sabato 9 febbraio 2013

EURO CONTRO NATURA



"E' perfettamente noto a tutti che l’Euro sarebbe stato un esperimento fallimentare proprio perché mancava alla sua base una unità politica e in particolare una unità nel campo della politica fiscale, questo voglio ricordarvelo è una cosa di dominio pubblico, i fondatori dell’Europa sapevano benissimo che imporre una moneta unica a paesi diversi e con un sistema fiscale profondamente scollegato, avrebbe condotto a una crisi.
Quindi i problemi che fossero noti, lo dobbiamo dare per scontato." Alberto Bagnai


O mentono sapendo di mentire o sono disinformati
Vi posso dire che per esempio Paolo Manasse, dell’università di Bologna, un altro stimatissimo collega, a dicembre ha pubblicato un articolo nel suo blog in cui dice: “Ho una visione molto pessimistica dell’Euro perché purtroppo i trasferimenti che sono necessari per mantenerlo insieme, per tenere insieme i vari Stati, sono troppo ingenti”.
C’è anche un altro economista che leggo spesso che si chiama Jacqes Sapir che ha fatto un conto, si chiama “Il costo del federalismo” il suo articolo (art. originale).Secondo Jacq Sapir il totale di questi trasferimenti sarebbe pari a un ammontare di 257 miliardi di Euro esclusi i fondi che normalmente viaggiano tra un paese europeo e l’altro per la cosiddetta coesione e quindi per rimediare i problemi strutturali dei paesi in difficoltà.
Somme di queste tipo sono assolutamente improponibili sotto il profilo politico e ne è prova il fatto che un mese fa le trattative sul bilancio federale dell’Unione Europea si sono arenate completamente su delle somme molto inferiori, dell’ordine di grandezza dei decimi di punto percentuale di Pil europeo.
Quindi vi rifaccio tutto il discorso: paesi che litigano per non trasferire al loro interno soldi dal nord al sud, paesi che hanno fatto ostracismo al bilancio della commissione europea, su somme tutto sommato ridicole, dovrebbero poi trasferire 475 miliardi dal nord al sud per favorire lo sviluppo strutturale delle sud e la convergenza, ma perché? È assolutamente improponibile! Quindi è chiaro che chi propone una uscita dalla crisi in termini di "più Europa", diciamo lo possiamo classificare in due categorie, o mente sapendo di mentire o è disinformato.
E questa però, purtroppo sembra essere una visione molto molto diffusa, se non addirittura la visione unanime nella classe politica che vi trovate di fronte.
E direi che sotto questo profilo non si può che essere d’accordo con certi atteggiamenti che dicono che i politici attuali dovrebbero tutti andarsene a casa.
Dal mio punto di vista, fino a che continuano a raccontare la storiella del "più Europa" effettivamente dovrebbero farlo!
Si trae una conclusione inevitabile, che essendo politicamente improponibile fare sopravvivere le economie più deboli con trasferimenti dal nord bisognerà fare quello che la teoria economica dice che si deve fare quando delle economie non hanno i requisiti per stare insieme: semplicemente separarle.
Questo sarà l’esito inevitabile della situazione che stiamo vivendo e dobbiamo essere informati e consapevoli del fatto che l’esito sarà questo, dobbiamo essere consapevoli che non è un esito disastroso, perché abbiamo molti precedenti storici di unioni monetarie che si sono dissolte e non sono arrivate le cavallette e neanche la pioggia di fuoco, ci sono delle criticità che devono essere capite e gestite. Ci deve essere una classe politica che si deve prendere le proprie responsabilità e soprattutto bisogna capire che se si è commesso un errore, rimediare a questo non è andare indietro, ma crescere, cioè andare avanti.
fontehttp://www.beppegrillo.it/2013/02/leuro_contro_natura_-_alberto_bagnai.html#commenti