domenica 24 giugno 2012

INGANNATI DALLA MENTE


Nonostante la libertà di cui godiamo e la vasta gamma di opportunità a nostra disposizione, sempre più tendiamo a programmare la vita, quasi volessimo cautelarci dalle incognite che  ci minacciano. Ma in questo modo rinunciamo alla spontaneità e alla gioia che solo chi è in profonda sintonia con la realtà – al di là dei programmi della mente – può conoscere.

OSHO,
 È POSSIBILE VIVERE SENZA PIANIFICARE? SENZA CONTARE I SOGNI RIGUARDO A UN VAGO FUTURO, VEDO CHE GRAN PARTE DELLA MIA ATTIVITÀ MENTALE CONSISTE NEL FARE PIANI – PER LA PROSSIMA SETTIMANA, PER IL MESE PROSSIMO.
E QUANDO CERCO DI AGIRE IN MODO SPONTANEO SEMBRO UNA BANDERUOLA CHE NON SA DA CHE PARTE TIRA IL VENTO.

La pianificazione del futuro è una cosa, mettersi a vivere nel futuro un’altra. La pianificazione del futuro avviene nel presente. E più sei nel presente, meglio riuscirai a pianificare: l’attività di pianificazione è nel presente.
Il problema con la mente è che si mette a vivere nel futuro. Inizia a pensare ai fantastici giorni che verranno… un roseo futuro. Questo non è pianificare, è sognare a occhi aperti.
Posso capire che tu faccia dei piani, ma ricorda, pianificare per il futuro non significa vivere nel futuro. Pianificare è un’attività del momento attuale. E più sei presente, maggiori saranno la tua chiarezza e lucidità, così riuscirai a fare piani senza alcuna fumosità, senza essere insidiato dai sogni.
Dici: “Vedo che gran parte della mia attività mentale consiste nel fare piani – per la prossima settimana, per il mese prossimo”. Questo non è essere nel presente. Se sei nel presente, la mente non c’è. La mente non può esistere nel presente e quando non c’è la mente, c’è chiarezza, chiarezza assoluta, e con tale chiarezza puoi vedere il futuro; allora ti accadrà qualcosa di incredibilmente importante. Ma l’attività mentale è un puro vivere nel futuro: la prossima settimana, il mese prossimo, l’anno prossimo, la prossima vita.
Rinvii la vita, nel nome della pianificazione. Dovresti vivere, non rimandare! Dovresti vivere il momento presente e mentre vivi il presente – con la chiarezza che esso ti dà – puoi avere un’intuizione, una visione. Non si tratta di attività mentale. Puoi visualizzare un momento migliore che sta per arrivare: hai vissuto questo momento presente, sai che può diventare persino più intenso, sai di poter gioire di più, non c’è limite. E quando arriva il momento successivo, lo vivi immediatamente con maggiore intensità, con più gioia, con più giocosità, con più allegria.
Hai solo un momento alla volta. Se dunque sei capace di vivere il momento, attraverso questa intensità puoi pianificare l’intera vita. Hai avuto un assaggio della realtà, nel momento successivo puoi averne un pezzo ancora più grosso. Ma non hai bisogno di pianificarlo, perché nel pianificare ti dimenticherai di vivere.
All’uomo che vive in modo spontaneo accadono due cose: primo, non rimanda mai; secondo, vive il futuro attraverso il presente, attraverso la sua esperienza del presente. In quel caso la pianificazione non è un’attività mentale, ma un’espansione della consapevolezza, la comprensione che la vita diventa più intensa giorno dopo giorno. E più intenso sei, più belle, umane, e compiute saranno le tue azioni.
Dici anche: “E quando cerco di agire in modo spontaneo sembro una banderuola che non sa da che parte tira il vento”.
Non hai bisogno di sapere. L’uomo spontaneo… proprio come la banderuola – la banderuola non si preoccupa mai se il vento soffia da sud o nord o est o ovest: da qualunque direzione soffi il vento, la banderuola gira semplicemente da quella parte. Indica in quale direzione soffia il vento. Non oppone resistenza. È del tutto libera di girarsi in qualunque direzione. Non lotta con il vento. È assolutamente spontanea e non vive mai nel passato né nel futuro. Rappresenta sempre il presente.
Hai scelto un termine bellissimo, ‘banderuola’, per indicare una vita spontanea. Ma che senso avrebbe per la banderuola sapere da quale direzione soffierà il vento? La tua mente vuole sapere da dove soffia il vento, perché la mente ha i suoi piani, antagonisti all’esistenza. Vuole che il vento soffi verso ovest, e invece soffia verso est. E così rimane frustrata, si arrabbia, e in qualche modo comincia ad andare, con grande riluttanza, verso est. Ma appena lo fa – e il vento non sa nulla della tua mente o del soddisfacimento delle sue aspettative – il vento comincia a soffiare verso ovest e la mente si sente di nuovo frustrata e dice: “Che strano: quando voglio andare a ovest il vento soffia verso est, quando acconsento – ‘Va bene, andiamo a est’ – il vento cambia”.
Sono persone come queste che hanno creato il proverbio: l’uomo propone, dio dispone. Non c’è alcun dio e nessuno che dispone. L’atto stesso di proporre è sbagliato. Proporre qualcosa da parte tua significa che non hai fiducia nell’esistenza. Limitati a essere una banderuola, che si muove lentamente, senza riluttanza, senza resistenza, in qualunque direzione soffi il vento. E si gode tutte le direzioni. La vita dev’essere assaporata interamente, l’esistenza deve essere gustata in tutti i suoi colori.
Ma la mente è una delle cose più stupide che ti porti dietro. Al mattino desidera che venga la sera, e alla sera desidera il mattino: è la causa principale di ogni nostra infelicità e frustrazione.
E che bisogno c’è? Non riesco a capire per quale motivo la banderuola dovrebbe voler conoscere da che parte tira il vento. Riesci a spiegarlo? Ce n’è bisogno? Gli alberi sanno da che parte tira il vento? E le stelle lo sanno? Ad eccezione dell’uomo, nulla nell’esistenza è riluttante a seguire l’esistenza. Ecco perché ogni cosa è felice, beata. Non hanno ricchezze; cosa posseggono questi poveri alberi? Essi tuttavia hanno la spontaneità: quando soffia il vento danzano, quando non soffia si riposano. Entrambe le situazioni sono egualmente gradite.

