente, chi aveva soldi, donava soldi».

Secondo Osho, «il denaro e il lusso sono un mezzo come un altro, possono esserci o meno, ma non devono intaccare la serenità interiore, che invece si acquista con altri mezzi». Insegnava ad amare la vita, ma non ne era attaccato. Lo dimostrano le testimonianze dei seguaci che raccontano la sua ultima notte: rifiutò l’assistenza del medico personale.

«E’ il momento che me ne vada», disse. «Inutile forzare ancora le cose. Ormai soffro troppo, in questo corpo».

Per Franceschetti, dunque, «Osho faceva paura perché il sistema massonico in cui viviamo si basa su due fondamenti, la paura della morte e la paura della perdita economica».

Senza queste paure, il potere, che vive di minacce dirette o indirette (se ti opponi perderai il lavoro, perderai la vita, perderai l’onore perché ti infagheremo) non potrebbe resistere.

Senza la paura della morte (tua e dei tuoi cari) svanisce anche il ricatto familiare che si riassume nella frase: non ti opporre al sistema, se tieni alla tua famiglia.
A questo sistema la comunità Franceschetti di Osho contrapponeva un modello alternativo, basato sul mutuo aiuto: baratto e libero scambio di beni e competenze quotidiane, senza mercificazione.

«Anche dal punto di vista religioso, Osho poteva far paura», conclude Franceschetti. «Non ha fondato una sua religione, né si ispirava ad una religione particolare. Nei suoi libri e nei suoi discorsi utilizzava il Vangelo quando parlava a persone cattoliche, i Sutra buddisti quando parlava a buddisti, i Veda indiani quando parlava a induisti, e attingeva da fonti ebraiche, sufi e chassidiche».

Tra i tanti libri, scrisse anche “Le lacrime della Rosa mistica”, quella a cui si ispirano i Rosacroce. «Si possono leggere i suoi scritti, quindi, pur restando buddisti, cristiani, o ebrei. Ma dava una lettura dei testi sacri più moderna e al passo coi tempi, il che poteva far paura a coloro che ancora ragionano con schemi che risalgono a migliaia di anni fa, e che usano la religione come uno strumento per tenere sotto controllo le menti degli adepti».
Osho, in altre parole, «fu ucciso per lo stesso motivo per cui furono uccisi altri leader spirituali famosi, come Gandhi e Martin Luther King».

Soprattutto, «fu ucciso per la stessa ragione per cui vengono uccisi tutti quelli che si ribellano al sistema denunciandolo fin nelle fondamenta, dai cantanti, agli scrittori, ai registi, ai magistrati, ai giornalisti».

Il potere aveva ragione di temerlo: «La diffusione delle idee di Osho poteva contribuire a scardinare il sistema».

Se non altro, il suo pensiero non è andato perduto: lo testimonia la continua ristampa dei suoi libri, sempre più diffusi. «Per certi versi, Osho è più vivo che mai».

Fonte: http://www.libreidee.org/2015/05/insegnava-a-non-avere-paura-per-questo-osho-fu-ucciso/

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giovedì 24 novembre 2016

Il migrante con 4 mogli e 23 figli: "Prende 320mila euro di sussidi all'anno"

Ghazia A., siriano, è approdato in Germania dopo la fuga dalla Siria e ora vivie a Montabaur. Ha 23 figli, 4 mogli e - secondo i calcoli - 320mila euro di sussidio statale ogni anno

Una pacchia. La storia viene della Germania, dove Ghazia A. è approdato dopo la fuga dalla Siria. Una volta ottenuto il diritto d'asilo si è stabilito a Montabaur nella Renania-Palatinato.
Il rifugiato con 4 mogli, 23 figli e 320mila euro

Nel 2015, riportano la Bild e la Rhein-Zeitung, insieme alle sue quattro mogli e i 23 bambini ha preso la via della Turchia per arrivare fino nella terra della Merkel. Quando ha ottenuto l'asilo, visto che in Germania la poligamia è vietata, ha dovuto scegliere quale delle quattro donne far diventare la moglie ufficiale, così da assicurare a tutti i suoi figli le prestazioni sociali che lo Stato garantisce ai rifugiati.

La fortunata si chiama Twasif che ora è la consorte "principale" e "ufficiale" insieme a 5 bambini. Secondo quanto scrive Rt, inoltre, le altre donne sono state considerate dalle autorità delle "partner" e si sono divise i bambini in parti uguali. Non vivono tutti nello stesso paese, e così Ghazia è costretto a girare avanti e indietro per visitarle. "Secondo la nostra religione ho il dovere di visitare ogni famiglia allo stesso modo e non dare la priorità nessuno di loro," Ghazia A. detto alla Bild. Per questo si assenta spesso dalla sua casa.

La sua storia ha scatenato la reazione dei cittadini tedeschi. Sui social è nata una protesta contro i sussidi di cui pare possa godere il rifugiato. Un manager finanziario tedesco ha pubblicato sul sito della "Associazione dei datori di lavoro" un calcolo di quanto lo Stato tedesco starebbe pagando per l'intera famiglia: circa 360mila euro all'anno.

Non ci sono al momento conferme dalle autorità in merito ai sussidi che Ghazia, le quattro mogli e i 23 figli otterrebbero. "Avrei piacere a lavorare", ha detto lui. Ma secondo Guido Göbel, un funzionario locale di Montabaur, il Comune sta soffrendo per coprire gli oneri finanziari che provengono dalla ospitalità della famiglia siriana.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/migrante-4-mogli-e-23-figli-prende-320mila-euro-sussidi-1323875.html


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12 DICEMBRE BLOCCHIAMO L'ITALIA

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"I Giorni dei Politici Sono Finiti"

Una cosa è più che certa: i giorni dei politici sono finiti. Che potere hanno i politici? Siamo stati noi a dare loro tutto il potere di cui si sentono padroni. E possiamo riprendercelo. Non è loro, appartiene a noi. Dobbiamo solo trovare il modo, perché dare potere è molto facile, ma riprenderselo è un po’ più difficile....

