domenica 13 aprile 2014

Cronache di regime


Chi lo vuole l’immigrato? Cronache di regime

Riportiamo una interessante analisi di Pasquale Andrea Calapso
In un paese dove le piccole e le medie imprese chiudono, dove i lavoratori vengono mandati a casa poiché i propri dirigenti preferiscono delocalizzare le aziende in paesi con manodopera a basso costo, in un paese dove la disoccupazione giovanile supera il 40% e quella complessiva il 13%, in cui il sogno di un posto di lavoro fisso è stato ormai sostituito dalla certezza di una vita da precario, abbiamo senza dubbio una grande soddisfazione: il governo Renzi, il più giovane ed il più rosa della storia d’Italia. Ed ovviamente, è un governo di sinistra. Che non esita però ad accordarsi con Berlusconi sulla Legge elettorale, elaborato che continua sulla via del maggioritario, dell’abolizione delle preferenze, che presenta una soglia di sbarramento inusuale ed unica per l’Europa, definita infatti turca (una soglia di sbarramento così alta è presente solo in Turchia, paese che, soprattutto sotto la Presidenza di Erdogan, non è esattamente un faro di democrazia e libertà del mondo), un elaborato che in sostanza è creato ad hoc da due leader pregiudicati (Silvio per i reati che ormai sono di dominio pubblico, Renzi invece per danno erariale quando era Presidente della Provincia di Firenze) per instaurare il regime di ispirazione americana chiamato “bipolarismo”.
E’ un regime nel quale si fronteggiano due forze che in realtà difendono gli stessi interessi (che non sono quelli del popolo, ma quelli delle elites), ma che si definiscono una di sinistra ed una di destra. Ma la differenza è minima, è di facciata, e la sostanza è la stessa. Il potere mediatico è in mano a queste forze, che demonizzano un qualsiasi terzo incomodo (attualmente Grillo), presentandolo come l’incarnazione di Satana.
La sinistra, in questo contesto, è oggettivamente la più subdola e la più servile agli interessi dei padroni banchieri e industriali: utilizza una fraseologia legata alla storia del Partito Comunista Italiano (difesa del lavoro, diritti, uguaglianza sociale, difesa delle minoranze, dei disagiati, lotta alla corruzione), ma in realtà fa esattamente l’opposto. Attira il consenso delle persone che si definiscono, in buona fede, di sinistra, ed una volta che è al potere fa esattamente il contrario di ciò che ha dichiarato: ricordiamo il Pacchetto Treu del 1998 inserito dal governo del centro sinistra di Prodi, con il quale si inserì il precariato. Ricordiamo le privatizzazioni attuate negli anni ’90, con le quali il centro-sinistra vendette a potenti giganti finanziari ed industriali esteri gran parte del patrimonio pubblico italiano.
Ricordiamo le guerre imperialiste, definite umanitarie, sostenute sempre dal centro-sinistra (a partire dalla vergognosa guerra del 1999, con Massimo D’Alema in prima fila per bombardare Belgrado con l’uranio impoverito).
Ed in tutto questo, il cavallo di battaglia era l’antiberlusconismo: un’efficiente propaganda mediatica ha convinto gli italiani che Berlusconi fosse l’origine dei mali d’Italia, addossando su di lui ogni colpa, in modo da ricoprire con un alone di santità il centro-sinistra, nella sua crociata anti-berlusconiana. Com’è finita questa storia? Nel 2011 B. è caduto, eppure il PD si è alleato con le sue forze in Parlamento creando prima il governo Monti, poi Letta ed adesso Renzi.
Gli ultimi vent’anni dimostrano chiaramente come sulle questioni fondamentali centro-sx e centro-dx sono sempre stati d’accordo: B. ha governato 8 anni su 20, il restante è andato al centro-sx, ed i risultati  dell’operato di entrambi gli schieramenti si sono rivelati disastrosi dal punto di vista sociale ed economico. Sull’Euro, centro-sx e centro-dx sono sempre stati d’accordo, come del resto in questi ultimi 3 anni lo sono stati sulle politiche di austerity imposte dalla Banca Centrale Europea e dai vertici politici europei; il governo Monti, sostenuto da entrambe le parti, è l’evidente dimostrazione di ciò. Il governo Letta ne è la prova ancora più schiacciante: il PD ha vinto le elezioni del Dicembre 2012 sotto la leadership di Bersani, con una proposta politica basata sul lavoro, su parole d’ordine di sinistra, non certo sulle politiche di austerity europee. Eppure stranamente Bersani si dimette, un uomo legato agli ambienti finanziari internazionali come Enrico Letta (anche Monti era legato agli stessi ambienti finanziari, a partire dal Gruppo Bildenberg e dalle grandi agenzie finanziarie occidentali) prende il suo posto, facendo l’esatto contrario di quanto sostenuto da Bersani in campagna elettorale, seguendo cioè nuovamente le politiche di austerity europee: con disastrose conseguenze per il nostro paese. Ma il consenso di Letta era a livelli insuperabilmente bassi, di conseguenza il potere finanziario che comanda l’Europa, ossia la grande finanza americana, decide di cambiare volto, ed il suo volto nuovo poteva essere solo il pupillo del Partito Repubblicano Americano, il Segretario del Pd Matteo Renzi. Anche stavolta, questo nuovo governo persegue gli interessi dei grandi industriali e della grande finanza, mascherandoli con un volto “umanitario”. Infatti Renzi, accodandosi alla campagna mediatica reazionaria per la quale il “debito pubblico è il problema” (il debito pubblico NON è il problema, ogni stato ha un debito pubblico che non si sana mai, ma si rinnova; il problema italiano è il debito privato, contratto dagli imprenditori in difficoltà con le banche private, per via della crisi della domanda e dunque delle vendite causata dall’Euro, moneta che strozza le imprese italiane avvantaggiando solo quelle tedesche, che mantengono prezzi più bassi, potendoselo permettere poiché l’Euro è fatto sullo stampo dell’economia tedesca;) , raccoglie il consenso di un popolo lobotomizzato dai mass media con mosse politiche basate sul nuovo Dio chiamato risparmio, come la messa all’asta delle auto blu o la dismissione di ben quattro ambasciate italiane (Mauritania, Islanda, Honduras e Rep.Dominicana), la chiusura della sede italiana all’UNESCO; eppure Renzi, che tenta di captare consenso tramite queste assurde misure di risparmio, come giustifica l’acquisto, per diversi miliardi, degli F-35 americani da parte del nostro Stato? Dunque risparmiare tagliando la sede italiana dell’UNESCO va bene, risparmiare rifiutando gli acquisti militari voluti dai nostri padroni USA è un ipotesi da non prendere nemmeno in considerazione.

