sabato 11 giugno 2011

I MISTERIOSI ESSENI

Cinquecento anni prima della nascita di Cristo, un misterioso gruppo
di studiosi formò delle comunità per onorare antichi insegnamenti che risalivano
a prima della storia come noi la conosciamo. Noto col nome di Esseni,
questo popolo era formato da varie sette religiose che includevano i Nazarei
e gli Ebioniti. Gli studiosi romani ed ebrei si riferirono agli Esseni come a
«una razza a sé stante, più elevata di qualunque altra al mondo».7 Scritture
antiche come i geroglifici sumeri, che risalgono al 4000 a.C., contengono
elementi provenienti dalle tradizioni essene. Quasi tutti i grandi sistemi mondiali
di credenze, inclusi quelli di Cina, Tibet, Egitto, India, Palestina, Grecia
e del Sud Ovest americano, contengono oggi elementi che risalgono a questo
patrimonio originario di saggezza. Inoltre, molte delle grandi tradizioni
del mondo occidentale, fra cui quelle di massoni, gnostici, cristiani e cabalisti,
affondano le loro radici nello stesso corpus di informazioni.8
Conosciuti anche come "gli Eletti" e "i Prescelti", gli Esseni furono il
primo popolo che condannò apertamente la schiavitù, l'uso dei servitori e
l'uccisione di animali a fini alimentari. Poiché concepivano il lavoro fisico

come una forma di comunione guaritrice con la Terra, praticavano l'agricoltura
e vivevano a contatto con il suolo che li nutriva. Gli Esseni intendevano
la preghiera come un linguaggio con cui onorare sia la natura che
l'intelligenza creativa del cosmo, e non facevano distinzioni fra le due cose.
Praticavano regolarmente la preghiera. La prima preghiera della giornata
veniva pronunciata al risveglio, nell'oscurità che precede l'alba, prima di
recarsi ai campi. Seguivano altre preghiere prima e dopo ogni pasto e anche
dopo essersi ritirati alla fine del giorno. Gli Esseni concepivano la pratica
della preghiera come un'opportunità di partecipazione al processo creativo
della vita umana, anziché come un rituale strutturato che si era obbligati a
svolgere durante la giornata.
I membri delle comunità essene erano vegetariani in senso stretto e si
astenevano dall'uso di carne, di cibi contenenti sangue e di liquidi fermentati.
Una delle più chiare spiegazioni della loro dieta è forse riscontrabile
nel seguente brano, tratto dai rotoli del Mar Morto: «Non uccidere il cibo
che metti in bocca, poiché se mangi cibo che vive, esso ti darà vigore, ma
se uccidi il tuo cibo, il cibo morto ucciderà anche te. Poiché la vita proviene
solo dalla vita, e la morte proviene sempre dalla morte. Infatti, qualunque
cosa uccida il tuo cibo essa uccide anche te».9 Il loro stile di vita permetteva
agli Esseni di vivere molto a lungo, giungendo all'età di 120 anni
o con un fisico più pieno di vitalità e di grande resistenza.
Gli Esseni erano studiosi meticolosi che annotavano e documentavano
le loro esperienze per generazioni future che essi potevano solo immaginare.
Il migliore esempio del loro lavoro si trova nelle biblioteche nascoste
che hanno disseminato per il mondo. Come capsule temporali dislocate
metodicamente, i loro manoscritti ci forniscono delle istantanee del pensiero
e della saggezza dimenticata di questo antico popolo. Quale messaggio
ci hanno lasciato gli Esseni per l'epoca in cui viviamo?

