mercoledì 31 agosto 2016

LA LIBERTA' DI SCELTA





Reality Transurfing - Il Fruscio delle Stelle del Mattino -Vadim Zeland

















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Il rapporto tra uomo-animale

Il rapporto tra uomo-animale è inesistente in natura, si realizza ancora attraverso l’uomo, perché pensa di essere la razza superiore, e quindi è padrone dell’animale.

L’uomo pensa illusoriamente di governare il mondo animale, così anche questo angolo di mondo diventa innaturale per l’uomo, a differenza del mondo umano per gli animali, che se anche all’apparenza sembra inquinato, per loro resta sempre naturale.
L’uomo si inventa la caccia, e questa già diventa innaturale. L’uomo non è carnivoro, considerarlo scientificamente onnivoro è puramente commerciale. Ad avvalorare la tesi in seguito si troverà ancora la scienza a spiegare perché la carne ha tante controindicazioni per chi la ingerisce. Oppure: la scienza sa che l’uomo adulto non ha più l’enzima che avvia il processo di digestione del latte e derivati, ma pur di farlo commercializzare ne esalta le proprietà..

Quando un medico consiglia al malnutrito di mangiare filetti di bue possibile che non sappia che il bue non si è nutrito neanche di un grammo di carne, eppure gli sono cresciuti così tanti muscoli?
Il rapporto uomo-animale è impari perché l’uomo lavora di fantasia per la ragionevolezza che deriva dal suo corpo mentale, mentre l’animale vede l’uomo così semplicemente e gli diventa amico perché lo ritiene, a suo modo, più bravo nell’approvigionarsi del cibo.

L’uomo non vede l’animale semplicemente per ciò che è, ma ne vuole trarre vantaggi dichiarando che l’animale è intelligente, il pappagallo parla, il merlo fischia, il cane è il miglior amico dell’uomo, il gatto è un buon scaricatore di energia negativa, la pecora dà latte, agnelli, lana, tutti gli altri fanno spettacolo, il rinoceronte e gli elefanti si ammazzano per ricavare avorio, il serpente e i coccodrilli servono a fare scarpe e borse, gli animali da pelliccia servono per fare delicati e preziosi indumenti.

Questo è il comportamento intellettivo nei confronti di esseri che per naturalità battono l’uomo per cento a zero.
L’uomo fa allevamenti di animali, fa mattanze quotidiane, è raro chi non se ne ciba affatto, ma chi assiste sporadicamente alle mattanze sembra restare impietrito di fronte ad una tale violenza, senza avvedersi che lui l’alimenta.

Non c’è nulla di tragico in quello che l’uomo fa, solo una nota stonata. Chi vuole una qualità riconosciuta più pregiata che un’altra. Chi vuole salvare la specie in via di estinzione.
Chi vuole una razza pura anziché meticcia.
Chi si prodiga a far parlare le scimmie perché le ritiene molto simili all’uomo.

Chi pensa di insegnarli a parlare, chi ritiene che alcuni animali sanno riconoscere i numeri, altri i colori. Ognuno mette, arricchendo il medagliere, una qualità all’animale.

L’animale non ha nessuna qualità, se non quella che gli vuoi dare con il tuo giudizio.

L’animale non esprime giudizi, e questo è naturale, l’uomo esprime giudizi, e questo è innaturale.
Quello che qualsiasi bestiola fa nei confronti dell’uomo che lo accudisce, non è riconoscenza, o amore verso l’uomo, ma è il prolungamento istintivo, per agevolare la sua sopravvivenza. L’animale arriva ad emulare, a soffrire, ad ammalarsi per l’uomo, o come l’uomo, ma non ha le stesse misure di paragone, che utilizza l’uomo.

Spesso si sente dire: al mio gatto, o cane, gli manca la parola, o ride, o è felice, o è triste, sono atteggiamenti che tu hai voluto giudicare in quel modo, proporzionandoli ai tuoi atteggiamenti. Visti in modo sereno e confrontati con i tuoi atteggiamenti, noterai che non hanno nulla a che vedere.

Il modo naturale, è trattarli naturalmente.
Tutti si impietosiscono per l’abbandono di un cane, o un gatto, o quant’altro può ritenersi domestico. Nessuno sa che ti sta impietosendo l’innaturale, perché hai oltrepassato il limite del naturale, che sarebbe stato tenere libero l’animale, (pesci compresi), ed ora nello stato innaturale, ti vengono i sensi di colpa.
Avresti i sensi di colpa se un leone tenesse in ostaggio il suo domatore? O se un coccodrillo mangiasse il suo cacciatore di frodo? O se un cane addestrato alla lotta all’ultimo sangue sbranasse il suo padrone?
Ma anche semplicemente se un apicoltore venga attaccato a morte da un suo sciame?
Sarai in armonia con te stesso, solo quando tutto il mondo animale non viene minimamente sopraffatto da te.

Quando per pietismo, vuoi gestire un randagio, o un abbandonato, sappilo che prima o poi lui rivendicherà l’indipendenza, a modo suo, facendo i bisogni dove tu non vorresti, rompendo qualche oggetto che tu utilizzi, invadendo i tuoi spazi, sei veramente pronto a sostenere questa condizione, o dovrai ricorrere alle maniere più, o meno, forti per non subire?
Avrai ancora l’atteggiamento al pietismo, in seguito, o invece comprenderai che il modo migliore per essere liberi entrambi è rimanere ognuno nel proprio ambiente?
L’innaturale, se gestito da te, è comprensibile che un animale abituato in modo domestico ti
verranno i sensi di colpa perché sai che l’abbandono è come esporlo a morte prematura, ma
questo è ancora un tuo giudizio, ti responsabilizzi e entri nel meccanismo del tritatutto tra pietismo, e sensi di colpa, solo per aver gestito il naturale in modo innaturale.
Tieni l’attenzione sul comportamento naturale dell’animale, insetti e pesci compresi, noterai come si sanno destreggiare in qualsiasi situazione si trovino, in modo naturale.

Guarda attentamente come un formicaio viene gestito.
Guarda uno sciame d’api come si muove ordinatamente.
Guarda gruppi di animali al pascolo come: pecore, cavalli, mucche e altro, non posseggono né orologi, né mappe, ma si muovono con regolarità di orari sia per l’abbeveraggio sia per il ricovero. 

Tratto da
LA MENTE SCOPRE SE' STESSA
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martedì 30 agosto 2016

MATRIX; IN BALIA DEL SISTEMA

La realtà in cui viviamo non è la stessa che c’era solo qualche decennio fa. I cambiamenti avvengono molto velocemente e raggiungono proporzioni massicce a velocità accelerata.

A tutti è noto il termine biosfera, inteso come ambiente, habitat degli esseri viventi. Pochi però sanno e riflettono sul fatto che esiste il concetto di tecnosfera. Per tecnosfera si intende l’insieme dei prodotti della civiltà “tecnogena”, a cominciare dagli elettrodomestici per finire ai prodotti alimentari. Tutto quello che entra in contatto con la tecnosfera subisce una trasformazione radicale, anche se non sempre evidente, compreso l’uomo. A partire dal momento in cui la nostra civiltà ha cominciato a evolversi seguendo il cammino dello sviluppo tecnologico, sono entrate in azione delle leggi che prima non si erano mai manifestate. Ora l’azione di queste leggi sta facendo sì che la tecnosfera si stia immancabilmente trasformando in matrix.

La matrix è una sorta di conglomerato, di sistema in cui l’individuo viene relegato al ruolo di pila di alimentazione. Film come Matrix o The surrogates2 non sono una fantasia ma il nostro prossimo futuro. E il problema non è nemmeno la tecnologia, da cui l’uomo è circondato. Il fatto è che l’uomo, vivendo nel campo d’informazioni di proporzioni universali che si è venuto a creare per effetto della massiccia presenza di mass media, si ritrova giocoforza in balia del sistema. Ciò significa che non è più lui come individuo a gestire il sistema, ma, viceversa, è quest’ultimo a esercitare sull’uomo il pieno controllo e a ottenere la sua completa sottomissione. Nella rete di informazione universale è una cosa semplice da fare.


... Di fatto il sistema si sviluppa autonomamente, così come fa la giungla. Chi gestisce la giungla? Nessuno. La vegetazione della giungla cresce e si sviluppa così come deve 􏰞􏰑􏰅􏰙􏰑􏰗􏰟􏰓􏰅􏰖􏰑􏰙􏰒􏰚􏰜􏰠􏰑􏰗􏰕􏰑􏰅􏰑􏰘􏰅􏰡􏰘􏰢􏰗􏰠􏰕􏰖􏰗􏰅􏰖􏰚􏰗􏰠􏰕􏰣svilupparsi...


Al sistema invece fa comodo un’altra cosa: esso ha bisogno di arrivare a un punto limite di equilibrio stabile e di conformarsi in una struttura ottimale, all’interno della quale le persone, come cyborg, supportano la sua esistenza. Cosa serve al sistema per raggiungere questo fine? Serve che le cellule della matrix siano riempite da elementi ubbidienti, dotati innanzitutto di salute cagionevole e di scarsa energia libera e in secondo luogo sufficientemente rimbambiti da non capire dove si trovino. Tali elementi dovranno possedere un livello di energia e di volontà cosciente appena sufficienti per permettere di espletare adeguatamente le funzioni assegnate, né più, né meno.

lunedì 29 agosto 2016

LA FOLGORANTE RIPRESA DELL’ITALIA


LA FOLGORANTE RIPRESA DELL’ITALIA (GRAFICO AGGIORNATO AL II TRIM.
Quello che segue è un grafico che conoscete già, aggiornato considerando le variazioni del PIL del secondo trimestre 2016 (Canada al primo trim. 2016), recentemente comunicate.
Per gli ultimi arrivati, è utile ricordare che si tratta della performance del PIL dei paesi considerati, ponendo come base 100 il primo trimestre del 2008.