Il potere è nostro, ma quella gente continuerà a conservarlo, se le masse continueranno a sostenerli e le masse possono essere convinte a fare qualsiasi cosa. Le persone che avranno il potere devono essere preparate a gestirlo. Fino a oggi, per migliaia di anni, nessuno è mai stato educato in questo senso. Se una persona vuole fare il pugile, non la buttate sul ring dicendole: “Datti da fare! Devi imparare”. Se una persona vuole diventare uno schermidore dovrà allenarsi per anni, altrimenti non saprà neppure tenere in mano la spada e le sarà impossibile usarla per combattere. Come prima cosa dovrà imparare a estrarla dal fodero e a tenerla in mano. Si dovrà allenare. Non date in mano una chitarra a qualcuno che non ne ha mai vista una, aspettandovi che suoni come un Mozart o un Ravi Shankar. Ecco perché propongo che in ogni università nascano due nuove facoltà: la prima sarà un istituto per la “deprogrammazione”. La seconda facoltà sarà l’istituto per la meditazione, perché la semplice deprogrammazione non è sufficiente. Questa ti ripulisce da ogni contaminazione, ma restare vuoti è difficile: presto torneresti a raccogliere im­mondizia. Da solo non saresti capace di imparare a vivere felice nel tuo vuoto interiore e l’arte della meditazione consiste proprio in questo. Per cui questo istituto ti fornirà l’aiuto della meditazione. Non sono necessarie cose complesse: sono le università e gli intellettuali che hanno la tendenza a complicare le cose! È sufficiente un semplice metodo di osservazione del proprio respiro: ogni giorno, per un’ora, dovrai andare in quell’istituto per stare semplicemente seduto in silenzio a osservare il processo della tua mente, mentre la tua attenzione resta focalizzata sul respiro. Non occorre fare nulla. Sii un semplice testimone, un osservatore, uno scrutatore, guarda il movimento della mente: lo scorrere di pensieri, desideri, ricordi, sogni e fantasie. Resta semplicemente distaccato, tranquillo, senza criticare, senza giudicare. Quando afferri il meccanismo, diventa la cosa più facile del mondo. Per ciò che concerne la meditazione, vanno ricordate alcune cose essenziali: la prima è lo stato di rilassamento, privo di lotta, di controllo, di concentrazione. La seconda è l’osservazione attenta: sii testimone di qualsiasi cosa accada dentro di te. E come terza cosa, non sviluppare giudizi o analisi su ciò che succede. Sii un semplice osservatore. Il corpo cambia, la mente cambia, le emozioni cambiano: solo il testimone resta sempre lo stesso. Praticando l’osservazione, noterai che le nuvole dei pensieri e delle emozioni pian piano inizieranno a disperdersi, facendo apparire il vasto cielo azzurro del tuo essere interiore: proverai cosa sia andare al di là della struttura corpo-mente-cuore. E quando avrai sperimentato questo stato dell’essere, avrai assaporato la meditazione: e la meditazione è pace, gioia e appagamento.
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Fonte: "Osho, La Grande Sfida", Bompiani Editore

Pubblicato da Risveglio Edizioni







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mercoledì 23 novembre 2016

Viviamo l’era dell’incertezza e del quasi

Viviamo l’era dell’incertezza e del quasi. Se osserviamo la vita quotidiana, in tutti i settori, salvo rarissime eccezioni ci rendiamo facilmente conto che è così. Ci sono delle quasi cure solo che le industrie farmaceutiche continuano ad arricchirsi e la gente non guarisce mai definitivamente e prendono medicine chimiche a vita. Poi vai a scoprire che ci sono medici indipendenti che hanno trovato la verità, cioè che oltre il 90% delle malattie derivano da intolleranze alimentari, le persone si alimentano bene e risolvono veramente la malattia.
Ci danno delle quasi macchine che non dovrebbero inquinare ma il pianeta e ridotto malissimo, poi vedi che ci sono molti sistemi che ridurrebbero l’inquinamento ma non vengono diffusi.
Ci danno delle quasi soluzioni economiche da super professori della finanza ma in realtà la quantità di poveri aumenta sempre più.
Scriverne ancora è quasi noioso, andate avanti da soli e vedrete che troverete in ogni settore una quasi soluzione.
L’igiene orale e la prevenzione dalle carie non fa eccezione ci danno dei dentifrici che prevengono quasi le carie ma poi quasi tutti hanno carie e spese di cura dentale non indifferenti.
In primo luogo il problema è dare vere informazioni definitive per la prevenzione dalle carie. Blancodent ha deciso di dare un messaggio chiaro e definitivo, qualcosa che non lascia dubbi, e qui vorremmo fare un esempio che tutti possono capire:
La prima cosa che ci viene insegnata con un automobile è che se non ci si mette l’olio fondi il motore e questo ti costerà come minimo 3000 euro l’anno.
Per la prevenzione dalle carie sembra una follia ma non viene detto in modo perentorio, chiaro e definitivo questo:
Se non usi prodotti che puliscono i denti, veramente avrai carie. Su questo non devi avere dubbi, e neppure la parola forse, avrai carie punto e basta e questo ti costerà migliaia di euro come nel caso dell’automobile se non vi ci metti l’olio.
Possono esserci minuscole varianti meno del 5% di chi ha una genetica fortissima in cui le carie avvengono in modo più lento se non ci si lava i denti bene, o ad alcuni più velocemente per genetica o altre patologie, ma non ti far fuorviare da piccolissime percentuali e informazioni meno importanti, tieni a mente solo questo:
Come nel caso di automobile senz’olio fondi il motore, se i denti non vengono lavati con prodotti che li puliscono veramente avrai carie.
Cosa ci ha indotto in errore? la cultura del “quasi”…
Informazioni quasi giuste su come proteggersi dalle carie, solo che è rarissimo trovare una persona che non ne abbia mai avute. Prodotti che quasi lavano i denti.
Detto questo da cosa bisogna pulire i denti? Bisogna pulirli dai batteri acidofili, sono batteri che vivono negli acidi, questi batteri come qualsiasi organismo vivente si devono nutrire e si nutrono dei nostri denti, quando intaccano lo smalto il gioco è fatto, ecco un buco nero che è la carie.
Quindi la prima cosa che dovrebbe essere detta su ogni dentifricio, che è alcalino (non acido) e che è in grado di fissare questi antiacidi sui colletti dentali come un nutrimento, sembra ancora una follia, ma l’avete mai visto scritto forte e chiaro nelle confezioni? Vengono date migliaia di informazioni diverse ma non detto chiaramente questo.
La seconda cosa è che è in grado di nutrire i denti e di rafforzarli in tutta la struttura sottostante che li collega all’osso, ai vasi sanguigni ecc…
La terza cosa che non viene detta con forza e che i dentifrici in tubetto contengono addensanti e molte altre sostanze chimiche non commestibili. Gli addensanti creano una pasta gommosa che non permette alle sostanze pulenti di pulire veramente i denti, è come se si cercasse di pulire un pavimento mettendoci sopra un tappeto, inoltre non permettono di nutrirli con elementi nutrienti antiacidi anche perché il corpo rifiuta per nutrimenti cose chimiche.
Per semplificare tutto questo e per chiarezza di messaggio se un dentifricio è in tubetto ha sempre addensanti e quindi non adempirà alla sua funzione.
Per essere ancora più precisi sottolineiamo non ci sono eccezioni se un dentifricio è in un tubetto ha sempre addensanti, anche se fosse in gel avrebbe addensanti, non si riesce a produrre un gel se non si usa un addensante, se non c’è l’addensante che è una sostanza gommosa dal tubetto esce acqua.
Cosa deve avere un vero dentifricio?:
  1. Deve essere antiacido. Blancodent lo è
  2. Deve avere sostanze commestibili per nutrire i denti, blancodent le ha.
  3. Non deve contenere addensanti e schiumogeni che impediscono pulizia e nutrimento, Blancodent non ne ha.

