domenica 25 ottobre 2015

Quello che gli occhi non vedono

"Mettete alla prova la plasticità del vostro cervello con questo semplice esempio: osservate brevemente questa figura. Che cosa vedete? La prima cosa che viene in mente alla maggior parte della gente è un'anatra o un'oca. Piuttosto semplice, vero? In questo esempio, la forma familiare dell'immagine che avete di fronte induce il vostro cervello a riconoscere uno schema e corrisponde alla sagoma di alcuni tipi di uccello. Diciamo semplicemente che il ricordo dell'immagine di un'anatra o di un'oca impresso nelle vostre cellule cerebrali si accorda con la figura che avete di fronte, e voi siete in grado di richiamare alla mente la parola "oca" o "anatra". È così che interpretiamo continuamente la realtà: si tratta del riconoscimento sensoriale di uno schema. E adesso diventiamo neuroplastici per un momento. E se vi dicessi di non vedere più un uccello ma piuttosto un coniglio? Per poter compiere quest'impresa, il vostro lobo frontale dovrebbe costringere il cervello a "raffreddare" i circuiti collegati all'uccello e riorganizzare tutto lo schema in modo da immaginare un coniglio invece che un pennuto.


Sembra che nella vita continuiamo a vedere le stesse cose allo stesso modo perchè siamo stati condizionati a continuare a cercare le stesse cose. Dobbiamo pensare e usare il nostro cervello in modi nuovi piuttosto che affidarci all'intrattenimento, ai media o all'ambiente perchè ci spingano a pensare in determinati modi prevedibili. Pensare in modi prevedibili non richiede nè volontà nè sforzo, soltanto reazioni di routine che ci consentono di essere pigri. Le reti neurali cablate sono programmi automatici; una volta attivate, richiedono poco o nessuno sforzo cosciente per mantenerle in funzione. Analogamente, una volta attivati, i programmi automatici richiedono un enorme sforzo e forza di volontà coscienti per essere spenti, ammesso addirittura che sia possibile. La capacità di indurre il cervello a rinunciare al suo abituale cablaggio interno per accendersi in nuovi schemi e combinazioni è il modo in cui la neuroplasticità ci consente di cambiare. Proprio come nel'esempio della figura, evadere da un'abitudine di pensiero, azione, sensazione, percezione, o comportamento è quanto vi permette di vedere il mondo e voi stessi in modo diverso. Avete trasformato la vostra mente alterando lo schema di attivazione tipico del cervello e in tal modo anche chi voi siete è cambiato.

Quello che pensiamo e l'energia o intensità di questi pensieri ha una diretta influenza sulla nostra salute, sulle scelte che facciamo, e in ultima analisi sulla qualità della nostra vita. Quello a cui pensiamo ripetutamente e ciò su cui focalizziamo la nostra attenzione è quello che neurologicamente diventiamo. Le neuroscienze sostengono che noi possiamo modellare e plasmare la struttura neurologica del sè attraverso l'attenzione ripetuta che concediamo a ogni cosa. I pensieri consci ripetuti abbastanza spesso, diventano pensiero inconscio e influenzano direttamente la nostra vita. Essi producono modelli di comportamento automatici, acquisiti, che sono quasi involontari. Questi schemi comportamentali sono abitudini, e diventano connessioni neurologiche cablate nel cervello. Per spezzare il ciclo di un processo di pensiero che è diventato inconscio, sono necessari consapevolezza e sforzo. Innanzitutto, dobbiamo uscire dalle nostre routine in modo da poter osservare la nostra vita. Attraverso la contemplazione e l'autoriflessione, possiamo diventare consapevoli dei copioni inconsci che seguiamo. Così facendo, interrompiamo neurologicamente i pensieri che si erano trasformati in circuiti cerebrali fissi. Abbiamo il potere di alterare il nostro cervello, il nostro comportamento, la nostra personalità e in ultima analisi la nostra realtà, di gran lunga superiore a quanto una volta si ritenesse possibile. La nostra capacità neuroplastica (ossia la capacità di modificare i circuiti neurali e crearne di nuovi) è corrispondente alla nostra capacità di cambiare la percezione del mondo che ci circonda; ovvero, la nostra realtà. Per poter realizzare quest'impresa, dobbiamo cambiare il modo in cui il cervello funziona automaticamente e abitualmente. "

(Joe Dispenza)
Advanced Mind Institute Italia

http://altrarealta.blogspot.it/