Tutti i paesi sono tornati a sopra i livelli precedenti la crisi (perfino l’Area euro a 19 paesi). Tutti tranne l’Italia, che naviga ancora nell’abisso.
Ora, come potete vedere, la grande recessione è finita nel secondo trimestre del 2009, e quindi, gli altri paesi, sono almeno 7 anni che crescono. Un ciclo abbastanza maturo e anche stanco, stando ai dati (deboli) che giungono dalle altre economie.

L’Italia, secondo il governo (Renzi), sarebbe dovuta essere “la locomotiva dell’europa“.

Per sfatare tutta la propaganda sulla ripresa (quale?) dell’Italia per merito del governo Renzi, è sufficiente un semplice grafico.
Tenuto conto che il governo in carica è nato nel corso del primo trimestre 2014, ho confrontato la variazione cumulata del Pil reale dell’Italia e di alcuni paesi dell’Eurozona. Lo spaccato che ne esce è rappresentato nel grafico che segue.



Come vedete, l’Italia cresce molto meno di altre economie ad essa paragonabili per dimensioni (Germania, Francia e Spagna). Tenete inoltre presente che la debole performance dell’italia è ottenuta grazie a tre condizioni straordinariamente favorevoli e sicuramente non eterne: Euro debole, tassi a zero e bassi prezzi del petrolio.


Da Vincitori e Vinti, Post di Paolo Cardenà


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BASTA COOP ROSSE; DIAMO AI GIAPPONESI LA RICOSTRUZIONE!

AMATRICE: DIAMO AI GIAPPONESI LA RICOSTRUZIONE! BASTA COOP ROSSE, BASTA MAZZETTE, BASTA CEMENTO DEPOTENZIATO, BASTA LUCRARE SULLA PELLE DELLE VITTIME!

AMATRICE: Dopo l’immane e ennesima tragedia dovuta al terremoto verrà l’ora della ricostruzione, perchè non assegnare la ricostruzione ai Giapponesi che sono i più grandi esperti mondiali in edilizia antisismica? Senza pensare che si eviterebbero corruzioni, magna magna, cemento depotenziato, lungaggini, e cosa non da poco, non crollerebbero dopo 2 giorni, speriamo che questa volta non si dia alle solite coop rosse pure questa ricostruzione!

Vi ricordo che chi oggi piange morti terremoto ha chiuso ospedali, tagliato fondi a Protezione Civile e Croce Rossa e tagliato organico VVF.

L’Aquila: dopo 7 anni, 9000 sfollati. E solo il 15% dei lavori partiti nel centro storico. È questo che temiamo…non abbiamo imparato?

DOPO L’IMMANE E INNESIMA TRAGEDIA DI DEVASTAZIONE DOVUTA AL TERREMOTO;
Architettura antisismica, grazie a quale segreto il Giappone ha sconfitto il terremoto?

Nei giorni scorsi abbiamo visto le immagini del Parlamento giapponese durante il terremoto. Si muovevano solo i lampadari. E si tratta di una costruzione del 1936. Oltre a questo, abbiamo visto anche che la maggior parte degli edifici hanno resistito alla scossa (del nono grado della scala Richter). Come fanno i giapponesi a costruire edifici così efficacemente antisismici, sin dagli anni ’30?



Quello su cui occorre riflettere è naturalmente la professionalità di costruttori, architetti e ingegneri che lavorano in Giappone. In questi giorni, abbiamo visto immagini e sequenze tragiche, ma riguardano gli effetti dello tsunami e del crollo delle dighe, non le conseguenze delle scosse di terremoto.
Dal XVIII secolo, dopo alcuni terremoti distruttivi, in Giappone si prese seriamente in considerazione l’idea di una tecnica edilizia indirizzata a moderare i danni provocati dalle scosse sismiche. A Tokyo, nel 1923, vi fu un terremoto che distrusse molti palazzi e l’Imperial Hotel, realizzato da Frank Lioyd Wright, rimase in piedi grazie a una struttura rinforzata da getti di cemento armato, con un profilo a sbalzo e una particolare stratificazione delle fondamenta. Ecco in concreto cosa significava costruire con “approccio antisismico” in Giappone. Uno dei protagonisti di questa tipologia di architettura è stato Tange Kenzo.



Uno dei segreti sta nell’utilizzo dei cuscini antisismici, una sorta di ammortizzatori di un’automobile, disposti tra un piano e l’altro degli edifici più a rischio: la struttura diventa elastica alle sollecitazioni a pressione, flessione e torsione di una scossa sismica, limitando i crolli e dando alle persone la possibilità di fuggire.



In un’intervista rilasciata al manifesto.it lo scorso 12 marzo, l’architetto Junko Kirimoto, (che si è laureata in Giappone ma vive a Roma e lavora nello studio Alvisi Kirimoto) si legge: “Alla base di ogni edificio, sia quelli di nuova costruzione che quelli già esistenti e perfino negli edifici antichi o nei templi, si inseriscono piattaforme semoventi di cemento armato che poggiano su un sistema di molle che attenua l’onda sismica. Dal 1923 tutte le strutture portantidevono essere in cemento armato o in acciaio, in modo da garantire la maggiore flessibilità possibile e anche le dimensioni della costruzione devono rispettare dei precisi rapporti in modo da abbassare il baricentro. Si tende poi a usare materiali poco pesanti soprattutto nelle parti alte dell’edificio. E naturalmente viene attentamente analizzata la morfologia e la tenuta del terreno sottostante. Non possono essere toccati solo gli edifici che fanno parte del patrimonio sotto tutela nazionale o dell’Unesco; tutti gli altri sono stati messi in sicurezza” in pochi anni.
Lasciatemelo dire… il segreto di Pulcinella. Junko Kirimoto ha infatti affermato che sarebbe possibile applicare le stesse norme anche in Italia, al patrimonio architettonico storico e artistico: come ci ha detto nell’intervista al manifesto.it ogni edificio, nuovo o antico che sia, può diventare antisismico. È un lavoro costoso, c’è bisogno di rapidità ed è una questione di volontà e priorità politiche… In Italia è quindi impossibile.



di Giacomo Sacchetti

fonte qui


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La verità è un film da fantascienza

Le menti degli esseri umani sono state così programmate ad un pensiero unico dalle fonti primarie di informazione ed istruzione come scuola, televisione e giornali, che se adesso gli viene esposta una realtà al di fuori del piccolo recinto offerto dalla società, la prima reazione è il diniego.

E’ la paura dell’ignoto, dinamica conosciuta molte bene da chi detiene il potere. Da ciò che vedo e dalle informazioni che ricevo, la verità sulla panoramica globale di questo pianeta è talmente lontana da ciò che è comunemente accettato dalle menti delle persone, che se venisse pubblicamente rivelata da qualcuno o da qualche organizzazione, le persone penserebbero che si tratta di un film di fantascienza o ‘para-normale’.

Dharma Cristiano Botti -


sabato 27 agosto 2016

LA MALATTIA COME FONTE DI GUADAGNO

Oggi voglio parlarvi della malattia e di come le case farmaceutiche sono riuscite a fare, dello stato di disagio dell'individuo, una forma di business altamente produttiva. Al di là del fatto che la malattia non è un fenomeno a sè stante ma, soltanto, un effetto noto di una causa, apparentemente, ignota, più che di malattia, io amo parlare, come già anticipato dal Dott. Oliviero nel suo libro, di BENATTIA.

Francamente, dopo anni di lavori e di studi sulla persona (su di Me in primo luogo ma, anche, sui miei clienti), ho avuto modo di scoprire come la gente sia brava ad ammalarsi e a morire invece di godere della vita e di ciò che essa può offrire ad ogni individuo. Einstein ebbe modo di dire che la gente comune sfrutta solo il 15% delle potenzialità totali del proprio cervello. Il resto percentuale, e cioè l'85%, lo usa per farsi del male.

Molte persone ancora credono nella favola della genetica, troppe muoiono ancora per essere fedeli a ciò che disse un semplice naturalista corrispondente al nome di Charles Darwin. Da allora, gente come Bruce Lipton ha avuto modo di confutare e dimostrare la falsità, su basi scientifiche, di queste affermazioni. Se, quanto scoperto da Darwin, andava bene nel 1800, oggi la realtà è diversa.

La gente, come i VERI studiosi di genetica, cerca la verità al di là delle teorie. Come dire? Certezze al posto di belle parole (non sempre belle, a volte sono pure complicate!). Dando per scontato il fatto che l'alterazione a livello genetico avviene a seguito di un'errata codificazione, da parte del cervello, degli stimoli ambientali, da ciò si evince come sia facile prevenire la malattia attraverso un approccio diverso, e meno stressante, alla vita quotidiana da parte del soggetto che interagisce con l'ambiente che lo circonda.

Poichè non voglio parlare in questa sede di epigenetica, fatta questa premessa voglio parlarvi della malattia come fonte di guadagno da parte delle case farmaceutiche. Oggi, come ieri del resto, si assiste ad un aumento delle patologie. Accanto a quelle esistenti, infatti, le case farmaceutiche ne aggiungono delle nuove ogni anno allo scopo di arricchirsi alle spalle dei (presunti) malati.

Oltre alle patologie quali colesterolo, ne sono state create altre e sempre di nuove ce ne saranno. Ciò grazie a degli accordi nascosti presi tra le case farmaceutiche, i ministeri della sanità (?) delle varie nazioni e, non da ultimi, i medici. In base a questi accordi, la case farmaceutiche, il cui scopo, di sicuro, non è quello di curare il paziente ma, semmai, di mantenerlo malato per potersi poi arricchire alle sue spalle, creano nuovi farmaci, all'apparenza più efficaci ma che, in realtà, agiscono solo sui sintomi e, quasi mai, sulle vere cause delle patologie.

Al di là del fatto che la medicina ufficiale è anni luce indietro rispetto a quelle che sono le vere cause della malattia, essa non ha, a prescindere dalla sua ignoranza, alcun interesse a curare nessuno. Esistono in commercio farmaci molto costosi che vanno assunti per lunghi periodi. Questi farmaci hanno, spesso (l'80% delle volte) effetti collaterali nei confronti dei pazienti che li assumono.