Ormai in vent’anni d’esperienza ne siamo certi: Ci sono migliaia e migliaia di testimonianze di chi usa blancodent, è vero c’erano carie preesistenti ed erano da curare, ma con il corretto e costante uso di Blancodent non ce ne sono state di nuove, salvo rare patologie d’altro tipo più che altro dell’organismo in generale, ma anche in questo caso sicuramente Blancodent ha aiutato; se si fossero usati comuni dentifrici in caso di patologie sarebbe stato ancora peggio.
A noi che siamo in questo settore ci piange il cuore sentire comunemente ogni giorno nuclei familiari di 4 persone, due ragazzi di 14 e 16 anni già con previsione di spese dentali già di una decina di migliaia di euro che si sommano ad altrettanti per i genitori.
Se la domanda fosse “potevano essere evitate queste spese per cure dentali?”
La risposta sarebbe sì: usando i corretti prodotti.

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i social hanno ucciso la socialità

Non sei stufo di vivere una vita finta in un mondo finto?Davvero non sei ancora stufo di questo mondo finto?

Con quale arroganza ci definiamo civili e ci crediamo la razza migliore? Ma le hai viste le nostre città? Le hai mai osservate bene? Hai visto come vivono ammassati i tuoi simili?
Quanti anni di lavoro devono svolgere per pagarsi un buco di cemento tra altre centinaia di buchi uguali?


E la gente l'hai vista bene?

Si, proprio quella che quando la incontri per strada, al bar o al lavoro è sempre sorridente e fiera di se, ma che dentro è afflitta da un vuoto profondo proprio come te, e quel vuoto non lo si potrà mai colmare con l'ultimo modello di Iphone, con il vestitino firmato e i 300 like sulle proprie foto, no perché quel vuoto che molti percepiscono è un vuoto esistenziale causato dal vivere una vita finta in un mondo finto.

Nessuno è più se stesso, nessuno può essere più se stesso, altrimenti nell'era dei social e delle notizie in tempo reale, scatta la derisione sociale, ma te lo immagini un ragazzo che oggi decide di fare una dichiarazione d'amore ad una ragazza portandole un mazzo di rose a scuola? Pensa a tutti quei telefonini pronti a riprendere la scena e pensa alla vergogna infinita che lui proverebbe se lei rifiutasse davanti a tutto il mondo quei fiori, in breve diverrebbe lo zerbino del web, come spesso accade oggi sotto altri esempi ed altre storie,

Questa doveva essere l'era della comunicazione globale e invece l'abbiamo trasformata nell'era del degrado, del superficialismo e del narcisimo ossessivo.

Oggi viviamo di consensi e di amore per se stessi, ogni foto sembra avere lo scopo di mettere in evidenza il nostro corpo, accompagnata, non si sa perché, da frasi filosofiche che nulla centrano con tette, culi e rossetti, e che, cosa ancora più tragica, vengono postate senza mai citarne l'autore originale, prendendosi ingiustamente anche i meriti di tale pensiero.

Non è questo un mondo finto?

I social erano nati per "cuccare" dicevano, perchè permettono di conoscere potenzialmente molti più parten rispetto a 10 anni fa, ma non è così. Da parte maschile posso dire che le ragazze dall'era dei social sono diventate sempre più maleducate, tanto da dimostrarsi spesso disinteressate anche solo ad iniziare una conversazione, a rispondere ad un banale "ciao".

Gli anni 90 per fortuna erano diversi, quando uscirono i primi telefonini che facevano le foto (con qualità davvero pessime), avevamo a disposizione solo le vacanze di Natale e quelle estive per messaggiare gratis, e gli sms erano limitati, 100 al giorno se non sbaglio, allora non si sprecava un messaggio per inserire soltanto una parola, si doveva ingegnarsi di scrivere cose brevi ma sensate e ricordo che a quei tempi si usava scambiarsi i numeri tra amici e si finiva così a messaggiare giornate intere con persone che non si conoscevano, in un certo senso, c'era molta più socialità di adesso, pur con molta meno tecnologia.


