domenica 8 marzo 2015

Lo stato smetta di emettere titoli di stato e si finanzi emettendo moneta


Come dovrebbe essere un’Europa libera dalla troika? Pochi politici parlano della “Sovranità monetaria” che è la cosa che più rende le nazioni indipendenti e sovrani. Visto che si stampa denaro dal nulla bisognerebbe procedere a una soluzione che possa essere attuata in tempi più brevi, e cioè una “monetizzazione” parziale dei debiti pubblici.,

Nell’attuale momento storico, in cui la moneta è costituita soltanto da supporto cartaceo, privo di qualunque copertura aurea o valutaria, non si comprende la ragione per la quale lo Stato debba richiedere ad un apposito istituto bancario privato il mutuo, sempre oneroso, di banconote create dal nulla e prive quindi di ogni valore intrinseco, trasferendogli in tal modo, con la sovranità monetaria, non solo il potere di emettere moneta, ma anche il governo di tutta la politica monetaria, attraverso il quale, come si è già esposto, non può non influirsi in maniera assolutamente determinante su tutta la politica economico-sociale di un governo. Come? Dando la possibilità ognuno ai propri governi di stampare Euro e immetterli in circolazione nella propria economia interna creando sì deficit ma anche reddito, occupazione e soprattutto investimenti.

La Bce sarebbe contraria? Saremmo tutti noi felici di riappropriarci della sovranità monetaria che è politica e soprattutto individuale personale di ogni cittadino senza essere sudditi di nessuno.

La Bce si opporrebbe per i trattati firmati? Evidente che i trattati cosi come vengono firmati possono e devono essere ri-trattati (La parola stessa lo dice “Trattato: patto che riguarda importanti questioni inerenti gli stati interessati come soggetti di diritto internazionale). Notare la frase “soggetti di diritto internazionale”, quindi a questo punto come nazione abbiamo tutto il diritto di ritrattare quello che vogliamo.

Creare denaro dal nulla è possibile? Sicuramente così come ai tempi della lira “noi” nazione abbiamo tutta la sovranità di stampare soldi e solo i nostri politici ci hanno svenduto la sovranità che dobbiamo riavere. Lo Stato siamo noi e non chi ci governa.

La Troika si opporrebbe? Pazienza! Molti Stati attuano politiche ed economie “conservative” all’interno dei propri confini e stampare moneta creerebbe inflazione interna alta per i primi tempi ma che andrebbe via via a stabilizzarsi dopo un anno o due, anche perché creare reddito e occupazione rilancerebbe l’economia interna mentre già l’export italiano va bene e quindi alla fine si ridarebbe fiato a tutti i cittadini.

La Troika ci farebbe sanzioni? Anche in questo caso possiamo farcene una ragione. Quali sanzioni ci potrebbero imporre? Ci limiterebbero un po’ di export, Limiterebbero l’afflusso di turisti in Italia, Non ci considererebbero buoni alleati, resteremmo fuori dai loro Summit. Per poco tempo queste cose potrebbero preoccupare l’opinione pubblica a causa di media asserviti, ma subito gli stessi media sarebbero costretti a rassicurare tutti i cittadini se vedessero andare meglio l’economia, soprattutto familiare. Vogliono gli stranieri restare senza vini, cibi di alta qualità, alta moda e quant’altro fa parte della eccellenza del “made in Italy” a lungo? Non penso. I turisti non verrebbero più in Italia? Non credo. Di cosa dovremmo a questo punto preoccuparci? Del fatto che le Banche mondiali sono in crisi perchè hanno creato denaro e quindi crisi e speculazione usuraia dal nulla ai danni della gente? Problemi loro!

Insomma, innanzi tutto bisogna cambiare classi dirigenti e politiche. Cioè i cittadini e i lavoratori devono prendere in mano quello che la borghesia sta lasciando andare in rovina. La crisi della finanza pubblica e la camicia di forza costituita dai vincoli di Maastricht imporranno inevitabilmente misure drastiche anche sul piano della finanza pubblica. Nei prossimi anni ci verrà presentato un conto assai salato per l’ennesimo risanamento delle finanze dello stato. L’unica alternativa è non riconoscere i diritti della grande rendita capitalista che negli ultimi dieci anni ha incassato 1.090 miliardi di euro spremuti dalle nostre tasche, con la svendita del patrimonio pubblico e con l’attacco ai servizi sociali.

Un governo di sinistra, che volesse fare una politica autenticamente alternativa dovrà necessariamente rompere con queste compatibilità, rendendo nominativo il possesso dei titoli di stato e prospettando anche l’eventualità di non ripagare una parte del debito in mano alle grandi istituzioni finanziarie, tutelando ovviamente il risparmio delle famiglie.

Per una politica economica alternativa sarà indispensabile riprendere in mano leve decisive di controllo finanziario che oggi sono in mano alla Banca centrale europea e alle altre istituzioni dell’Unione europea. Come già detto, di per sé la rottura con l’euro non risolverebbe alcuno dei problemi di fondo del capitalismo italiano. Il problema non è scegliere fra integrazione o protezionismo su basi capitaliste. Il cuore del problema è la lotta per il controllo sull’economia partendo dalla “sovranità monetaria”; in questo quadro, è chiaro che un governo che voglia realmente difendere gli interessi dei lavoratori e dei settori più bassi della popolazione si troverebbe inevitabilmente in un conflitto frontale con le istituzioni finanziarie europee (come d’altronde già accade), dovrebbe disconoscere il patto di stabilità e rifiutare l’applicazione delle varie normative europee che impongono flessibilità, privatizzazioni, ecc. Se questo significhi anche rompere con l’euro, (ammesso che questo non si rompa prima sotto il peso delle contraddizioni di cui abbiamo parlato), saranno solo gli avvenimenti a dirlo, ma certo non può essere escluso a priori come invece fa tutta la sinistra riformista, schiava della religione europeista, mentre la sinistra che si definisce alternativa, a partire dalla maggioranza del Prc, su questo mantiene un imbarazzato quanto assordante silenzio.

Giuseppe Gallenti

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