Le case farmaceutiche, di contro, avendo interesse a guadagnarci, minimizzano sui possibili danni, limitandosi a scrivere libri di avvertenze sugli effetti collaterali pur continuando a produrli e a mantenerli in commercio. La gente, per fortuna, si va svegliando. Molti ricorrono alla medicina alternativa abbandonando, al contempo, quella allopatica. L'omeopatia, ormai, ha preso piede; ciò grazie alla sua efficacia e ai ridotti effetti collaterali (sempre e comunque transitori).

Ovviamente, la medicina di base, accusando il colpo, fa di tutto per screditare le terapie non convenzionali, allo scopo di difendere i suoi metodi di cura obsoleti, invasivi e, spesso, mortali. Quanta gente è già morta a causa delle terapie iatrogene? Quanta ne dovrà morire ancora prima che qualcosa cambi? Se vogliamo che cambi, davvero, qualcosa, iniziamo a cambiare noi.

Non diamo nulla per scontato, specie in ambito medico. Fermiamo l'espandersi delle multinazionali del farmaco attraverso la presa di coscienza dei reali interessi che si nascondono dietro queste persone senza scrupoli. Informiamoci, cerchiamo di capire al di là delle parole dette dai medici.

Essi, non tutti per fortuna, sono solo dei burattini che stanno alla base di una piramide con al vertice persone che altro interesse non hanno se non quello di arricchirsi alle spalle delle masse inconsapevoli. Apriamo gli occhi. Cambiamo visione della vita e dei fenomeni ad essa inerenti. Solo così la realtà potrà cambiare.




Vincenzo Bilotta


fonte: http://vincenzobilotta.blogspot.it/2012/06/la-malattia-come-fonte-di-guadagno.html

La povertà non va esaltata, va condannata, totalmente

OSHO: La povertà non va esaltata, va condannata, totalmente; è come un cancro, deve essere eliminata, non le si deve tributare alcun rispetto, perché quel rispetto è nutrimento. Non deve essere elogiata in alcun modo, diretto o indiretto, perché è così che si è propagata nel passato. E potete notare la contraddizione: da un lato queste persone continuano a dire che la povertà è una cosa meravigliosa, dall altro tutti cercano di arricchire i poveri. La contraddizione è in loro: perché mai tentare di rendere questi poveri più ricchi? Rendeteli ancora più poveri, così saranno ancora più vicini a dio, prendete loro anche quel poco che hanno, privateli di ogni cosa! E il benvenuto che riceveranno sarà ancora più grande, saranno accolti con una gioia ancora più grande. E qual è l implicazione di tutto ciò? Significa che a dio piace la povertà, vuole che la gente sia povera. Significa che è contro la ricchezza, gli agi, il lusso allora perché il paradiso? Infatti il paradiso non è altro che agi, ricchezza, lusso. Una strana logica: sulla Terra la gente deve soffrire così che possa essere ricompensata in paradiso. Prima fai ammalare le persone così che possano poi essere ospedalizzate e curate. Prima feriscile e poi aiutale a guarire le loro ferite. È ridicolo! La mia aritmetica è molto chiara: la povertà è brutta e deve essere eliminata completamente. Sulla Terra non dovrebbe rimanerne alcuna traccia e tutte queste consolazioni dovrebbero essere eliminate. Posso capire perché nel passato i religiosi non potevano dire ciò che io posso dire oggi. La ragione, semplice, era che non esisteva alcuna tecnologia scientifica, non c era modo di distruggere la povertà. E quando non puoi farci niente, quantomeno puoi dimostrare solidarietà, non costa nulla, puoi almeno dare consolazione, è meglio di niente. E le parole di Gesù, del Mahatma Gandhi e di altri sono soltanto stratagemmi per consolare, per dare oppio alla gente. In India è stata una lunga tradizione, sono stati escogitati differenti modi per razionalizzare la povertà. Il primo è questo: la persona povera soffre perché in passato ha commesso delle azioni sbagliate. Si dà la responsabilità al passato, non alla società, non al presente, non alla struttura sociale, non alla mancanza di tecnologia, non alla stupidità della gente, ma al passato. Non si può fare niente con il passato, non puoi disfarlo, dev essere accettato. E viene offerta una grande speranza: Se lo accetti, se ti accontenti umilmente sarai immensamente ricompensato nella vita futura. Vedete il trucco? Il passato e il futuro diventano importanti, non si può fare nulla rispetto alla vita passata e della vita futura non sai proprio nulla. Il passato non esiste più e il futuro non esiste ancora, e la gente viene distolta: dal presente al passato che non c è più e al futuro che non è ancora. Questi sono trucchi molto astuti. E il problema è nel presente, dev essere risolto qui e ora!

giovedì 25 agosto 2016

TERREMOTO: “ITALIA COME IL MEDIO ORIENTE”

“ITALIA COME IL MEDIO ORIENTE”: TERREMOTO, IL GEOLOGO TOZZI INFURIATO CONTRO LA CASTA PARASSITA

“Ormai abbiamo osservato che ogni 4 o 5 anni c’è un sisma che colpisce la dorsale appenninica. Eppure gli amministratori non fanno prevenzione. Il risultato è che l’Italia è arretrata come il Medio Oriente: in un paese avanzato una scossa di magnitudo 6 non provoca crolli e vittime”.

Mario Tozzi, geologo e noto divulgatore scientifico  non usa giri di parole contro la politica che a sette anni dal tragico terremoto dell’Aquila non ha fatto quasi nulla per prevenire il disastro di questo 23 agosto. La terra ha nuovamente tremato violentemente devastando i paesi vicini all’epicentro: Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto.

“Le zone dalla Garfagnana a Messina, e cioè la dorsale appenninica, sono tutte sismiche e appartengono alla stessa regione geologica. L’Italia è un territorio geologicamente giovane e perciò subisce queste scosse strutturali di assestamento. Non stiamo dicendo che i terremoti sono prevedibili”, puntualizza Tozzi, “perché sappiamo che è una sciocchezza. Ma stupisce che in una zona sismica non si faccia quasi nulla per impedire che una scossa di magnitudo 6 possa addirittura far crollare un ospedale come è accaduto ad Amatrice”.


Non esiste alcun alibi, continua il geologo: “Non veniteci a dire che i paesini del centro Italia sono antichi e perciò crollano più facilmente. Gli antichi sapevano costruire bene e basta pensare che a Santo Stefano di Sessanio, vicino l’Aquila, era crollata soltanto la torre perché restaurata con cemento armato, mentre a Cerreto Sannita nel Beneventano quasi tutto era rimasto intatto dopo il terremoto dell’Irpinia: non fu un caso, era stato costruito bene”.

Dunque “siccome ormai è chiaro che dobbiamo avere a che fare con i terremoti dovremmo costruire e fare una manutenzione antisismica di tutti gli edifici pubblici e privati, i soldi devono essere impiegati in questo modo: è la priorità”, sottolinea ancora Tozzi, ricordando che “in Giappone e in California con una scossa simile a quella di Amatrice c’è soltanto un po’ di spavento ma non crolla nulla”.

Mancati investimenti, fatalismo: il terremoto per Tozzi è soltanto una delle cause delle decine di morti di questa notte. “Facciamo sempre i soliti discorsi ma vediamo che non cambia nulla. Siamo il paese europeo con numero record di frane e alluvioni, siamo territorio sismico eppure per chi ci governa quando qualcosa succede è sempre una fatalità: bisognerebbe smetterla di pensare in questo modo e cominciare a ripensare seriamente al territorio”.

FONTE: HUFFINGTON POST




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mercoledì 24 agosto 2016

M5s, se al governo subito fuori dall'Euro

Grillo rilancia il referendum: La moneta unica avvantaggia solo la Germania

Roma, 23 ago. (askanews) - "Noi se in questo momento fossimo al governo usciremmo dall'euro, perché la moneta unica penalizza i Paesi poveri, i Paesi deboli, e noi lo siamo, lo dobbiamo ammettere". Lo ha detto Nicola Morra, capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle. E sul blog di Beppe Grillo si rilancia la strada del referendum per l'uscita dalla moneta unica. "Il Movimento 5 Stelle conferma la sua posizione: è imperativo far scegliere al popolo sovrano, all'intero popolo italiano, il destino del progetto Euro attraverso lo strumento referendario". "Come abbiamo più volte spiegato - si legge nel post pubblica sul blog - l'introduzione dell'Euro ha bloccato il cambio tra 19 economie profondamente diverse e ha creato dei grandi vantaggi competitivi soprattutto per uno, la Germania. I tedeschi sfruttano una moneta molto sottovalutata per la loro economia, attraverso la quale stanno accumulando un surplus commerciale eccessivo ai danni degli altri Paesi dell'unione monetaria. Surplus che, tra le altre cose, viola le stesse regole sulle partite correnti dell'Unione Europea. Nella periferia dell'Eurozona al contrario, non potendo svalutare la moneta, vengono imposti abbattimenti dei salari tramite le riforme. Questo impoverimento del ceto medio pilotato da Bruxelles e Francoforte, assieme all'incapacità di risolvere il problema migrazione e sicurezza, sta pericolosamente veicolando consenso verso gli estremismi politici, dai quali il Movimento 5 Stelle si è sempre distinto con il suo approccio propositivo, costruttivo e post ideologico". Nel post il M5s cita anche Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'economia, secondo cui "nelle democrazie dell'Eurozona, l'ostilità verso la moneta unica sta degenerando in un'ostilità verso il più vasto progetto dell'Europa Unita e dei suoi valori costituenti". "Oggi - conclude il post - parlare di Euro, di soluzioni alternative e in generale il prepararsi tecnicamente all'uscita dalla moneta unica non deve essere considerato come un atto sovversivo, ma di responsabilità politica". int4


IL CERVELLO DEGRADA ANCHE PER VIA DELLE ABITUDINI

Questo articolo è scritto da un autore russo, Danil Dekhanov. Io l'ho un po' ampliato.. Troppo importante|
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Avete notato che più siete vecchi e con meno voglia iniziate un lavoro che non è abituale oppure richiede una maggiore concentrazione?
Ecco perché succede: le letture abituali, l’uso soltanto della lingua madre, i contatti continui con gli amici che vi capiscono bene, la visione delle solite serie TV... tutto questo, così amato, porta al degrado del cervello. Il cervello è pigro e cerca di diminuire il consumo dell’energia creando i programmi – cliché..