La sera si passeggiava con gli amici per le vie del paese, si incontravano giovani coppie innamorate sedute sulle panchine e compagnie di amici tutte in motorino, i bar erano sempre pieni e si passeggiava anche sotto la pioggia pur di far quattro chiacchiere...

Oggi invece quel che interessa è sentirsi socialmente accettati da una società di per se in overdose di ignoranza. Nessuno osa più essere se stesso per non essere etichettato come "strambo"o "matto".

Possiamo dire che i social hanno ucciso la socialità, anche se la colpa infondo è sempre e solo nostra, abbiamo permesso alla tecnologia di seccare i nostri cuori.

Siamo gente senz'anima che studiamo per diventare qualcuno, invece che per migliorare le condizioni del prossimo, lavoriamo come muli e invece di sognare un altro stile di vita, più semplice, meno stressante e più felice, ci concentriamo solo al come spendere il nostro prossimo stipendio.

Nei nostri cieli inquinati non si vedono più le stelle, e noi con la testa sempre rivolta verso il basso in quel cazzo di schermo luminoso a stento ce ne siamo accorti.

La nostra terra è avvelenata di pesticidi, fertilizzanti chimici, dell'immondizia che negli anni è stata sepolta, ma anche questo non sembra interessarci e anzi chi ne parla viene definito un paranoico che si preoccupa di tutto.

La tv ci trasmette pubblicità di macchine nuove, di vestiti e di vacanze dispendiose e noi siamo disposti ad accettare lavori indignitosi, a farci trattare come cani pur di poterci permettere quella vacanza o quella macchina, e perché?

Solo per fare colpo sugli altri, per poter dire al mondo "guardate, sono a Parigi o a New York".
Perché quindi dico che siamo persone finte in un mondo finto?

Perché non abbiamo più radici, non sappiamo chi siamo ne perché siamo qui, a dire il vero non c'è ne frega un cazzo neppure di rispondere a queste domande poiché siamo ormai solo dei contenitori vuoti, progettati per sgobbare dal lunedì al venerdì e per distruggersi di alcool una volta la settimana nei locali, esibendo i nostri corpi e i nostri beni materiali.

Il prossimo passo? Scontato direi...diverremmo i primi robot di carne della storia dell'umanità.

Daniele Reale

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martedì 22 novembre 2016

Referendum. L’Italia in bilico tra democrazia e oligarchia

Da sempre ho sostenuto che la nostra carta costituzionale avesse bisogno di una svecchiata. In questo senso ho sempre ritenuto che il parlamentarismo sia uno dei peggiori sistemi di governo, soprattutto se accompagnato dal meccanismo del bicameralismo perfetto. Eppure, se questa è una considerazione ineluttabile, non è certo accettabile che a mettervi mano sia un unico partito, peraltro erede del comunismo storico, e per ragioni che esulano dal miglioramento del sistema di governo.

Ho già spiegato che la “riforma” costituzionale attuale non amplia la partecipazione democratica dei cittadini. Semmai va nella direzione opposta: la restringe e obbliga la nostra democrazia all’interno di paletti che permettono alle oligarchie dominanti di rarefare il rapporto di responsabilità politica con gli elettori. Il risultato è un sistema di governo formalmente democratico, ma sostanzialmente elitario e oligarchico.



In cambio, l’illusione che viene data ai cittadini, soprattutto ai meno informati e a quelli politicamente polarizzati, è la velocizzazione dei processi decisionali e un abbattimento dei costi

della politica. Ma è chiaro che la velocizzazione dei processi decisionali è stata prevista per meglio soddisfare gli interessi delle élite e dei poteri forti, che più non tollerano le “lungaggini” dei processi democratici, considerati peraltro un ostacolo alla progressiva cessione di sovranità in favore degli organismi eurocratici.

Quanto invece all’abbattimento dei costi della politica, è altresì chiaro che ci troviamo davanti a uno specchietto per le allodole. Il risparmio di spesa derivante da questa riforma è davvero ridicolo e irrilevante nel mare magnum dei costi della politica italiana. E’ come risparmiare sul prezzo del caffè in una cena che viene a costarci 500 euro. Certo è però che trattasi di una propaganda di grande impatto agli occhi dei disinformati e di chi prende per oro colato le chiacchiere renziane, il cui fine unico è convincere a rinunciare a pezzi sempre più ampi di democrazia elettiva.

Le insidie di questa riforma sono note. Ne ho già ampiamente parlato in diversi articoli su questo blog. Ma giova ricordare che la peggiore in assoluto, o meglio uno dei suoi punti qualificanti, è la modifica dell’art. 117 Cost., che costituzionalizza definitivamente il principio di supremazia dell’ordinamento dell’Unione Europea su quello nazionale (statale e regionale). Sicché, qualora si volesse in un prossimo futuro uscire dall’Unione Europea, ciò non sarebbe possibile senza un procedimento di revisione costituzionale, che con la riforma attuale, qualora passasse, diventa davvero in salita. In altre parole, viene blindata la nostra permanenza nella UE.
© 2016 NotaLibera.it


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domenica 20 novembre 2016

BAGNI DI FORESTA

E se gli psichiatri prescrivessero gite nei boschi anziché antidepressivi?
Gli “Shinrin-yoku” (letteralmente “bagni nella foresta”) sono una pratica comune in Giappone e consistono in brevi visite nei boschi che permettono di respirare sostanze volatili capaci di migliorare l’intera funzione immunitaria. Una camminata o escursione in una foresta corrisponde ad una pratica naturale di aromaterapia. Evidenze scientifiche hanno dimostrato come questa possa ridurre in maniera significativa ansia, depressione e rabbia.

