martedì 7 febbraio 2012

UN POPOLO INUTILE IN MANO DI POCHI

Perché oligarchia, e perché popoli superflui? Iniziamo con l’oligarchia. Nella storia dell’umanità tutte le società organizzate sono oligarchiche. Non si trovano casi di democrazia, intesa come pari distribuzione del potere  ultimo e reale tra tutti i cittadini. Le società sono governate, tutte, dal di sopra e, oggi soprattutto, dal di fuori di esse. La recente storia finanziaria e monetaria lo dimostra. Le grandi decisioni, che cambiano la vita dei popoli, sono prese senza i popoli, da vertici autocratici, a porte chiuse, senza trasparenza né partecipazione né accountability, come scriveva negli anni ’40 Charles Wright Mills in Power Elite, portando le prove che gli USA, arsenale della democrazia, non sono affatto democratici, ma retti esattamente in quel modo dai vertici degli apparati finanziario, politico e militare, cui si è ammessi solo per eredità o cooptazione. Il che manifesta come mere illusioni sia il principio di legalità (stato di diritto, costituzionale, rule of law) che lo stesso principio del diritto scritto, essendo le decisioni a porte chiuse prese attraverso consultazioni informali. E a ciò si aggiunge il fatto che è trascurabile la percentuale della popolazione che si informa delle cose economiche e geostrategiche rilevanti. Metà degli italiani non è in grado di capire nemmeno un articolo di giornale di media difficoltà. Legge libri uno su sette, e otto libri su dieci sono di evasione.


Perché popoli superflui? Perché i popoli numerosi servivano quando i regimi, le strutture di potere, erano molte, in competizione tra loro, legate a un territorio e alla sua specifica popolazione. Il re di Francia aveva bisogno dei Francesi, di molti francesi, e proprio dei francesi, come contadini, soldati, coloni, contribuenti, consumatori. La rivoluzione di fine secolo è stata la finanziarizzazione e unificazione delle  élites, la smaterializzazione del territorio, sostituito dal cyberspace. Le grandi masse non servono più. Nessun popolo specifico è più necessario: i popoli sono intercambiabili, fungibili, usa e getta. Sono disgregabili con la droga, con l’immigrazione e la decomposizione del tessuto sociale. I popoli numerosi non sono più una risorsa, ma un problema ecologico e non solo. Smaltire l’eccesso di popolazione rispetto al numero di abitanti agevolmente sostenibile per l’ecosistema – eccesso stimato nell’80-90% – è un probabile scopo dell’ingegneria sociale attuale e ventura.




.....l’ingegneria sociale per prove ed errori, o piecemeal social engineering, ossia l’ingegneria che si porta avanti pezzo per pezzo, facendo interventi quando si nota che la società devia dalla direzione di trasformazione che le si vuole imporre. Interventi mediante colpetti correttivi, appunto gli shock e le crisi di cui parlava Monti nella famosa intervista in cui dice che abbiamo bisogno di crisi, di shock, per indurre i popoli ad accettare le riforme pianificate – pianificate appunto in sede di ingegneria sociale oligarchica, senza trasparenza né partecipazione. Shock economy. Monti, in quella circostanza, si riferiva specificamente alla costruzione di un certo ordinamento europeo, ma questo metodo, che Machiavelli chiamava riformare mediante lo sgomentare, e che oggi si chiama shock and awe doctrine, va bene per far accettare al popolo ogni sorta di imposizioni impopolari, come guerre, tasse, tagli di diritti. In questo senso le crisi sono effettivamente opportunità, anzi strumenti. Per chi le pianifica e le cavalca.