Si chiamano engrammi cinestesico-innervatori, memorie di comandi motori e delle relative sensazioni propriocettive, attivate in blocco nel compiere un gesto abituale. Gli ECI permettono al soggetto, in particolari circostanze, di eseguire un movimento automaticamente, senza che vi sia il bisogno di idearlo, controllarlo o adattarlo durante il suo svolgimento.
Sono come i sentierini che i neuroni creano nel cervello ripetendo la stessa azione.
A volte i sentieri diventano strade o, addirittura, autostrade.
Il rovescio di questa capacità del cervello è l’abbassamento della sua plasticità.
Più usiamo gli engrammi e meno funzionano i gangli basali del cervello. La loro principale funzione è quella di produrre l’acetlcolina.
L'acetilcolina è un neurotrasmettitore, una sostanza prodotta dal nostro organismo per trasferire gli impulsi nervosi in molteplici punti del sistema nervoso centrale e periferico.
Pensate alla strada che state facendo tutti i giorni per andare a lavorare: le vostre azioni diventano talmente automatiche che potere nello stesso tempo leggere la posta sul cellulare, ascoltare la musica ed altro.
Perché cambiare? E’ così comodo.
Ma perché la vita è una fonte di continui cambiamenti ai quali dobbiamo adattarci, e in questa corsa vince chi riesce più in fretta cambiare il colore, da buon camaleonte, chi riesce ad acchiappare per primo la preda, con una mossa fulminea.
La plasticità del cervello va sostenuta e allenata.
Immaginate il vostro cervello come se fosse cemento: dopo un po’ diventa solido..
Avete visto i vecchi (sono la maggioranza) incapaci di apprendere le novità (come azionare un elettrodomestico, senza parlare del computer o del telefonino), che ragionano per cliché ripetendo le stesso cose?
Quei sentieri nelle loro teste sono diventati i tunnel nelle rocce, ed è praticamente impossibile scavare in passaggio in una caverna vicina.
Il nostro compito è quello di mescolare continuamente questa “miscela”, impedendole di solidificarsi. Quando ci rilassiamo e iniziamo a usare gli engrammi, una parte del nostro cervello si solidifica e noi non ce ne accorgiamo

Olga Samarina



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martedì 23 agosto 2016

LA MENTE SCOPRE SE' STESSA



Solo nel ventunesimo secolo la mente scopre se stessa.
Ti domanderai, giusta curiosità, perché ha impiegato tutto questo tempo per scoprirsi? Bella domanda..
Se malauguratamente la parte nobile della mente rivelava subitaneamente che non gli serviva nulla di tutto ciò che ha inventato, vagando nell’illusorio, non aveva il confronto con nulla, ora che è arrivata all’apice, si possono già cogliere i primi frutti, scaturiti dalla demenza, creatrice soltanto di quella vita vissuta tra mille difficoltà, riassunta nella memoria storica.
La memoria storica, come tutte le cose, ha avuto i suoi natali, i suoi sviluppi, il suo dominio nell’età adulta, il suo decadimento, con il conseguente declino, ed ora si prepara alla dolce morte.
Tutto questo iter avviene per ogni singola mente, se l’individuo lo riterrà necessario.
Non può essere imposto, non può essere regolamentato, non può essere tramandato, solo intimamente desiderato.
Se la memoria storica ha costellato l’esistenza, che anche quando si dovesse gioire per un obbiettivo raggiunto, lo stesso, in seguito, si rivelava causa di catastrofi, malcontenti, paura e dolori, come si può ignorare se ne è la madre?
Quindi se tutto il riassunto del vissuto ha dato questi risultati, saranno gli stessi ad essere i testimoni “viventi” per rivedere e aggiornare il compito primordiale della mente nell’espletare la propria funzione.
Sarà più facile capire che in una legge dalla quale dovrebbe uscire saggezza, giustizia, e equità, risulterà inevitabilmente il contrario.


Sarà anche più facile cogliere la differenza che il progresso, l’industrializzazione e le comodità tutte non hanno elevato l’orgoglio dell’umano vivere ma, al contrario, lo hanno impigrito. Oggi l’uomo non sa fare un passo senza la sua tecnologia, e se si scopre che l’uomo nasce senza di essa, il non poterne più fare a meno, crea senz’altro dei problemi. Resta il fatto che senza vivere una vita illusoria, non si sarebbe percepita la vita reale, e cioè, che se ne poteva fare volentieri a meno.

Ogni singolo a modo suo è arrogante, ma se non fosse stato così non si poteva arrivare agevolmente ad una confusione totale di intenti, e l’appuntamento con la scoperta della mente, si sarebbe dovuto attendere chissà ancora per quanti secoli.
Così oggi si è maturata questa consapevolezza.

Con questa scoperta, non credere che si evolva in automatico. La mente del genere umano, neanche quando è conosciuta da tutti, sarà la volontà di ogni uno a sottoporsi al gioco illusorio, per poi superarlo consapevolizzando, che tutto ciò che ha fatto lo ha fatto per gioco.

La stragrande maggioranza, offuscata dal condizionamento, per cocciutaggine sarà ancora convinta che andando avanti troverà gioia, armonia, e amore, ignorando che la vita non è poi così lunga, da assistere ad ulteriori cambiamenti.

Rivolgendo il messaggio a tutti coloro che ne vengono a conoscenza, dico «non è l’attesa che ti libera, ma la decisione di abbandonare il condizionamento». (trovi tutte le spiegazioni sul libro “L’ultima illuminazione e l’illuminazione ultima” edito dallo stesso autore)

La libertà comprende anche questa decisione da parte tua se volerla o non volerla, calcola però che fino a qualche ora fa non ne conoscevi neanche l’esistenza di una mente libera e ti commiseravi pensando che “la vita è dura in questa valle di lacrime”. Ora sai che il tuo mondo è la tua mente, e che il mondo esiste proporzionatamente a ciò che pensi.

Non vergognarti, se dovrai ammettere a denti stretti, che tutto quello che hai fatto, o detto,fino ad oggi erano tutte scemenze. Deve esserti di consolazione nel pensare che quasi sette miliardi di umani come te, sono nelle tue stesse condizioni.

Un epilogo breve: la mente nasce libera, ma non sa di esserlo, perciò si inventa un mare di favole che gli serviranno in seguito per fare un confronto. Qui entra in funzione la parte nobile della stessa, riconoscendosi, e sottraendosi, da tutto il groviglio che si è creata intorno.

I grovigli mentali, anche se all’apparenza sembrano gli stessi, risulteranno uno diverso dall’altro, perché ognuno se lo ha creato a sua immagine, quindi per uscirne, è d’obbligo che ognuno lo debba fare per se.

Tratto da
LA MENTE SCOPRE SE' STESSA
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L’accoglienza un business dei poteri forti

Il poliziotto racconta: “L’accoglienza un business dei poteri forti. E chi parla viene fatto fuori dal sistema”

E’ uno dei poliziotti più fa­mosi d’Italia, grazie alle sue denunce pubbliche su quanto suc­cede nei centri d’acco­glienza e nelle procedure per identificare i migranti. Daniele Contucci, assi­stente capo della Polizia di Stato in forza presso la Di­rezione centrale immigra­zione e Polizia delle Fron­tiere, ora dirigente sinda­cale Consap, racconta quan­to visto negli sbar­chi di migranti sulle coste italiane.

Daniele Contucci, lei è stato in prima linea du­rante l’emergenza immi­grazione…
Ho fatto parte dell’URI, l’unità specializzata rapida di intervento specializzata sull’immi­grazione. Si trattava di un’unita il cui obiettivo era quello dell’impiego in tutte le emergenze di immigrazione. Facevamo ‘inter­viste’ a tutti i migranti che duravano circa 20 minuti e durante le quali ricostrui­vamo tutto il loro trascorso: tra cui le generalità, il percorso fatto per arri­vare fino all’Italia e se avevano ricevuto ritorsioni nel loro paese d’origine. Succes­sivamente, i dati venivano inviati in un database che veniva girato alla commis­sione territoriale la quale decideva se concedere l’asi­lo politico.

Lei ha visto da vicino il Cara di Mineo, uno dei più grandi centri richiedenti l’asilo d’Eu­ropa…
Un centro in grado di ospitare 4000 richiedenti, ognuno dei quali ha un costo giornaliero di circa 37 euro, di più se il richiedente è mino­renne. Potete quindi immaginare il tipo di business, per non dire altro, che ci sia dietro. Centinaia di persone che la­vorano all’interno del centro, quindi un indotto economico enorme per l’entroterra siciliano. Con tutti gli inte­ressi del caso e gli scambi clientelari. La task force di cui facevo parte riusciva a ridurre i tempi di permanenza di un anno. Successivamente l’unità è stata demansionata e chiusa, chissà perché…

I migranti che ha incontrato le da­vano tutti l’impressione di scappare da qualcosa?

Assolutamente no! Abbiamo avuto a che fare con tante persone dal pas­sato tragico, ma anche da tanti mi­granti che si capiva sin da subito che avevano altri obiettivi. D’altronde i numeri parlano chiaro: nel 2014 sono arrivati in Italia 172mila mi­granti. Di questi solo il 10% riconosciuto lo status di asilante politico, per un totale di 36mila migranti a cui è stato riconosciuto un titolo per stare sul territorio europeo. Tutti gli altri avrebbero dovuto rimpatriare e invece la maggior parte è sparita nel nulla.