Grazie alla presenza di fragranze e profumi, in particolare modo quelli emanati dalle conifere (fitoncidi), comunemente noti come “oli essenziali legnosi”, il rischio di problemi psicosociali legati allo stress risulta essere inferiore negli individui che compiono regolarmente tali immersioni nei boschi come parte integrante del loro stile di vita. (1, 2)

Le resine prodotte dalle piante nelle foreste sono principalmente composte da terpeni, molecole lipidiche che ricoprono un ruolo chiave nei rimedi erboristici tradizionali (oltre che ad una varietà di scopi, da aromi per la cucina a profumi di detergenti).

La natura ci offre un’incredibile varietà di terpeni di immensa importanza per tutti noi. Sono infatti più di 10.000 i terpeni individuati fino ad ora, diversi tra loro in struttura, aroma e funzione.

Alcuni esempi sono l’umulone, costituente del luppolo, responsabile del sapore amarognolo della birra; il mentolo, parte integrante di molti dentifrici; la citronella comunemente usata in detersivi liquidi; il geraniolo, presente negli spray anti-zanzare e la lavanda, per tisane serali…

Alcuni terpeni dimostrano proprietà anti-depressive e calmanti, con effetti ansiolitici.

Chiaramente, ad esclusione di specifiche allergie, questi terpeni sono sostanze ampiamente sicure e vengono perciò utilizzate in un’ampia gamma di attività umane. Ciò nonostante, le potenzialità dei terpeni non vengono ancora prese con la giusta considerazione dalla maggior parte di psichiatri e psicologi. (3)

Queste sostanze mostrano inoltre una grande biodisponibilità. Questo significa che gli effetti positivi dei terpeni possono essere riscontrati anche a concentrazioni impercettibili nel siero, e che possono quindi essere assorbiti facilmente tanto attraverso la respirazione quando l’ingestione e l’assorbimento cutaneo. (4, 5)


sabato 19 novembre 2016

VERSO UNA POST-UMANITA'

Abbiamo più volte osservato come sia in atto, a causa di una serie di fattori, una vera e propria mutazione antropologica, per cui si sta creando, fra le nuove e le vecchie generazioni, un divario che è molto più grande e che è, soprattutto, qualitativamente diverso da qualunque altro possa essersi mai prodotto nelle epoche precedenti. Infatti, non solo è cambiato il modo di pensare e di sentire, ma sono cambiati i meccanismi stessi del pensare e del sentire; il cervello e il cuore dell’uomo non funzionano più come una volta: di conseguenza, qualunque tipo di comunicazione è divenuto impossibile, perché non solo il linguaggio, ma il retroterra del linguaggio – sensibilità, volontà, memoria, intelligenza, cultura – ha assunto una struttura totalmente nuova, senza più punti di contatto con quello che Stefan Zweig chiamava il mondo di ieri. Fra non molti anni, quando gli ultimi rappresentanti dell’umanità pre-moderna saranno usciti di scena, si verificherà una situazione del tutto inedita: per la prima volta nella storia, il progresso procederà nell’ignoranza totale della tradizione, ed il nuovo verrà costruito senza più il minimo legame con il vecchio. Non ci saranno più persone in grado di leggere ecapire veramente, non diciamo la Divina Commedia, ma neppure i Promessi Sposi, anzi, neppure Il cavallo rosso di Eugenio Corti, oL’Albero degli zoccoli del regista Ermanno Olmi: sarà come ripartire da zero, da una tabula rasa. Le cose del passato, anche recente, appariranno remote e incomprensibili, quanto oggi ci appaiono remote e incomprensibili le piramidi maya sprofondate nella giungla, o i templi khmer o le piramidi d’Egitto. Il tempo si è appiattito, la sua profondità è scomparsa: già oggi, per molti ragazzi, compresi molti studenti di liceo, non v’è differenza fra Risorgimento e Rinascimento (e, infatti, spesso li confondono), oppure fra Bach e Beethoven, per il semplice fatto che un evento passato da quattro o cinque secoli appare loro remoto e incomprensibile quanto lo è uno che sia trascorso da 200 o 150 anni...

È INQUIETANTE SENTIRE QUESTA GENTAGLIA

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Fabio Massimo Castaldo

riforma del Ministro Boschi, si ergevano a fieri difensori della sacra Carta costituzionale.
Le critiche che allora venivano mosse ricordano molto da vicino le ragioni che oggi ci spingono a impegnarci attivamente in difesa della Costituzione.
La situazione è a dir poco surreale, non trovate?
Oggi, riascoltando le loro argomentazioni, ci si chiede quali siano i veri interessi di questi signori. Ormai è evidente che non agiscono in funzione del bene collettivo ma perseguono un oscuro obiettivo antidemocratico.
Anche per questo Il #4dicembre, #Iodicono al #referendumcostituzionale

L'esperimento di Asch - Il conformismo

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Nel 1956, Asch realizzò l'esperimento che lo rese noto nell'ambito della psicologia sociale.
L'assunto di base del suo esperimento consisteva nel fatto che l'essere membro di un gruppo è una condizione sufficiente a modificare le azioni e, in una certa misura, anche i giudizi e le percezioni visive di una persona. Il suo esperimento si focalizzava sulla possibilità di influire sulle percezioni e sulle valutazioni di dati oggettivi, senza ricorrere a false informazioni sulla realtà o a distorsioni oggettive palesi..
Il protocollo sperimentale prevedeva che 8 soggetti, di cui 7 complici dello sperimentatore all'insaputa dell'ottavo, si incontrassero in un laboratorio, per quello che veniva presentato come un normale esercizio di discriminazione visiva. Lo sperimentatore presentava loro delle schede con tre linee di diversa lunghezza in ordine decrescente; su un'altra scheda aveva disegnato un'altra linea, di lunghezza uguale alla prima linea della prima scheda. Chiedeva a quel punto ai soggetti, iniziando dai complici, quale fosse la linea corrispondente nelle due schede. Dopo un paio di ripetizioni "normali", alla terza serie di domande i complici iniziavano a rispondere in maniera concorde e palesemente errata; il vero soggetto sperimentale, che doveva rispondere per ultimo o penultimo, in un'ampia serie di casi iniziava regolarmente a rispondere anche lui in maniera scorretta, conformemente alla risposta sbagliata data dalla maggioranza di persone che aveva risposto prima di lui. in sintesi, pur sapendo soggettivamente quale fosse la "vera" risposta giusta, il soggetto sperimentale decideva, consapevolmente e pur sulla base di un dato oggettivo, di assumere la posizione esplicita della maggioranza (solo una piccola percentuale si sottraeva alla pressione del gruppo, dichiarando ciò che vedeva realmente e non ciò che sentiva di "dover" dire).

venerdì 18 novembre 2016

Alejandro Jodorowsky: "La scuola? Una cospirazione contro il risveglio delle coscienze."