Qual è l’obiettivo tendenziale del monopolista? Prendersi tutti gli assets del mercato e tutto il reddito in esso prodotto, in cambio del bene o servizio che eroga. L’ideale del cartello monopolista della moneta e del credito è una società che gli deve più di quanto essa possieda, e che lavora per pagargli interessi su un debito inestinguibile, senza alcuna autonomia. E che sia convinta che ciò sia giusto ed economicamente corretto, in base all’unica scienza economica che conosca come seria, ossia quella elaborata, finanziata e accreditata dal medesimo cartello. La scienza economica dei banchieri, di Chicago, di Monti, dell’arco politico che lo sostiene, ma non solo.
Esempi di manipolazione e di imposizione di riforme dall’alto, da parte del cartello bancario, sono oggettivi, numerosi e cospicui: Bretton Woods e WTO (Gatt e Gats), in cui le riforme sono state imposte direttamente dalla grande finanza. E Clearstream-Euroclear,  che possono occultare e spostare nel mondo, legalmente, grandi masse di liquidità. E il recentissimo audit Gao alla Fed, che ha scoperto la creazione occulta e non tassata di 16 trilioni di dollari nei 4 precedenti anni, erogati in silenzio a fini geostrategici. E la dark pool finance, una grande fonte di creazione monetaria interbancaria, non tassata, di cui neanche si parla nella stampa specializzata, ma che esiste e di cui ho documentazione.
Vi è nel mondo una piramide o catena alimentare: in cima stanno i banchieri che si producono il denaro a costo zero e senza vincoli di rimborso o limiti di quantità, in  segreto ed esentasse – i banchieri della Fed – e con esso comperano ciò che vogliono nel mondo (signoraggio internazionale). Sotto di loro, a scalare, cioè a salire coi tassi e a scendere con i volumi e i tempi di rimborso, il sistema-paese germanico, le banche italiane, lo Stato italiano, le grandi imprese italiane, le pmi italiane, gli artigiani…. chi paga il denaro il 12,25% o il 6 o il 5 l’anno non può competere con chi lo paga l’1%. Chi stai sotto è mangiato da chi sta sopra.
Alla fine, chi vince al casinò della finanza globalizzata?Vince chi può fabbricarsi le fiches gratis da sé e ha i croupiers a libro paga e si fa le regole, donandosi per trattato internazionale irresponsabilità assoluta, immunità diplomatica, segretezza, criptazione, diritto di fare in segreto anche per conto di terzi ogni e qualsiasi operazione monetaria e finanziaria, anche teoricamente il riciclaggio e il finanziamento di terroristi o di guerre o di stati che Washington definisce “canaglia”. A ciò esplicitamente provvedono gli statuti di BIS e BCE. E legittimando pure la pratica dell’aggiotaggio – che per i non oligarchi è un grave delitto, se lo commettono – come pratica non soltanto per lucrare ai danni dell’economia reale, ma per condizionare, ricattare e destabilizzare stati e governi. Intanto, in Italia si provvede a che il cittadino sia monitorabile in ogni movimento bancario e costretto a passare per le banche e ad aprire un conto corrente bancario e a pagare commissioni bancarie anche per le minime cose. In questo si palesa e concretizza la bipolarità oligarchica tra dominanti e dominati.
Quanto sopra dovrebbe far riflettere, tra l’altro, sul controsenso di aspettarsi riforme antimonopolistiche e liberalizzatrici da un esponente del cartello monopolista bancario. Se volesse liberalizzare e combattere le rendite monopoliste, parassitarie e usuraie, dovrebbe innanzitutto rivolgersi contro chi l’ha voluto dove oggi si trova. Tale ingenua aspettativa può esistere solo perché la prevalente concezione della politica e dell’ordinamento sociale è rimasta prescientifica e radicata nella parte irrazionale, mitologica e mistificabile della psiche umana. Altra frottola è che il prestito all’1% dalla BCE alle banche italiane, garantito dalla fidejussione dello stato, quindi dalle nostre tasse, vada a vantaggio del credito agli investimenti produttivi o all’acquisto del debito pubblico italiano: in realtà, per la quasi totalità, sta andando, e ancora per mesi andrà, a consentire alle banche gli accantonamenti necessari per gli incagli dei debitori insolventi o morosi, accantonamenti per i quali non avevano denaro, quindi non li facevano. Questa agevolazione creditizia alle banche quindi, paradossalmente, produrrà riduzione del credito e messa in sofferenza di molte imprese, soprattutto piccole e medie. La verità è che il sistema bancario italiano, a causa delle sofferenze sommerse, era sull’orlo del collasso, contrariamente a quanto le solite autorità dichiaravano al popolo. Ma il popolo superfluo non ha bisogno di sapere né di capire.