Cosa intende dire?
La mancata fotosegnalazione dei mi­granti ha creato dei grandissimi problemi. Io sono stato il primo a de­nunciare queste manchevolezze, che impedivano il rispetto dei trattati di Dublino. Molti di questi migranti evi­tavano di farsi fotografare, con la compiacenza delle autorità italiane: parliamo di 100mila persone non fotosegnalate tra il 2014 e il 2015. Magari alcuni di loro sono terroristi o legati ad asso­ciazioni dai fini criminali. Anche se fosse solo uno su mille sarebbe una cosa gravissima dalla portata decisa­mente pericolosa con evidenti responsabilità dei vertici governativi e di sicurezza.

Le sue denunce le hanno portato ripercussioni sul posto di lavoro?
Solo problemi e ritorsioni. La nostra sezione è stata ufficialmente chiusa, noi demansionati dai nostri incarichi. Io lavoro a Roma e hanno cercato ad ogni modo di convincermi a far domanda di trasferimento, situazione comoda vista la lontananza da un ufficio centrale di importanza così rilevante. E anche i colleghi che prima mi sostenevano sono piano piano spariti, lasciandomi solo contro tutti. Chissà se qualcuno di loro comprato?

La politica si è però interessata a lei e al suo caso…
La Lega Nord aveva presentato delle interpellanze sui casi da me denun­ciati, ma quando il gioco ha co­minciato a farsi più serio sono spariti anche loro. Forse gli interessi che ho toccato sono troppo grandi. Poi ho accettato la candidatura al Consiglio comunale a Roma con Fratelli d’Italia: se avesse vinto la Meloni forse avrei fatto parte del Consiglio comunale per continuare a lottare affinché giustizia, verità e libertà trionfino contro la casta e il malaffare legato al business dell’immigrazione.

Quindi cercava anche lei la pol­trona…
Ma per niente! Solo che in questa si­tuazione è praticamente impossibile proseguire in Po­lizia il mio lavoro di verità e giustizia. Ricoprendo un incarico politico elettivo rinuncerei a qualsiasi euro in più ri­spetto alla mia ultima busta paga a dimostrazione del mio disinteresse economico. Lo avrei fatto solo per continuare la lotta contro la delinquenza, ovunque essa sia.

Come valuta la situazione a Como?
E’ una situazione molto partico­lare. I migranti che arrivano vo­gliono passare il confine svizzero. Solo che se entrano in Svizzera e non sono stati fotose­gnalati prima in Italia è più difficile accertare il primo paese di approdo per poi esser riaccompagnati alla frontiera. Ma comunque dalle interviste delle polizie locali si risale poi ai fatti e quindi rispediti lo stesso in Italia. A questo punto è giusto che le Guardie di Confine siano li per garantire la sicurezza del loro popolo, visto anche il concreto rischio terrorismo.

Ma l’Italia ha colpe in tutto questo?
Direi proprio di si. I trattati di Dublino probabilmente penaliz­zano l’Italia, ma la soluzione non è non identificare i migranti. Durante il semestre di presi­denza europeo, l’Italia poteva far qualcosa su questo fronte ma in realtà, nonostante i proclami, non si è fatto nulla. Un’immigrazione control­lata e integrabile può essere sana, ma non è certo questo il caso.

“Immigrazione integrabile”. Ritiene che molti immigrati ri­fiutino di integrarsi?
Chiedete alle donne poli­ziotte quando alcuni migranti di sesso maschile si rifiutavano di rilasciare le dovute interviste. Già questo indicativo della differenza di mentalità.

Cosa pensa di Mare Nostrum e Triton?
Mare Nostrum è stata un’operazione italiana dai costi incredibile che ha fatto il gioco degli scafisti, visto le regole d’ingaggio che permettevano di arrivare a 10 miglia dalle coste libiche. Mentre Triton, sotto Frontex e tutt’ora in atto, ha come obiettivo salvaguardare le coste e arrestare gli scafisti con l’ingaggio a 30 miglia dalle coste libiche. Un migrante prima di queste missioni pagava 2-3 mila euro per il viaggio verso l’Italia, successivamente solo 700-800 perché ovvia­mente i rischi, sempre altissimi, sono diminuiti con Mare Nostrum. Bisogna arrivare alle origini del fenomeno, facendo lavo­rare le diplomazie. All’estero ci sono consolati e ambasciate italiane: si potrebbe gestire la cosa nei paesi d’origine organizzando e gestendo le richieste d’asilo direttamente presso le nostre diplomazie all’estero. In quel modo la gente potrebbe sapere che c’è una strada normale e ordina­ria per arrivare in Italia e si toglie­rebbe un business mortale dalle mani dei trafficanti di esseri umani. Poi servirebbe un’operazione ‘cusci­netto’ sotto l’egida dell’Onu creando dei campi sosta per selezionare da lì i richiedenti asilo. Accompagnando inoltre corridoi umanitari per le popolazioni effettivamente in guerra come la Siria o Libano. Purtroppo invece si preferisce la politica delle lacrime di coccodrillo e delle morti annun­ciate.

Nonostante le ritorsioni, continuerà a denunciare i malfunzionamenti delle politiche migratorie?
Certo, continuerò a lottare da uomo libero quale sono e non mi fermerò di fronte ad alcuna ritorsione o minaccia. Rac­conterò i fatti, nella convinzione che molti apriranno gli occhi…

MATTIA SACCHI

Fonte

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lunedì 22 agosto 2016

DOBBIAMO CANCELLARE TUTTO CIO' CHE LE RELIGIONI HANNO FATTO ALL'UMANITA'

VEERESH, pone una domanda ad Osho:
"Come vedi la terapia nel futuro?"
OSHO risponde:
"Ha l'enorme potenzialità di poter sostituire tutte le religioni del mondo,ma non diventerà essa stessa una terapia.
La sua funzione è quella di distruggere tutto ciò che le religioni hanno fatto all'uomo.
E' un lavoro suicida.Infatti,una volta che avrai distrutto tutto ciò che le religioni hanno fatto all'uomo,e l'uomo sarà in buona salute e integro,la terapia non sarà più necessaria.
Ma deve essere fatta.
E' come una medicina.
Sei malato,hai bisogno di una medicina e quando stai bene butti la bottiglia dalla finestra.
La terapia a qualcosa da fare di molto grande ma se avrà successo quello significherà anche la fine della terapia.
Ed i terapisti dovrebbero essere orgogliosi del fatto di non sostituirsi ad alcun parassita,loro stanno semplicemente deprogrammando l'umanità.
Il loro lavoro è quello di un addetto delle pulizie che dopo aver pulito il sito, ha finito il lavoro.
Non c'è bisogno.
L'umanità può essere totalmente spirituale,psicologicamente in salute. Dobbiamo solo distruggere tutti gli impedimenti che impediscono all'uomo di essere in buona salute ed integro.
Quindi la terapia ha un grande futuro nel senso che ha la possibilità di distruggere tutte le religioni.
Può deprogrammare la gente.
Ma deve anche ricordare che c'è anche una tentazione a riprogrammare la gente.
Quello non deve essere perseguito.
Se la gente fosse riprogrammata ci sarà bisogno di qualche altra terapia. Così avresti sostituito i preti;non avresti cambiato il corso dell'evoluzione umana.
Non avresti portato una una rivoluzione nel mondo ma solo un piccolo cambiamento.
Ora i terapisti sostituirebbero i preti.
Non voglio che i miei terapisti sostituiscano questi orribili mostri che hanno distrutto,per milioni di anni,la gioia,tutta la vita,tutto l'amore,dei quali ogni essere umano è dotato alla nascita.
Taglia le loro radici.
Libera l'essere umano.
E sentiti benedetto di non provare la tentazione di prendere il loro posto.
Quindi molti terapisti in modo particolare,devono ricordare che altri terapisti prenderanno il posto dei preti.
Lo hanno già preso.
Lo psicoanalista è il nuovo prete e salvaguardia i propri interessi.
Lo stà già facendo.
E può farlo meglio di qualsiasi prete perché è più addentro al funzionamento della mente.
Ma il lavoro dei miei terapisti è veramente grande e pericoloso.
Grande,perché dobbiamo distruggere tutto.
Dobbiamo cancellare tutto ciò che le religioni hanno fatto all'umanità.
Poi, a lavoro finito,puoi essere soddisfatto,rilassarti.
Puoi diventare un giardiniere,puoi fare il contadino, puoi diventare un boscaiolo.
Se i miei terapisti avranno successo nel mondo,presto non ci saranno più religioni e poi non ci sarà più bisogno di terapia.
Okay, Veeresh?"..

★OSHO★
http://cromopuntura-cromos.blogspot.it/2015/02/dobbiamo-cancellare-tutto-cio-che-le.html
http://altrarealta.blogspot.it/

Pianeta Dei Pazzi: Siria, ucraina, con bufale, arresti e puttanazze (dei media)

Disclaimer: il brano che state per leggere è fortemente obbiettivo nei confronti della Russia, per cui ai troll filoatlantici la visione è consigliata solo se accompagnati da una persona intelligente che possa spiegarglielo.
Siria:

Puttanazze della stampa scatenate come matte sulla storia del povero bambino che, “dicono” sia stato bombardato dai russi cattivi.

Altri, come Moons of Alabama e Aurora Sito hanno fatto notare le incongruenze, complice anche l’incredibile video messo in rete dai caschi bianchi, la famigerata organizzazione, il cui scopo principale, pare sia farsi fotografare mentre portano bambini in braccio.

Strano che riescano a farsi fotografare così tante volte, mentre portano via dalle macerie bambini senza ferite fravi o addirittura illesi. Una coincidenza, certo.

In mezzo alle immagini reali appaiono comunque chiaramente delle altre artefatte e realizzate da fotografi professionisti.

I nostri eroi riescono ad organizzare finti video che mostrerebbero le prove dei bombardamenti siriani e/o russi.

