domenica 4 settembre 2016

la Civiltà del Farmaco.

L’igienismo naturale è una grande risorsa. È un po’ l’altra metà del cielo per la stessa medicina, in quanto porta con sé una serie di verità fondamentali che alla medicina mancano.

Quando l’opera di integrazione sarà avvenuta, tra qualche decina di anni, vorrà dire che molte cose saranno state cambiate nel mondo medico, e che il giuramento a Ippocrate avrà perso finalmente quel sapore di beffa che oggettivamente ha nei nostri giorni.

È per questo che esistono le cliniche igienistiche specializzate, dove si ottengono regolari e sistematici recuperi, spettacolose guarigioni da situazioni difficili che la medicina aveva giudicato irreversibili e irrecuperabili. Ma non si tratta di cure o di prescrizioni, e nemmeno di particolari sostanze o cibi da assumere a contrasto.

Si tratta piuttosto di sgombrare la mente da pensieri negativi, di assumere un atteggiamento positivo e fiducioso, di seguire una prassi purificatrice capace di dare massimo potere alle strumentazioni interne sulle quali il nostro corpo può contare.

Si tratta di applicare, con giudizio-prudenza-progressività il principio del de-condizionamento, della de-dipendenza dal farmaco, e di arrivare alla cura della non-cura, a un periodo di assoluto riposo fisiologico e mentale, e quindi al ripristino integrale di tutti i delicatissimi congegni auto-guaritivi del corpo (che si erano ossidati, disabituati e atrofizzati), il quale corpo, solo a quel punto, è in condizione di riacquistare la sua totale funzionalità.

L’igienista naturale serio è uno scienziato vero, dotato anche di tecnica e di esperienza clinica, che crede fermamente nel fe- nomeno intrinseco della auto-guarigione. Egli gode di un van- taggio di posizione rispetto al medico, proprio grazie a questa particolare illuminazione che è di tipo scientifico e non sempli- cemente fideistico, che lo porta ad agire di conseguenza senza tentennamenti e ad aspettare con pazienza e fiducia non la venuta del Messia, ma i buoni risultati del lavoro affidato in esclu- siva ai meccanismi corporali di auto-ripristino.

La medicina, in generale, non ci crede, è scettica sull’auto- guarigione, è priva di fede, sospettosa, e non sa trovare nulla di meglio che prevenire col vaccino e ricorrere al farmaco.

La medicina ama avocare a sé, più che al corpo, tutti i possibili metodi di cura. Se essa non riesce a curare, vuol dire che non esistono altre vie. È per questo che la nostra attuale civiltà potrebbe essere benissimo definita la Civiltà del Farmaco.

Ecco allora la necessità di fare una precisa e responsabile scelta di campo. Nessuno può sostituirsi alla volontà personale, alla voglia di puntare alla salute e non semplicemente a una situazione di schiavitù irreversibile dal farmaco e dalle cure mediche. Più di qualsiasi altra cosa, la salute dipende dall’equilibrio vitale e stabile che riusciamo a mantenere nel nostro corpo.

Salute come equilibrio naturale e ribilanciamento interno, o se vogliamo come omeostasi, in termini più tecnici.

Tutti sembrano essere d’accordo su questo basilare concetto. Ma poi, all’atto pratico, ognuno devia e tende a voler intervenire sulla chimica del proprio sangue e della propria circolazione. Ognuno vuole dare la sua impronta e forzare le condizioni in- terne del corpo, con cure specifiche, con alimenti strani, con farmaci eccitanti o inibitori, con assurdi e saturanti carichi vitaminico-minerali.


Tutti pensano di saperla più lunga del proprio sistema immunitario. Non capiscono un fatto fondamentale, e cioè che i loro colpi di mano, i loro blitz, i loro interventi invasivi, vanno tutti a scapito e a disturbo dei delicatissimi equilibri interni.

Tutte queste azioni, tutte queste cure, tutte queste interferenze, rientrano in quella pratica che si chiama end-gaining, ovvero ricerca medica del vantaggio immediato. Quel guadagno rapido ed istantaneo che ignora però gli effetti duraturi e gli effetti collaterali di lungo periodo.

La salute non è una questione di breve periodo. Non si può con essa impostare la strategia del «vivere alla giornata». Certo, non sempre il vantaggio immediato è condannabile. Ma è solo nelle emergenze che è giusto ricorrervi.

Del resto, sgombriamo il campo da ogni equivoco. Nessuno al mondo vi può guarire e chi afferma il contrario è un ciarlatano, un millantatore, medico o non medico poco importa.

Nessuno vi può guarire all’infuori del vostro sistema immunitario.

Vi hanno trasformato in perfetti drogati? In insulino- dipendenti? Non serve odiare o covare sentimenti di vendetta. L’unica rivincita possibile è quella di dimostrare a voi stessi e alla fallace medicina che la guarigione è tutt’altro che un obiettivo impossibile.

Tratto da Diabete di Valdo Vaccaro
 


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