“Viviamo in un mondo materialista costruito sul furto, la competizione, lo sfruttamento, l’egoismo… Tutto è predisposto per impedire alla coscienza di svilupparsi, perchè la coscienza disturba, confonde.


Il sistema scolastico mantiene i bambini a un livello distante dalla presa di coscienza, un livello che impedisce al mondo di cambiare.


Esiste una evidente cospirazione che tende a mantenere il mondo così com’è, su fondamenta prive di morale. A sessant’anni, al tramonto della vita, gettiamo gli esseri umani nella pattumiera della società.


Li abbiamo abituati da sempre a quest’idea e, accettandola, gli individui vivono accompagnati dall’angoscia di raggiungere questa età critica. Ci troviamo all’interno di una società criminale che distrugge l’essere: la cospirazione contro il risveglio.”


Alejandro Jodorowsky
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BASTA UN SÌ, LA LUSINGA DI OGNI TRUFFA IN OGNI EPOCA


La campagna dei renziani ha come slogan : Basta un SI. Sembrano le sfacciate e complici parole dei truffatori di tutte le epoche, di tutte le storie. Basta un piccolo SI e la tua vita cambia, immagino abbiano detto i venditori di titoli spazzatura, di prestiti usurai, di medicine miracolose fatte di acqua sporca, di abitazioni fatiscenti presentate come regge, di posti di lavoro, carriere, speranze.

Basta un piccolo SI dice Mefistofele al frastornato Faust. Il principio della truffa è sempre lo stesso: giocare sulla illusione che con il minimo sforzo si ottenga il più grande dei risultati.

È vero invece che basta un SI per distruggere la Costituzione .... Come è bastato uno svelto SI del parlamento per eliminare quell'articolo 18 frutto di decenni di lotte del lavoro. E un SI ancora più veloce ha distrutto il sistema pensionistico pubblico, e un altro SI ha devastato la scuola, che non è più buona anche se così beffardamente la chiamano.
Un SI è velocissimo a distruggere, i diritti di tutti come il benessere di una singola persona, basta un SI incauto o inconsapevole per rovinarsi.

Invece il NO non basta. Serve certo, ma chi lo esprime sa perfettamente che non basta. Il NO impedisce il disastro, manda a monte la truffa, manda in bestia il truffatore, ma non basta a cambiare. Ma è proprio questa la forza e la superiorità del NO.

Chi finisce per credere che basti un SI per vivere nel Paese dei Balocchi, rischia come Pinocchio di vedersi trasformato in asino. Chi dice NO invece sa benissimo che poi dovrà darsi da fare. Fermare la distruzione è indispensabile, ma poi bisogna cominciare a ricostruire.

Chi crede che basti un SI è stanco e rassegnato, è schiacciato dal passato e si augura che tutto finisca presto. Chi sceglie il NO resta sanamente diffidente, perché sa che poi si deve andare oltre, poi si deve pensare al, e persino lottare per il, futuro. Per questo il NO, che serve ma non basta, deve assolutamente vincere.

giovedì 17 novembre 2016

RENZI CONTRO L’EUROPA? UNA SCENEGGIATA IMBARAZZANTE

Siamo a due settimane dal voto e Renzi va avanti con la sua “linea dura contro l’Europa” cercando pietesamente di prendere qualche voto… Ma, caro Renzi, proprio tu ti comporti così? E’ chiaro lo stampo di questa riforma, fortemente voluta dal “sistema”: dalle banche, dalle lobby e proprio dall’oligarchia europea che tu fingi di combattere. Tu, Matteo Renzi, che cosa hai fatto materialmente per questo paese? Che contributo concreto hai portato? Dove eri quando il popolo si è mosso contro il TTIP a difesa del Made in Italy? Dove eri quando decine di migliaia di persone manifestavano contro la direttiva Bolkestein? Dove era il tuo Governo quando alla prova dei voti – più e più volte – abbiamo provato a tutelare i cittadini duramente colpiti da queste imposizioni europee? Matteo… non c’eri… Non eri in piazza, non eri in un consiglio dei ministri per promuovere atti o iniziative a favore dei tuoi concittadini, tu eri a Bruxelles in ginocchio di fronte a quegli stessi poteri forti contro i quali oggi dici di schierarti.

via MoVimento 5 Stelle Camera


CARLO RUBIA A CI PARLA DEL CLIMA E CO2





Sembra ormai chiaro che la “storia” del riscaldamento globale che sta causando l’uomo è una vera e propria bufala creata ad arte per ottenere principalmente due scopi:

Arricchirsi con gli svariati parametri da rispettare e sanzioni che ne conseguono, creare un problema a livello globale per far credere alla popolazione che necessiti una soluzione e di conseguenza un unico governo globale.

Purtroppo per quelle persone che ancora ci credono (alcuni di loro in buona fede) la temperatura aumenta e diminuisce da milioni di anni e sicuramente non a causa delle “umane” immissioni di co2.

Qui di sopra condividiamo il video del fisico Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica del 1984,
nel discorso che fece al Senato del 2014.