Non è certo la prima volta che riescono a infinocchiare il mondo intero. QUI, per esempio il link del video sempre organizzato da loro, una famiglia trucidata dai ribelli il giorno prima ci cui corpi vengono prelevati, disposti attorno ad un cratere e circondati da una folla “inferocita”, composta ovviamente dia loro assassini, che imprecano contro i “soldati di Assad”:.

Notate come molti di quei subumani non riescano a fare a meno di ridere, mentre recitano.

Ecco la foto incriminata, si vede il bimbo ferito alla testa, coperto di polvere biancastra seduto tranquillo con lo sguardo non perso nel vuoto, ma curioso, diciamo.

Questo è il video invece messo in rete dai Caschi Bianchi. (link)

Notate il bambino assolutamente tranquillo, messo in posa su di una sedia che si tocca il “sangue” ( le virgolette sono d’obbligo) e si pulisce sulla sedia.

Una bambino anche con una ferita leggera alla testa sanguina abbondantemente, esageratamente, direi, il suo viso è stravolto dalla sofferenza e i muscoli delle braccia e delle gambe sono contratti, tremano, e gli fanno assumere posizioni sgraziate ed innaturali.

I medici, invece di metterli in posa per i fotografi , si affrettano a controllarli appena estratti dalle macerie, per tranquillizzarli e idratarli, e controllare che non abbiano fratture, emorragie interne ed altro.

Scusatemi per la crudezza dell’immagine, ma QUESTO è un bambino siriano di Aleppo davvero estratto dalle macerie con una leggera ferita alla testa, e non sanguina neanche tanto,,,

Ma non conta, lui non serve..

Nel visdeo , vedrete anche che i “caschi bianchi” tirano fuori anche un altro “bambino di scorta”, anche lui assolutamente tranquillo, e un vecchietto che non faranno vedere nelle foto, si vedeva lontano un chilometro che la ferita era farlocca.

Sarebbe un mezzuccio patetico,, se il mondo intero non ci avesse creduto, a queste messe in scena.

E il fotografo che ha realizzato quella foto “autentica?” un signor nessuno, lo stesso che ha realizzato il filmato del ragazzino di 12 anni decapitato dai “ribelli moderati”.
Puttanazze:

Le puttanazze dei media meritano un trattamento a parte oggi.

Ricordiamo la giornalista della CNN Kate Bolduan che, mentre presenta il video del “povero bimbo sriano” si permette qualche lacrimuccia. Farà carriera. Anche se recita da cani.

Ma il principe, l’artista di oggi è il fantasmagorico, rutilante e impressionante Fabrizio Dragosei.

Ecco l’articolo pubblicato non su “complotti e scie chimiche“, ma nel sito del Corriere.della Serva.sezione esteri.

Putin che viene raffigurato come lo scienziato pazzo che vuole conquistare il mondo, una roba che a pubblicarla si sarebbero vergognati persino i giornalisti durante la crisi dei missili di Cuba. .

Ecco il link, se non ci credeste.
Ucraina

Ecco una notizia evidentemente sfuggita alle puttanazze di regime europee.

L’arresto di Miroslava Berdnik , giornalista e scrittrice ucraina, avvenuto a Kiev nella mattina del 16 agosto, è “giustamente” passato inosservato. La poveretta aveva solamente fatto il suo lavoro, collegando il governo nazionalista con i tanti movimenti nazisti del paese, e denunciando torture, stupri ed abusi.

Speriamo che le vada bene.
Il bimbo Bomba.

Dopo l’attentato in Turchia, commesso, pare da un ragazzino minorenne, arrivano in rete altre foto.

Kirkuk, città nel nord dell’Iraq, le guardie di sicurezza curde catturano questo ragazzo, che sarebbe un altro attentatore, ragazzo che sembra davvero insolitamente tranquillo, e forze di sicurezza che maneggiano dell’esplosivo innescato con un disinvolutre che non riuscirei mai ad aeguagliare.

La notizia ha fatto il giro del mondo, e c’è anche il video, ovvio.

Link VIdeo.
Ma una cosa mi sono chiesto, io, povero pulcino inesperto , ma come mai le guardie parlano turco e non curdo?

Solo i rompicoglioni possono notare queste piccole, inutili sfumature, giusto?


Viviamo in tempi interessanti.


By Nuke di Liberticida

LE 10 REGOLE DEL CONTROLLO SOCIALE DI NOAM CHOMSKY

Avram Noam Chomsky, nato a Philadelfia il 7 dicembre 1928, è un linguista, filosofo, teorico della comunicazione e anarchico statunitense.

“…uno dei pochi grandi intellettuali che non hanno mai rinunciato ad essere coscienza critica della società occidentale. Per oltre trent’anni le sue opinioni e i suoi giudizi, sempre attenti a cogliere l’essenza delle cose dietro l’apparenza della realtà, hanno sensibilizzato un crescente interesse del pubblico verso la reale natura del potere…” tmcrew.org
Noam Chomsky,
professore emerito al Massachusetts Institute of Technology, ha elaborato una lista delle 10 regole del controllo sociale,
ovvero, strategie utilizzate per la manipolazione del pubblico
attraverso i mass media.





1) La strategia della distrazione.

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico da problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazione di continue distrazioni e informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica.
Mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare di ritorno alla fattoria come gli altri animali.

2) Creare problemi e poi offrire le soluzioni.

Questo metodo è anche chiamato: Problema > Reazione > Soluzione.
Si crea un problema, una situazione prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare.
Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi una violenza urbana, organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che sia il pubblico che richieda le leggi di sicurezza e le politiche a discapito della libertà.

3) La strategia della gradualità.

Per far accettare una misura inaccettabile basta applicarla gradualmente, al contagocce, per anni consecutivi.
E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove, neo-liberalismo, furono imposte durante il decennio degli anni ’80 e ’90.

4) La strategia del differire.

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come dolorosa e necessaria, ottenendo l’applicazione pubblica nel momento, per un’applicazione futura.
E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato: primo, perchè lo sforzo non è quello impiegato immediatamente, secondo, perchè il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza di sperare ingenuamente che tutto domani andrà meglio e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo da più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5) Rivolgersi al pubblico come ai bambini.

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si utilizza l’uso un tono infantile.
Perchè?
Se qualcuno si rivolge a una persona come se avesse dodici anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà con una certa probabilità ad una risposta o reazione come quella di una persona di dodici anni o meno.

6) Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.

Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale. Inoltre, l’uso del registro emotivo, permette di aprire la porta di accesso all’inconscio, per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori.

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile.

8) Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

9) Rafforzare l’auto-colpevolezza.

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto-svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno degli effetti è l’inibizione della sua azione.
E senza azione non c’è rivoluzione.

10) Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.

Negli anni ’50 i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il sistema ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia della sua forma fisica che psichica.
Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Fonte: http://www.altrogiornale.org/le-10-regole-del-controllo-sociale-noam-chomsky/




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ENWEAKING OSSIA RAMMOLLIRE

ENWEAKING - un metodo di controllo?
Molti osservatori sociali si sono chiesti a più riprese quale sia il fattore che induce nella maggior parte delle persone, definibile come "la massa", una sorta di torpore del senso critico, che si traduce in una supina credulità anche a fronte di evidenze in grado di suggerire conclusioni differenti riguardo gli eventi sia quotidiani che appartenenti allo scenario internazionale.

Una risposta potrebbe trovarsi nella pratica dell'enweaking, che in italiano suona come "rammollamento" (da "weak", debole, molle...).

La parola "enweaking" non esiste. E' stata da me adottata per identificare uno specifico genere di pratiche di persuasione ampiamente adottate nella pubblicità, nel marketing e nella propaganda sociale, delle quali sono stato testimone nel corso degli ultimi vent'anni.
La sua definizione mi ha poi consentito di comprendere in modo più chiaro numerosi fenomeni storici, anche contemporanei, ovvero riscontrabili nella nostra quotidianità.


Rendere molle equivale a rendere plasmabile. Nella struttura psicologica umana, ciò accade allorquando si attivino meccanismi atavici di sopravvivenza basati sulla capacità di adattamento.


L'adattamento coincide sempre in qualche modo con la cessazione dello sforzo.


Se immaginiamo un virus intento a difendersi da un antibiotico, possiamo anche immaginare che una volta adattato all'antibiotico la lotta per lui sarà cessata. Da quel momento, le cose andranno bene così come sono.


L'adattamento è un processo necessario alla sopravvivenza, utile a far fronte ai cambiamenti inevitabili dell'habitat.


Quando tuttavia si entra nel regno "umano", ci si rende conto che quasi tutti i cambiamenti dell'habitat sono modificazioni indotte dallo stesso genere umano, ossia modificazioni che potremmo considerare volontarie, seppur perpetuate in forma collettiva.
Soprassediamo in questa sede circa le giuste obiezioni circa la volontà effettivamente in azione nel corso di un processo collettivo, che potrebbe rivelarsi effettivamente aliena alla volontà dei singoli, giungendo a connotare "la massa" quale ente autonomo, dotato di propria volontà e propri scopi, differente da quella, non solo dei singoli. ma persino di un ipotetica volontà di maggioranza.


Resta quindi la sensazione che questa funzione di adattamento passivo (Yin) non sia naturalmente l'unica modalità di reazione di una specie alle minacce di alterazione dell'habitat, bensì esclusivamente quella utile nei casi di forza maggiore, che nel regno animale si riducono ad eventi naturali (smottamenti, siccità, ecc.) o interventi di esseri "superiori" (atti perpetuati dall'Uomo).
La seconda modalità di risposta è infatti quella Yang: combattere.


Ma evidentemente l'essere umano ha maturato un alterazione di queste funzioni, giungendo ad identificare i fenomeni di massa al pari di una calamità naturale, e come tale incontrovertibile, inevitabile...


Nel meccanismo dell'enweaking gioca un ruolo decisamente fondamentale la paura. Essa è infatti in grado di generare uno stato di rammollamento psicologico, utile appunto ad evitare di rompersi.