Tra la terra, il cielo, il vento e il sole esiste un’immensa fiducia. Quando al mattino il sole inizia a sorgere, gli alberi si svegliano. Non hanno bisogno di una sveglia. E quando il sole tramonta, si preparano ad andare a dormire. Con il calar del sole, gli uccelli iniziano a tornare ai loro nidi – è tempo di riposare. Nessuno insegna loro ad andare a letto presto. Nessuno glielo insegna… la mattina, con il sorgere del sole, si svegliano tutti, iniziano a cantare – sono suoni di gioia – celebrano e danno il benvenuto a un nuovo giorno.
La vita fa regali in tale abbondanza – il cielo è di nuovo lì, e il sole, e la bellezza del mattino; gli uccelli sono così felici che non riescono a contenersi. Il loro canto non è pianificato. La sera, quando erano andati a riposare nei loro nidi, non avevano pianificato: ‘Domani mattina, qualunque cosa accada, mi metterò a cantare!’. Non è necessario. Quando sopraggiunge il mattino, il canto arriverà da solo. Si tratta di sincronicità, di una profonda comunione con l’esistenza.
I fiori non decidono, non hanno comitati, non hanno documentazioni; non prendono alcuna decisione, né fanno piani per il futuro. Quando arriva la primavera sbocciano, e quando giunge l’autunno gli alberi si spogliano, tutte le foglie cadono. Non c’è tristezza: gli alberi non sono in lacrime, perché le foglie se ne sono andate. No, sono felici anche di questo. Quando si staglia nudo contro il cielo, un albero ha una bellezza tutta sua. È bello quando mette le foglie, ma quella è una bellezza diversa: l’esistenza veste tutti i colori e nessuno, ad eccezione dell’uomo, fa piani. E nessuno è pieno di problemi come l’uomo, perché con tutto il tuo pianificare, in realtà stai tentando di rimandare il vivere.
Non c’è bisogno di sapere da che parte tira il vento. Seguilo e basta. Non ti porterà mai fuori strada, perché questa intera esistenza è tua, ovunque andiamo a finire, è casa nostra. Il vento non può portarti fuori dall’esistenza, la tua mente invece ti porta fuori dall’esistenza. Solo la mente è in grado di portarti dentro sogni che non esistono, che sono irreali, illusori… e ci rimani invischiato a tal punto da dimenticare che l’esistenza non ti fa mai sbagliare strada – non può!
Solo l’uomo spontaneo è in armonia con l’esistenza. E solo l’uomo spontaneo è sempre felice, perché, qualunque cosa accada, egli si trova immediatamente in sintonia. Non ha desideri suoi, né proiezioni, né proposte. Ha semplicemente accettato se stesso come parte del cosmo. E dovunque vada il tutto, ci va anche lui, con gioia, perché il tutto è di certo più saggio della parte. E noi siamo parti così minuscole che tutti i nostri piani ci fanno sembrare stupidi.
In questo intero universo non ci sono pianificazioni. Tutto si muove senza alcun piano, ogni momento va più in profondità. Solo l’uomo rimane in superficie, senza vivere... continua a pensare di vivere prima o poi, ma quel momento non arriva mai.

