sabato 21 maggio 2011

6 GIORNI SULLA TERRA

"Gli alieni non arriveranno dal cielo. Sono già dentro di noi" … Con questo slogan l'Italia si appresta a ospitare nei cinema gli extraterrestri.
S'intitolerà 6 Giorni Sulla Terra e verrà distribuito nei cinema italiani a partire dal prossimo 27 maggio. Di cosa si tratta, esattamente? Di sicuro di  un'onda anomala per quanto riguarda il nostro Bel Paese, che di rado si lascia travolgere da contaminazioni fanta-horror. Per nostra fortuna, ogni tanto qualcuno si ricorda anche di provare a fare scelte coraggiose.

Bolero Film, che già in passato ha dato dimostrazione di credere a plot decisamente avvincenti (ricordate 
Lasciami Entrare?), non si nasconde dietro il trend delle commedie e tira fuori dal cestino quello che, ci auguriamo, possa spingere gli occhi dei produttori e di altri distributori nazionali su pellicole di natura inquietante. 

Un team di coraggiosi ricercatori affronta l’inquietante fenomeno delle alien abductions (rapimenti alieni) conducendoci nella shockante realtà nascosta per millenni dietro le quinte della storia.
Basato su rivoluzionarie teorie scientifiche che abbattono i confini dei nostri “credo”, horror e fantascienza vengono qui messi in controfase, lanciando una provocazione…
L'opera è prodotta dalla Deus Film in collaborazione con Ennio De Diminicis, che per l'occasione ha partecipato in qualità di produttore associato. La regia è di Varo Venturi, boss della
Deus Film, sulla sceneggiatura scritta a sei mani con la collega produttrice Luisa Maria Fusconi e lo sceneggiatore Giacomo Mondadori.

Note di Regia

Quando si parla di cinema fantascientifico e horror si pensa subito alle grandi produzioni hollywoodiane, che trattano gli argomenti UFO, Alieni, o Angeli e Demoni, utilizzandone principalmente gli elementi che consentono la massima spettacolarità, spesso in film “videogame” con una narrazione “fiabesca”, a volte buonista a volte catastrofica o terrorizzante, quasi sempre superficiale. Di contro il mondo scientifico continua il suo incessante impegno nella ricerca di spiegazioni logiche a questi temi, evidenziando sempre di più il fenomeno “Alien abductions” (Rapimenti Alieni), soprattutto in questi ultimi due anni, cioè subito dopo la genesi di questo film.
Alcuni scienziati, tra cui l'italiano Corrado Malanga, dopo aver elaborato per anni analisi e dati — basati sulle reali testimonianze di miriadi di persone di ogni età, sesso e ceto sociale, che sotto ipnosi hanno rivissuto l’incancellabile esperienza del rapimento — sono giunti ad un incredibile conclusione: alcune razze aliene, in un programma che dura da millenni, impiantano le proprie “memorie attive” nel cervello dei rapiti, usandoli come contenitori, per poter “operare” in questa dimensione, con l’obiettivo finale di modificare geneticamente l’umanità e adattarla al proprio DNA, onde sfruttarne completamente l’indistruttibile energia (Anima) e rendere così le proprie specie “immortali”.

Questa teoria sembra finalmente chiarire tutto: il problema non verrebbe solo, fisicamente, dal lontano spazio; semmai risiede già in questo mondo, ma soprattutto risiede nei confini della nostra mente, dove quelli che Jung chiama “Archetipi” e le chiese “Angeli e Diavoli”, forse sono esseri di altre dimensioni,
che possono sopravvivere al di qua (e al di là dello spazio e forse del tempo) “possedendo” la psiche umana, addormentandone la coscienza per poter “vampirizzare” quell’energia (Anima) che solo l’uomo sembra possedere in questa parte di universo.
Così magicamente si spiegano secoli, millenni di arte dove vediamo personaggi umani che dialogano, combattono, adorano, temono entità di diverse fattezze, cornuti rettiloidi alati e non, biondi angeli, protettivi in candide vesti bianche, o armati e severi, santi sospesi nel cielo, draghi, Dei antropomorfi e non, piccoli uomini verdi, fate, ecc. Come dimostrano chiaramente le iconografie egizie, sumere, maja, babilonesi, greco romane, indiane, cinesi, ma anche nella più recente arte sacra cristiana, ebraica, musulmana, ecc., fino ai cartoon, ai comics, ai videogames dei giorni nostri.

Ma inevitabilmente il concetto di "identità" viene messo seriamente in discussione, in nome di una visione dell'uomo in termini "progettuali"; uomo (o essere umano) contenitore di anima (che salirà in cielo, si salverà, o si perderà, si dannerà, verrà venduta, ecc.) possibile contenitore di personalità aliene, o altre personalità, giustificando tecnologicamente molti dei misteri legati all'esoterismo e alla spiritualità — reincarnazione, visioni, apparizioni di entità religiose e non, spiriti guida, miracoli, profezie, scritture sacre, ecc. — così come ai misteri della nostra mente: dejà vu, schizofrenia, disturbi della personalità, ecc.

Ecco l’idea che mi ha dato la forza di realizzare con mezzi indipendenti un film, considerabile di fantascienza (che qui chiamiamo “realscienza”) attraverso i nuovi veri eroi del cinema contemporaneo, gli scienziati — cercando di approfondire concretamente i contenuti e illuminare “neo-realisticamente” uno scenario finora chiuso nel buio delle nostre paure collettive (oggi più che mai) e nei meandri della storia della nostra civiltà e dei suoi Miti.
Suggerendo, tra le righe della sua struttura narrativa, una nuova visione della storia di questa umanità, e del perché i poteri occulti oggi, e da sempre, si combattono per il controllo di essa.
Così, attraverso una “avventura esoterica” compressa in un brevissimo arco di tempo grazie alla sua dinamica di action-noir, i protagonisti — un’equipe di ricercatori/ufologi si trovano ad affrontare uno straordinario caso di “possessione aliena”ambientato a Roma, città chiave nelle storie che si muovono intorno alla sottile soglia tra il visibile e il non visibile.In un film che grazie alle nuove tecnologie di ripresa ad alta definizione e alle potenzialità informatiche di post-produzione audio/video, accanto ad una narrazione realistica, offre effetti speciali innovativi e animazioni 3d curate da artisti digitali (provenienti da film come Avatar e District 9, proponendo una visione "concreta" di fenomeni in genere ritenuti fantastici.

Per questo 
Sei giorni sulla terra si è prestato naturalmente alla realizzazione anche in lingua inglese, che sta già provocando interesse nel circuito internazionale.