Quando l’opera di integrazione sarà avvenuta, tra qualche decina di anni, vorrà dire che molte cose saranno state cambiate nel mondo medico, e che il giuramento a Ippocrate avrà perso finalmente quel sapore di beffa che oggettivamente ha nei nostri giorni.
È per questo che esistono le cliniche igienistiche specializzate, dove si ottengono regolari e sistematici recuperi, spettacolose guarigioni da situazioni difficili che la medicina aveva giudicato irreversibili e irrecuperabili. Ma non si tratta di cure o di prescrizioni, e nemmeno di particolari sostanze o cibi da assumere a contrasto.
Si tratta piuttosto di sgombrare la mente da pensieri negativi, di assumere un atteggiamento positivo e fiducioso, di seguire una prassi purificatrice capace di dare massimo potere alle strumentazioni interne sulle quali il nostro corpo può contare.
Si tratta di applicare, con giudizio-prudenza-progressività il principio del de-condizionamento, della de-dipendenza dal farmaco, e di arrivare alla cura della non-cura, a un periodo di assoluto riposo fisiologico e mentale, e quindi al ripristino integrale di tutti i delicatissimi congegni auto-guaritivi del corpo (che si erano ossidati, disabituati e atrofizzati), il quale corpo, solo a quel punto, è in condizione di riacquistare la sua totale funzionalità.
L’igienista naturale serio è uno scienziato vero, dotato anche di tecnica e di esperienza clinica, che crede fermamente nel fe- nomeno intrinseco della auto-guarigione. Egli gode di un van- taggio di posizione rispetto al medico, proprio grazie a questa particolare illuminazione che è di tipo scientifico e non sempli- cemente fideistico, che lo porta ad agire di conseguenza senza tentennamenti e ad aspettare con pazienza e fiducia non la venuta del Messia, ma i buoni risultati del lavoro affidato in esclu- siva ai meccanismi corporali di auto-ripristino.
La medicina, in generale, non ci crede, è scettica sull’auto- guarigione, è priva di fede, sospettosa, e non sa trovare nulla di meglio che prevenire col vaccino e ricorrere al farmaco.
La medicina ama avocare a sé, più che al corpo, tutti i possibili metodi di cura. Se essa non riesce a curare, vuol dire che non esistono altre vie. È per questo che la nostra attuale civiltà potrebbe essere benissimo definita la Civiltà del Farmaco.
Ecco allora la necessità di fare una precisa e responsabile scelta di campo. Nessuno può sostituirsi alla volontà personale, alla voglia di puntare alla salute e non semplicemente a una situazione di schiavitù irreversibile dal farmaco e dalle cure mediche. Più di qualsiasi altra cosa, la salute dipende dall’equilibrio vitale e stabile che riusciamo a mantenere nel nostro corpo.
Salute come equilibrio naturale e ribilanciamento interno, o se vogliamo come omeostasi, in termini più tecnici.
Tutti sembrano essere d’accordo su questo basilare concetto. Ma poi, all’atto pratico, ognuno devia e tende a voler intervenire sulla chimica del proprio sangue e della propria circolazione. Ognuno vuole dare la sua impronta e forzare le condizioni in- terne del corpo, con cure specifiche, con alimenti strani, con farmaci eccitanti o inibitori, con assurdi e saturanti carichi vitaminico-minerali.
Tutti pensano di saperla più lunga del proprio sistema immunitario. Non capiscono un fatto fondamentale, e cioè che i loro colpi di mano, i loro blitz, i loro interventi invasivi, vanno tutti a scapito e a disturbo dei delicatissimi equilibri interni.
Tutte queste azioni, tutte queste cure, tutte queste interferenze, rientrano in quella pratica che si chiama end-gaining, ovvero ricerca medica del vantaggio immediato. Quel guadagno rapido ed istantaneo che ignora però gli effetti duraturi e gli effetti collaterali di lungo periodo.
La salute non è una questione di breve periodo. Non si può con essa impostare la strategia del «vivere alla giornata». Certo, non sempre il vantaggio immediato è condannabile. Ma è solo nelle emergenze che è giusto ricorrervi.
Del resto, sgombriamo il campo da ogni equivoco. Nessuno al mondo vi può guarire e chi afferma il contrario è un ciarlatano, un millantatore, medico o non medico poco importa.
Nessuno vi può guarire all’infuori del vostro sistema immunitario.
Vi hanno trasformato in perfetti drogati? In insulino- dipendenti? Non serve odiare o covare sentimenti di vendetta. L’unica rivincita possibile è quella di dimostrare a voi stessi e alla fallace medicina che la guarigione è tutt’altro che un obiettivo impossibile.