Un altra funzione riconducibile all'enweaking è quella relativa al "depotenziamento".
Questo si attua attraverso meccanismi di sfinimento dell'intenzione individuale.
Uno dei modi principali è quello di spingere a porsi domande preconfezionate, per poi fornire risposte ugualmente preconfezionate.


La "domanda" è un forte movente. Se non sappiamo chi abita al di la della collina, la curiosità potrebbe spingerci fin la per indagarlo. Se tuttavia giungesse qualcuno dicendo: "al di la della colline non vi è altre che un bosco e rocce", probabilmente la nostra spinta a partire subirebbe una forte demotivazione.


Lo scopo dell'enweaking, in questo caso, è quindi quello di anticipare la "domanda" fornendone una simile, ma non identica, a quella che sorgerebbe ad un individuo maturo sotto il profilo della consapevolezza, ma prematuramente. Successivamente, viene fornita la "risposta" preconfezionata.


Questo consente da un lato di prevenire l'insorgere di domande biologicamente e spiritualmente sensate, capaci di produrre fenomeni di rinnovamento sociale in direzioni non utili agli scopi prefissati (ad esempio, la consapevolezza sul perché si usano olii vegetali scadenti in biscotti biologici, vegan, ecc.), mentre dall'altro assicura che tali domande sensate non vengano più a galla in futuro, fornendo una "risposta" soddisfacente per la mente razionale. Caso chiuso.


Potremmo dirlo anche così: prima che a qualcuno venga in mente di chiedersi qualcosa, glielo suggerisco io ma in modo da portarlo alle conclusioni che desidero, utili ai miei scopi.
In ambito giuridico, questo comportamento potrebbe definirsi capzioso.

domenica 21 agosto 2016

La mente, si autoproclama regina della stupidità...



Ogni mente divisa, può buttare una base sfruttando la credulità di altre menti, per essere più forte, più aggressiva, più incisiva, più autoritaria, per poter esercitare agevolmente il potere, su più persone, o su più popoli.
L’aggregazione rende forte il potere, così, facendo leva sulla forza che genera paura, c’è una sottomissione graduale di tutto il genere umano.

Di fatto, il genere umano, è tutto prigioniero delle ideologie, anche se si è portati a fare delle distinzioni, alla fine non importa che colore abbia il potere, ma importa constatare che si è o sotto di uno o dell’altro, pur cambiando i modi, la sostanza è la stessa.
La mente, si autoproclama regina della stupidità, ogni qualvolta che asserisce di aver ragione perché è nel giusto.

Può in qualche caso apparire che la proclamazione sia stata conferitagli da terzi, ma come tutte le cose illusorie questa non è da meno, la scelta non avviene per caso, avviene perché si è presenti nell’organizzazione.

Così il capo di stato viene scelto tra i prescelti, il capo religioso uguale, i professori, i docenti, i dottori, ecc.
Quindi non sono mai gli altri a incoronare la tua mente, ma sei sempre tu a farti l’auto incoronazione.


... Tieni presente, che qualsiasi mente, può essere incoronata a regina della stupidità, basta volerlo. Come si fa?
È semplice: un pulcino vede razzolare la chioccia, lo ripete quasi da automa, e continua, continua, fino a diventare esperto provetto del razzolamento. Diventa adulto.
Così qualsiasi mente, che sceglie cosa vuol seguire, impara a razzolare, razzola oggi, razzola domani, diventa adulta.
Le dinastie, le professioni, le casate, le religioni, le politiche, le filosofie (i mestieri non ne fanno parte perché non si predicano, si realizzano) però sono inclusi i mestieri che operano per la promozione delle ideologie (figure, icone, statue, ecc.) tutte si riallacciano come il pulcino alla chioccia.
Tutte le menti che si rifanno a tradizioni, usi, mode, e costumi, manca totalmente la possibilità di comprendere, che se fossero state guidate da chiocce diverse, non potrebbero avere la stessa incoronazione, che hanno nello stato attuale.
Per semplificarti, la mente è unitaria fino a quando non si sceglie chi seguire, a scelta avvenuta scompaiono logica e ragione di terzi per fare spazio alla propria con arroganza.
Da questo momento, tutta la popolazione mondiale considerala inquisita da altrettanti atti inquisitori.
La figura dell’inquisitore è rappresenta dalla mente autoeletta che è posta più in alto, per gestire la stupidità di massa.

La mente universale non si offende, potrebbe essere un’offesa per la mente divisa a scoprire che
nessuno può essere inquisito da nessuna autorità per un motivo semplicissimo; l’uomo in mezzo a tutte le sue qualità illusorie ne ha una bellissima “l’attore”.
Questa qualifica è naturale e si utilizza anche per salvaguardare la specie umana dall’estinzione. L’arte consiste nel salire sul carro del vincitore.

La mente divisa è affascinata dall’imposizione, quando la esercita, non lo è altrettanto, quando si subisce.
Un inizio la mente inquisitoria, lo deve pure avere, e non potendo fare una cernita preventiva, di cosa si vuole inquisire, ci si riduce ad essere inquirenti solo della cosa o ideologia o comportamento che più facilmente ti sono sotto mano, cioè “la chioccia”. Da quel momento per difendere i principi acquisiti si diventa repellenti, ad altri principi, per timore di perdere personalità.

Come si può vivere da figli con genitori inquisitori?
Anche se più raro, come si può vivere da genitori con figli inquisitori?
Come si può vivere con uno stato inquisitore?
Come si può vivere con una disciplina inquisitrice?
Come si può vivere con una scienza inquisitirice?

È salutare non pensare a quando le inquisizioni sono sante, o giuridiche.
Come una mente può pensare di giudicare che la fede deve essere imposta con torture, con sacrifici, con reclusioni a vita?
Come può una mente pensare di giudicare gli eretici dai pii, i credenti dai miscredenti, i giusti dagli ingiusti?
La mente si crea il potere del giustizialismo, attraverso il potere conferitogli dalla società, debitamente ubriacata da sani principi, studiati a tavolino, lasciando all’uomo attore di recitare la parte che ritiene meno invasiva e meno lesiva, per il corpo fisico saltando dal carro del perdente, a quello del vincente, facendo bene attenzione alla recita della parte.
È evidente che gli oltranzisti in ogni forma di inquisizione hanno la peggio, da essi scaturiscono martiri, santi ed eroi.

L’attore recita la sua parte sempre in modo grottesco, vendicativo, strumentale, è raro che
diventi di fronte all’opinione pubblica un eroe, perché sfrangia in modo subdolo l’integrità
dei valori, dei principi anche se il fine è sempre patetico, come le spie, i disertori, i traditori di ideologie, e filosofie.
Proprio con l’arte della recita si può classificare, il grado di stupidità mentale.
L’uomo, giudica i suoi simili, attraverso le azioni, basta che queste siano conformi al proprio condizionamento, che decide di accoglierlo come alleato, in caso contrario decide per la soppressione, se ne ha la forza.

Questo da sempre, fino a quando non ritenne, che lo spargimento di sangue, può anche rendere impopolare, così si adottano pene sempre più lievi fino ad arrivare alla riabilitazione educativa, che consiste nel far credere all’avversario, con finissimi stratagemmi, che i propri principi sono “sani”.

Nessuna mente può sapere se la parte che recita è vera o falsa, questo rappresenta il nucleo centrale per dimostrare la piena stupidità mentale, perché riesce a credere ciò che gli altri vogliono fargli credere.
Qui il mondo è visto come illusorio, in quanto non ha esistenza al di là della mente che lo ha pensato.

La causa scaturisce da quella credenza condivisa da tutte le persone, che la mente è inerente al corpo fisico, quando si scopre la mente unita, non si ha più bisogno della ragione e della logica individuale, e si torna liberi.
Nella posizione della mente libera, si avrà il discernimento che il mondo e il corpo fisico, pur essendo illusori sono neutri, adatti o adattabili sia per la confusione mentale, mondo dell’ego, sia per la libertà di spirito.

La grande scoperta che la tua mente farà sarà quella che guardandoti intorno vedrai solo ciò che tu hai pensato minuto dopo minuto, vedi solo ciò che tu conosci, o che ti porti all’attenzione per conoscere.
La tua mente per riconoscere, ha delle forme che sovrappone a ciò che vede, per identificarlo, e ne fa un uso canonico. Se ci porti l’attenzione, vedi che hanno forme canoniche anche ciò che forma non ha, ma gliele hai data una ugualmente, ciò ricostruendolo nella mente ti irrita, perché con le false aspettative, quelle figure non combaciano (divinità, angeli, idoli, pace, speranza).

Scoprirai che se formi un diario sei succube di ciò che in esso è contenuto, se rifletti attentamente le cose le hai fatte e scritte, le hai vissute pari pari, e tutto è avvenuto senza l’intervento di terzi. Se riconosci che il tuo diario è solo opera tua, perché ti è così difficile credere che i diari degli altri siano diversi?

La confusione avviene a causa della presenza degli attori dove la mente ragionevolmente pensa che la felicità, l’amore, e la pace, siano contributi che costruiscono la società in cui appartieni, invece esistono solo nella tua mente, in qualsiasi condizione ti trovi.
Portando l’attenzione, che se sarai felice dopo che nel mondo non ci sarà più guerra, o spargimento di sangue, hai da attendere moltissimi anni. Se ci porti l’attenzione vedi che nel bel mezzo delle guerre ci sono altre menti che gioiscono, si divertono, fanno sesso (quello che volgarmente si chiama amore possessivo), formano dei gruppi e rinnegando la guerra dichiarano di essere in pace.

Tu in quel guazzabuglio sei triste, amareggiato, infelice e senza pace, mettiti a confronto e vedrai che sei solo con la tua mente nel tuo mondo che ti rende triste ed infelice. Dà ordine alla tua mente di essere felice e gioiosa anche in quelle circostanze che ti appaiono poco consone e il gioco è fatto.