Ma la più grande invenzione delle classi dominanti europee e americane è le legittimazione dell’immigrazione, sulle basi di un falso buonismo, di retoriche vuote sull’accoglienza ed i diritti umani, su parole da loro stuprate, come “solidarietà” e “rispetto”. La Presidentessa della Camera Laura Boldrini ha infatti recentemente dichiarato: “Appena ogni immigrato avrà una casa ed un sussidio potrò dire che l’italia è una grande nazione.”
La nostra classe politica, invece di pensare al benessere dei lavoratori italiani, pensa a quello degli stranieri. Ma è puro sfruttamento mascherato da “diritti umani”: lo straniero chiederà sempre salari inferiori a quelli richiesti dagli italiani; l’italiano rimarrà disoccupato, l’immigrato sottopagato, e lo sfruttatore felice. Queste orde di uomini migrano verso i nostri paesi, scappando da condizioni devastante causate da secoli di colonialismo occidentale, colonialismo che continua ancora adesso, ma non veste più le eleganti uniformi degli eserciti europei degli scorsi secoli, ma la giacca e la cravatta e le credenziali di una grande multinazionale. Gli stessi sciacalli che sfruttano l’Africa, che definiscono “dittatori” tutti i governi che non gli consentono di fare i loro porci comodi (basti pensare al caso di Gheddafi, abbattuto in nome della democrazia, sostituito da bande islamiche che hanno venduto il petrolio libico a multinazionali americane, inglesi e francesi), che devastano popoli, causano i flussi migratori da queste regioni che loro stessi hanno insanguinato, e li accolgono in Europa, per poterli sfruttare nuovamente. Infatti questi uomini per competere con i lavoratori italiani, chiederanno salari più bassi da mandare poi alle loro famiglie, poiché nei loro paesi quanto guadagnano qui ha un valore parecchio maggiore; di conseguenza le multinazionali investiranno qui in Italia, lasciando a casa i lavoratori italiani ed assumendo coloro che sono disposti a farsi pagare di meno, ossia sfruttare di più: gli immigrati. Il tutto è dovuto all’interesse nel tenere i lavoratori italiani disoccupati, poiché la classe lavorativa italiana, se in piena occupazione, ha la possibilità di organizzarsi e “sbattere i pugni sul tavolo”, ossia avere potere contrattuale. Mentre se gli italiani sono disoccupati, e gli immigrati prendono il loro posto facendosi pagare di meno, gli sfruttatori hanno un doppio guadagno: nessuna opposizione sociale, per via dell’assenza di coesione tra i lavoratori italiani, disoccupati o precari; e maggiori profitti, dovuti all’assunzione di immigrati che richiedono salari più bassi pur di lavorare, e che sono comunque sufficienti alle loro famiglie in patria o alla vita qui in Italia, poiché hanno pagati, per via delle nuove misure del governo Renzi, 30 euro al giorno, vitto, alloggio, ed una ricarica mensile. Il tutto, con i soldi dei contribuenti italiani, come sempre. Morale della favola? Se qualcuno ha qualcosa da ridire, la nostra sinistra di governo, avrà gioco facile nel tacciarlo di “razzismo”… quando i primi razzisti, complici di colonizzatori e sfruttatori, sono loro, burattini di un gioco che sta devastando i popoli europei, e che dobbiamo affrettarci a spezzare.
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