La mente ti allontana ininterrottamente dalla realtà. Ad eccezione della mente, tu non hai alcun problema, né peccati né cattive azioni delle vite passate, né un dio che ti ha scritto il destino in fronte o sulle linee della mano o nelle stelle. Il tuo problema, se lo comprendi, è molto semplice: la mente ti allontana costantemente dall’esistenza.
Quando dico sii spontaneo, intendo una sola cosa, sempre un’unica cosa: non essere una mente! Perché la mente non può mai essere spontanea. La mente è un meccanismo per rimandare. Non ti lascerà mai vivere!
Ho sentito di un uomo che ha compreso di essere stato vivo solo dopo morto. Allora, all’improvviso ha capito: ‘Dio mio, sono stato vivo per settant’anni, ma non ho mai vissuto”. E cosa puoi fare nella tomba? Non puoi neppure girarti, perché non ti lasciano molto spazio nella tomba. Giaci supino per l’eternità.
Il mio suggerimento è che potrai pianificare nella tomba. Avrai abbastanza tempo e potrai fare tutti i piani che vuoi, i più assurdi. Ora, mentre sei vivo, vivi; quando sarai morto non ci sarà alcun problema – puoi lasciare che la mente faccia i suoi piani. In realtà sarà d’ottima compagnia nella tomba: in tale solitudine, il chiacchierio della mente sarà un ottimo diversivo.
Mentre sei vivo, però, devi impedire alla mente di funzionare per conto suo, devi farla fermare, a meno che tu non la voglia usare. Deve essere trattata come un servitore. Ora è diventata la padrona. La spontaneità la riporterà alla realtà. È solo un meccanismo. Non era fatta per fare la padrona. La consapevolezza è la padrona.
Sebbene le persone che studiano lo yoga si mettano a testa in giù, l’esistenza non aveva mai pensato di farti stare a testa in giù, altrimenti ti avrebbe dotato di gambe sulla testa, simili a due corna, o ti avrebbe fatto come un tripode – tre gambe perfettamente bilanciate – o gambe con le ruote, in modo tale che potessi muoverti sulla testa…

L’esistenza sicuramente vuole che tu stia in piedi sulle tue due gambe, non sulla testa, ma l’uomo è strano. La mente ti è stata data per essere usata come servitore. E in qualità di servitore è bella e va benissimo. È un bio-computere nulla più. Ma tu l’hai fatta diventare padrona.
E il padrone è stato messo a dormire. Quando i servitori diventano padroni, il più grande pericolo è che, come prima cosa, distruggono il padrone. Una volta che il servo si trova nella posizione di padrone, il suo primo atto sarà di sopprimere il padrone in modo tale che non possa ritornare. Questa è la sua sola paura. Se il padrone ritorna, dovrà scendere dal trono.
La tua consapevolezza è stata esiliata nell’oscurità, la tua luce è stata trasformata in buio, i tuoi tesori sono stati nascosti, il tuo essere è stato scollegato. La mente deve fare tutte queste cose per rimanere al potere.
Un meditatore cerca di rimettere a posto le cose. La mente deve essere un servitore e la consapevolezza deve essere riportata sul trono. E immediatamente avrai una vita spontanea. Non esiste altro tipo di vita.

TRATTO DA: Osho, Sat Chit Anand, # 25

Oshotime gennaio 2003