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mercoledì 16 novembre 2016

IL FLUORO E' UN VELENO

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LE PREMESSE DI UNA CATASTROFE

Con l’euro, e l’emissione di titoli di debito pubblico nella moneta “forte”da parte di paesi ad economie deboli, si doveva capire che “il rischio obbligazionario sovrano sarebbe stato misurato in base ai bund tedeschi, tradizionalmente i titoli a rendimento più basso in Europa. Non passò molto tempo prima che il differenziale tra i bund e gli altri titoli di debito nell’Eurozona venisse considerato un’opportunità di profitto piuttosto che un segnale di rischio relativo.

Ossia: chi aveva soldi (le banche tedesche, piene di profitti delle esportazioni) li investirono i titoli pubblici di Italia, Grecia, Portogallo, Spagna, perché “rendevano di più”. Il rischio di investire in questi paesi parve artificialmente annullato: questi paesi “non potevano fallire” perché sotto l’ombrello della moneta comune – garantita dalla Germania.

“Le banche, le compagnie di assicurazione e i fondi pensione hanno beneficiato del notevole aumento dei prezzi delle obbligazioni emesse dai membri periferici dell’Unione Europea, e hanno investito di conseguenza. A loro volta i paesi periferici erano fin troppo disposti a soddisfare questa domanda mediante l’emissione di enormi quantità di debito, in violazione del Trattato di Maastricht. Il credito bancario s’ampliò, lasciando il sistema bancario commerciale altamente esposto”.

La Grecia è fallita perché ha emesso buoni del suo Tesoro a vagonate, e Deutsche Bank (e tutti gli altri enti finanziari tedeschi) li hanno comprati. Quando poi è fallita, Deutsche Bank (e Berlino) non vogliono riconoscerne l’insolvenza, non la lasciano fallire; le impongo austerità disumane, e intanto le prestano miliardi su miliardi perché possa continuare a pagare i ratei a Deutsche Bank. Berlino non si riconosce corresponsabile: impone austerità anche a Italia e Spagna e Portogallo, perché rivuole i suoi soldi. Con ciò, affossandoci sempre più nella recessione, e nell’insolvenza. Ma se coi paesi piccoli, Grecia, Portogallo e Cipro, “la Germania, guidata dal suo Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, è riuscita a sottomettere e ora sono zombie economici. Il vero problema viene con l’Italia, anch’essa sull’orlo del fallimento e con un rapporto debito/PIL oltre il 133% e in aumento. Se l’Italia andrà a gambe all’aria, sarà seguita da Spagna e Francia. Herr Schäuble non può forzare i creditori tanto facilmente, perché in questa fase l’intero sistema bancario della zona Euro finirà nei guai, così come il governo tedesco stesso. I risparmiatori tedeschi stanno diventando consapevoli che saranno loro a dover pagare il conto”.

Tanto più che per la loro ottusa avidità, sono stati irretiti nel “Bizzarro” sistema di saldi chiamato TARGET 2”: cioè il sistema di pagamento interbancario escogitato per i grossi pagamenti in euro in tempo reale. Un italiano o un greco che compra una BMW non lo sa, ma il suo pagamento viene alla Germania attraverso il TARGET 2, dove le banche eurozona si compensano crediti e debiti in tempo reale. Ovviamente – chi l’avrebbe detto? – l’Italia e la Grecia hanno accumulato enormi passivi, e la Germania un enorme attivo lì. 500 miliardi, diciamo. McLeod., brutale, spiega: “TARGET è il mezzo attraverso il quale i paesi membri avrebbero potuto acquistare a credito le merci tedesche. Buon per la Germania, ma il problema era che il credito veniva fornito dalla Germania stessa. È come se prestaste denaro all’acquirente della vostra attività in quella che risulterebbe una transazione truccata. Questo difetto nella costruzione del sistema è ora un vulcano pronto ad eruttare in qualsiasi momento”. Se si disgrega l’euro e i paesi tornano alle monete nazionali, vanno in bancarotta, ma la Germania perde i suoi crediti di 500 miliardi.”.

Conclusione: “Ci sono tutti gli elementi per una catastrofe politica ed economica. Resta da vedere se sarà innescata da elementi interni o esterni. In entrambi i casi, la crisi della zona Euro ora sembra essere solo una questione di mesi”.


lunedì 14 novembre 2016

«Sono scappata via dai Testimoni di Geova»

Quando Sara disse ai genitori che non voleva più essere una Testimone di Geova, il padre le rispose che l’avrebbe preferita morta. Invece, uscita dalla Congregazione, ha iniziato la sua nuova vita. E la racconta in un film

Uno dei primi ricordi di Sara è una fetta di torta. La mangiò all’asilo, in occasione del compleanno di un compagno di classe. Tornò a casa e disse a sua madre: «Ho fatto una cosa bruttissima». La famiglia di Sara appartiene ai Testimoni di Geova e i Testimoni di Geova non festeggiano né il Natale né i compleanni, nemmeno quelli altrui. Dopo quella fetta di torta, Sara non partecipò più a nessun compleanno, né alle elementari né dopo.

Se capitava, mentre gli altri bambini spegnevano le candeline andava in biblioteca. Così scoppiò il suo amore per la lettura. Ma a casa non poteva leggere quello che voleva. Per esempio, Harry Potter era proibito. Comprò i libri di nascosto e ne coprì le copertine con quelle della Bibbia e di altri testi religiosi.

Alle superiori, all’Istituto di Ragioneria, scoprì 1984 di George Orwell, il libro che per lei ha cambiato tutto. «Orwell mi ha bisbigliato qualcosa ma ancora non ero in grado di fare paragoni con l’ambiente in cui ero cresciuta, era troppo spaventoso», dice. «Tra i Testimoni di Geova, l’interazione con il mondo esterno alla Congregazione è considerata un peccato, essere felici è obbligatorio, se non sei felice significa che non hai abbastanza fede. I miei genitori, per esempio, non credo si siano mai amati davvero. I Testimoni di Geova si sposano giovanissimi e senza aver fatto l’amore prima e senza aver frequentato altre persone. Appena conosci un ragazzo, ti ci devi fidanzare in casa e la tua vita sentimentale è segnata per sempre. A volte, i miei litigavano furiosamente, e in quei casi venivano chiamati gli anziani della Congregazione a mettere pace».