I SEGRETI DEGLI ESSENI
Un brano tratto dai rotoli del Mar Morto spiega perché gli antichi
Esseni si allontanarono dalle aree urbane e formarono delle comunità nel
deserto: «I Fratelli della Luce hanno sempre vissuto dove gli angeli di Madre
Terra si rallegrano: vicino ai fiumi, vicino agli alberi, vicino ai fiori, vicino al
canto degli uccelli, nei luoghi dove sole e pioggia possono abbracciare il
corpo, che è il tempio dello spirito».11 La natura e le sue leggi stavano alla
base dello stile di vita degli Esseni. Per comprendere la visione del mondo
essena bisogna inquadrare le loro credenze sul rapporto fra il corpo umano e
gli elementi del pianeta Terra.
Secondo gli Esseni di Qumran, la parola angelo descriveva elementi del
nostro mondo che nel linguaggio odierno denominiamo forze elettriche e
magnetiche. Alcune forze erano visibili e tangibili, altre invece erano eteriche,
sebbene fossero comunque presenti. Per esempio, un riferimento all'«angelo
della Terra» può includere l'angelo dell'aria e gli angeli dell'acqua e della luce.
Anche le forze dell'emozione e della consapevolezza venivano intese come
angeli, ad esempio gli angeli della gioia, del lavoro e dell'amore. Questa comprensione
del pensiero esseno ci permette di accogliere le loro parole, due-
milacinquecento anni dopo, con rinnovata speranza e discernimento. Usando
il linguaggio del loro tempo, gli autori dei rotoli del Mar Morto ci
hanno trasmesso una visione del mondo che considera il rapporto fra la
terra e il corpo umano da un punto di vista olistico e unificato. Con parole
eloquenti e con poetici promemoria, i testi di Qumran ci ricordano che
siamo il prodotto di un'unione molto speciale, il matrimonio sacro fra l'anima
dei cieli e il tessuto del nostro mondo. Il principio afferma, senza
eccezione, che noi esseri umani facciamo parte di tutto ciò che consideriamo
il nostro mondo, a cui siamo intimamente connessi. Uniti da fili invisibili
e da innumerevoli cordoni, noi facciamo parte di ogni espressione
vitale. Ogni pietra, albero e montagna, ogni fiume e oceano fa parte di ciascuno
di noi. Cosa forse più importante, ci viene anche ricordato che tu ed
io facciamo parte l'uno dell'altro.
Le tradizioni essene si riferiscono a questa unione come a quella di
«nostra Madre Terra» con «il nostro Padre Celeste», «poiché lo spirito del
Figlio dell'Uomo fii creato dallo spirito del Padre Celeste, e il suo corpo da
quello della Madre Terra. Tua Madre è in te, e tu sei in lei. Essa ti ha portato
in grembo, essa ti da la vita. E stata lei a darti un corpo... proprio
come il corpo del neonato nasce dall'utero di sua madre».12 Noi siamo l'unione
asessuata di queste forze, la fusione del maschile del «nostro Padre
Celeste» col femminile della «nostra Madre Terra».
Questa visione unificata ci fa riflettere sul fatto che, attraverso il legame
che unisce il corpo umano alla Terra, le esperienze dell'uno si rispecchiano
in quelle dell'altra. Fintante che il matrimonio celeste viene onorato,
l'unione tra terra e spirito continua e i soffici templi dei nostri corpi fisici
continuano ad esistere. Quando il contratto viene disatteso, l'unione termina,
il nostro tempio muore e le forze della terra e dello spirito ritornano
ai rispettivi luoghi di origine.
La saggezza essena portatrice di questi sottili concetti era contenuta
nei vari testi che sarebbero divenuti le odierne tradizioni bibliche. Proprio
quei testi, però, insieme ad altri documenti, furono rimossi dal Concilio di
Nicea nel quarto secolo. L'elegante semplicità che permette agli insegnamenti
esseni di integrarsi significativamente nelle nostre vite d'oggi fu
riscoperta, in ottimo stato di conservazione, nelle grandi biblioteche dei
reali d'Asburgo in Germania e in quelle della Chiesa cattolica agli inizi del
ventesimo secolo. I manoscritti vaticani, conservati per oltre millecinquecento
anni, ebbero un ruolo fondamentale fra i documenti che condussero
Edmond Bordeaux Szekely a pubblicare le traduzioni rivedute di testi rari
esseni. Nel 1928 egli pubblicò la prima opera di una serie che sarebbe poi
stata diffusa col nome de // Vangelo esseno della pace, contenente nuove
intuizioni e un rinnovato rispetto per questa eredità di saggezza che precede
nel tempo quasi tutte le maggiori religioni contemporanee.

Braden. l'effetto Isaia