Fai un altro sforzo, e vedi che l’illusione, qualsiasi essa sia, taglia quasi sempre gli individui in percentuali pari, si formano due gruppi illusori, chi per il pro chi per il contro e inevitabilmente una parte gioisce mentre l’altra patisce e viceversa.
Il gioco dura fino a quando tu, singolarmente, non ti accorgi dell’inganno e lo abbandoni.

La storia dell’incoronamento della mente continua inesorabilmente, nel privato a partire dal posto di lavoro, per arrivare alla promozione sullo stesso, si fanno delle speciali inquisizioni, si mandano in giro maldicenze, si fanno ricatti, si boicottano opere, o progetti, si fanno spie commerciali, si falsano risultati, si usa qualsiasi stratagemma per l’arrivismo. Gli amanti che si inquisiscono a vicenda, osservano attentamente la posta, i messaggi telefonici, gli spostamenti, la biancheria intima, il profumo e tante altre scemenze di questo tipo.

I coniugi non sono da meno degli amanti.
I soci in affari, i datori di lavoro verso i loro dipendenti, le forze dell’ordine, gli uni contro gli
altri anche singolarmente (sperando in una possibile promozione, o vantaggio economico).
Ecco cosa è la mente, la stupidità sta ad indicare l’uso che se ne fa, rappresenta il più basso e insensato, fino a quando in consapevolezza non è chiara la distinzione tra mondo illusorio, e mondo reale.
Non ci si schioda in nessun verso, se non si invita la mente stessa a riflettere sul come, e sul perché tutto ciò che credi esista, esiste solo dentro il tuo corpo mentale.

Sarebbe un danno scoprire, o non scoprire, la distinzione dei due mondi separati?
Certo che non sarebbe un danno, se non fosse che la parte sciocca per cui si utilizza la mente non fosse la stessa che mentre crea confusione è l’artefice del tuo inferno.
È l’inferno che genera azione e reazione, formulando aprioristicamente delle aspettative, e siccome illusorie (non si avverano mai), sarai sempre a lottare.
Quella sensazione che tu chiami pace non potrai mai gustarla neanche per un istante se aspetti che gli altri combacino perfettamente con le tue idee, ma puoi provarla se pensi che le tue non sono né più, né meno, quelle degli altri.
“Smetti di credere che solo le varie commissioni possono emettere giudizi non più opinabili”.
“Smetti di credere che il mondo illusorio possa dare una spiegazione al mondo reale”.
Il mondo reale ha naturalezza solo prima di essere monitorato con leggi, mode, costumi e tradizioni.
Oggi non ti è più possibile vivere il mondo naturale, perché ogni cosa è stata ritrattata per non farla essere più tale.
Puoi ritornare al naturale? No, non ti è più possibile, perché la massificazione ti obbliga a seguire una linea comune, che non ti permette né guardare, né giudicare in modo diverso. Ti resta da fare un’operazione singolarmente, farai attenzione comparando il prima e il dopo di ogni azione, sia verbale che realizzata in materia, per vederne il risultato.
Nessun risultato ricavato dall’innaturale ha una risoluzione definitiva, quindi il programmatore della stessa si dovrà rimettere all’opera per cercarne un’altra, e poi un’altra, e poi un’altra.
Ti faciliterà il compito sapere che non ci sarà mai nessuna soluzione, e che tutto ciò che si è inventato è solo una mastodontica presa in giro. ....


.... Tutte le distinzioni, sono innaturali, e seguendo l’evolversi di ogni principio, si arriva alla conclusione, che per ottenere ciò che si vuole, si devono mettere le mani alle armi.
Le azioni belliche, non sono create da chicchessia, ma da coloro, che vogliono, e pretendono di gestire la mente altrui, adducendo che la loro idea, è superiore a quella dell’altro.
Se ci si convince, che nessuno può entrare nella mente di un altro, se non con la violenza, torna l’armonia.
Si viola la mente degli altri, non solo con la forza incutendo paura, come con la guerra, frustate, o castighi, si viola anche con le maniere gentili, come i portatori di pace, e i missionari di qualsiasi ideologia, sia politica, sia religiosa.

Tratto da
LA MENTE SCOPRE SE' STESSA - Idra Felix
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sabato 20 agosto 2016

LA MENTE ATROFIZZATA


Osserva ulteriormente come la mente svela la sua “stupidità”, se così si può chiamare.
Guarda come soffre un tifoso se la squadra della sua disciplina perde, guarda come gioisce se vince.
Che tristezza prova un giocatore che perde, come gioisce se vince.
Osserva come un religioso esulta se vince in formula uno con la sua macchina del “cuore”, fa suonare le campane a distesa, pari, se non superiore, ad una festività religiosa.
Un giudice che non condanna uno stupro perché la donna nel momento dell’aggressione indossava jeans e per questo motivo doveva essere conseziente.
Così un giudice donna condanna lo stupratore alla castrazione.
Un altro giudice giudica una donna non stuprata solo perché non più vergine.
Una mente si addestra a piangere alla vista di un congiunto morto.
Un’altra ad esultare di fronte alla morte di uno ritenuto nemico.
Un altro esulta se la giornata è soleggiata, si rattrista se la giornata è uggiosa.
Chi si rallegra e si emoziona se gli si dice ti amo, si rattrista se gli si dice ti odio.
Si può andare avanti all’infinito ma si peccherebbe nel pensare che l’elenco sia per eccesso. Quando la mente arriva ad “insultarsi” riesce a far “tenerezza” ai più.

Il condizionamento, da qualsiasi lato si prende, riesce sempre a comandare lui e nella stragrande maggioranza degli individui, pur occupando l’intera esistenza, ne fanno uso all’occorrenza per brevi lassi di tempo.
In questo caso la mente non è totalmente atrofizzata e molte volte il condizionamento svanisce lasciando il posto al menefreghismo (optare per una filosofia e non parlarne più si finisce per dimenticarla).

Quello che non può succedere alla mente degli istruttori delle ideologie come filosofie, scienze, religioni, politiche.
Costoro hanno atrofizzato la mente su quei quattro punti che a loro dire sono i cardini portanti
dell’illusorio e non fanno altro che mandare su e giù la loro mente, guidata dal pensiero a fare milioni di passaggi, per tema che ci possa essere una pausa, (le fitte riunioni di aggiornamento). L’energia mentale in questi casi si atrofizza, resta scaricata come su di un binario morto dove la mente diventa sterile, incapace di partorire altre idee, oltre quelle, che pur non essendo partorite dalle loro menti, ne sono abilissimi detentori.

Le menti, così incancrenite difendono a spada tratta le ideologie in esse contenute, sono operose solo nel mettere molto impegno nel rigettare segnali che possono eventualmente arrivare da altre menti, molte volte anche esse incancrenite.
Una mente incancrenita su di una ideologia, rifiuta con veemenza spasmodica anche l’ovvio, il confronto, il parallelismo e quant’altro possa mettere in discussione ciò che le loro menti contengono. Si avranno denunce per offese alla lesa maestà, denunce per vilipendio, denunce per risarcimento, e tutto ciò di più torvo che la società mette loro a disposizione.

La collettività nel salvaguardare se stessa, per timori di essere attaccata a sua volta da menti incancrenite, ha elargito il buonismo (anch’esso incancrenito) dicendo, e agevolando pari diritti come: libertà di culto, libertà di pensiero, la plurietnia, la pari dignità, i pari diritti, la legge è uguale per tutti, etc.

Queste regole, la collettività se le impone, non per fare favori a terzi, ma per mettersi a riparo da menti libere, di fatto mantenendo sfaldate le menti su binari morti, assicurandosi così che l’incancrenimento avvenga sicuramente.
La mente mostra in toto il suo lato debole, quando gioca a nascondino, asserendo che in tempi di carestia si è belli e in salute quando si è grassi, per contro dice, che si è belli in tempi di grascia, solo se si è magri.

La mente si vergogna, in tempi di magra o carestia, di andare in giro con vesti sdrucite, logore o rattoppate, mentre in tempi di abbondanza mostra con orgoglio un vestiario sdrucito, logoro e con le toppe (tutto fatto per l’occorrenza).
Se un individuo va in giro lividoso di percosse, prese da mogli, mariti o semplicemente da chi non la pensava come lui, a chi gli domanda cosa gli sia successo, cerca di coprire il vero motivo,

cioè l’atrofizzazione delle sue idee, dichiarando che è caduto dalle scale o qualcos’altro.
Se la mente non contiene idee atrofizzate, non contiene contrasti, se non contiene contrasti non ha di che scontrarsi.
La mente atrofizzata, e incancrenita, è rivolta sempre al pietismo, ed è da qui che scaturiscono le storie, le pietà popolari, le biografie.

Un esempio, viene bene, citando il detto di un filosofo contro le ideologie religiose: «Le religioni sono l’oppio dei popoli»; la risposta la riceve dal vecchio adagio, “il bue disse cornuto all’asino”. Il filosofo non si era reso conto che le idee che andava a combattere erano incancrenite pari pari alle sue.

Se leggendo possa toccare un certo risentimento mentale è evidente che è arrivato il momento di togliere le idee depositate su quel binario morto e cominciarle a liberare per non esserne più schiavo, e non si rischierà “l’incancrenimento” delle stesse.
A questo punto si è ancora in tempo per non soffrire inutilmente.

Ecco che cosa è la mente.
Se è libera ha l’unione cosmica, se è ferma anche su una sola, e semplice cosa (il verde nel mondo) è legata alla materia.

La mente si atrofizza quanto crede e si mette a confronto, spende intere vite a scoprire cosa succederà fra secoli, o cosa sia successo milioni di anni fa.
Vuole ricostruire, scoprire, capire, trarre conclusioni, non si rende conto che non gli serve a nulla.

Cosa rende concepibile la stupidità della mente?
La continua fatica che compie, per conoscere ciò che non gli servirà, né ora, né mai, ma pur sapendolo, continua.

Tratto da


LA MENTE SCOPRE SE' STESSA

http://altrarealta.blogspot.it/