Oggi Sara ha 25 anni, l’ho incontrata in un piccolo ristorante di Firenze. Ha un tatuaggio lungo il braccio sinistro, una scritta che dice I’m gonna fight ’em all, li combatterò tutti. È magra, si è tinta i capelli di un colore pazzerello, lo sguardo è vivace, un fuoco acceso. Parla apertamente della sua esperienza ma chiede che il cognome non sia scritto sul giornale.

Per i Testimoni di Geova è un’apostata, lei si definisce «disassociata». La sua storia somiglia, per certi aspetti, a quella di Daiana Mingarelli, la cantante del duo Daiana Lou, concorrenti di questa edizione di X Factor. E somiglia anche a quella di Emidio Picariello, titolare del blog ildisassociato.net e autore del libro Geova non vuole che mi sposi (Editori Riuniti, uscito nel 2011).

Simili vicende hanno ispirato un gran bel film, La ragazza del mondo, con Sara Serraiocco, una delle migliori attrici giovani in circolazione, opera prima di Marco Danieli, presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e in sala dal 9 novembre.

Al film Sara l’apostata ha collaborato, aiutando l’attrice sua omonima a capire che cosa significa crescere in una famiglia di Testimoni di Geova e poi volerne uscire, ripartendo da zero. Chi è battezzato e poi si disassocia si trova solo. Nessuno, nemmeno i parenti stretti, vuole mantenere i rapporti con chi è uscito. O sei dentro, o sei fuori.

Oggi Sara è fuori, frequenta l’università e si mantiene lavorando presso una catena di profumerie.
Ci è entrata come commessa, poi è diventata make-up artist e adesso si occupa della formazione delle nuove colleghe.

«Insomma, nel mio piccolo, ho fatto carriera», racconta. Un fatto inconcepibile per un Testimone di Geova, perché «una delle prime cose che ti inculcano è che l’ambizione è un prodotto del Male».

Nel film di Danieli, la rottura tra la protagonista e i genitori comincia perché la ragazza vuole iscriversi all’università e i genitori non ne vogliono sapere. È andata così anche per Sara. Finite le superiori, Ragioneria, voleva diventare magistrato e dunque iscriversi a Giurisprudenza. Dopo molte discussioni, i genitori le permisero di iscriversi a Economia aziendale. L’idea che facesse la segretaria in uno studio di commercialista era più accettabile: orari fissi, più tempo da dedicare alla predicazione e, soprattutto, poche prospettive di crescere professionalmente. Dopo qualche mese Sara cambiò facoltà, di nascosto dai genitori. Lo disse, però, al suo ragazzo, Testimone di Geova anche lui.

«Eravamo in un bar di fronte a due tazzine di caffè. Gli dissi ciò che avevo fatto, era sconvolto e io cercai di spiegargli quelli che cominciavano a essere i miei dubbi sulla nostra religione. Sussurrai: ci stanno facendo il lavaggio del cervello. Lui corse a raccontare tutto ai miei genitori e scoppiò un casino. Vennero gli anziani della Congregazione a casa a cercare di convincermi che stavo sbagliando tutto. Sulle prime obbedii ma ormai la crisi dentro di me si era aperta. Ci sono voluti un paio d’anni, tante letture, la scoperta del blog di Emidio Picariello sui disassociati e l’aiuto di una psicologa che frequentavo di nascosto finché, un bel giorno, ho trovato il coraggio di dire ai miei che non volevo più essere Testimone di Geova. Mia madre pianse a dirotto, mio padre mi urlò che avrebbe preferito sapermi morta in un incidente».

Oggi un esile rapporto tra Sara e i suoi genitori si è riallacciato. Grazie alla madre, soprattutto. L’amore materno ha prevalso sul resto ma è tutto molto delicato, per questo Sara non vuole rendere pubblico il nome della famiglia né dire dove vivono. «I miei ne soffrirebbero troppo. Avere una figlia disassociata è una vergogna, nella loro mentalità significa che non mi hanno saputo trasmettere i giusti valori». Sara ha una sorella minore, che adesso ha 17 anni: anche lei comincia ad avere dubbi e a manifestare una certa insofferenza ma tende poi a rientrare nei ranghi. «Ci sono passata anch’io e mi rendo conto che sono sprazzi di consapevolezza che, però, finisci per mettere da parte: guardare in faccia la realtà fa troppa paura. Anche se senti che è giusto andartene, sai che sarà come tagliarti un braccio, devi rinunciare ai tuoi affetti e iniziare un lungo viaggio per capire chi sei».Sara oggi è una ragazza che appare equilibrata e piena di grinta. Riesce persino a fare dell’ironia. Dice che, a furia di prendere porte in faccia quando andava a predicare, è diventata un’abilissima venditrice, in profumeria. Anche se il ricordo di quelle uscite non è certo gioioso. «Suonavo il campanello e pregavo: fa’ che non rispondano, fa’ che non ci sia anima viva. Una volta mi aprì una signora molto gentile, prese il volantino e disse: “Io lo prendo però vorrei che tu leggessi questo”. Era il volantino di un’iniziativa nel Terzo mondo e mi diede da pensare: i Testimoni di Geova non fanno beneficenza. Non si porta da mangiare ai poveri, gli si porta la parola di Dio e quella deve bastare. Un’altra volta mi aprì un compagno di classe, che imbarazzo. Ma ciò che più mi faceva soffrire era che io non sentivo la presenza di Dio come loro dicevano che avrei dovuto sentirla. Pensavo di essere sbagliata, pensavo che Dio mi punisse perché non avevo voglia di andare a predicare. Oggi sensi di colpa non ne ho più, eppure ho una vita spirituale, a modo mio».

di Paola Jacobbi